Avete mai osservato il processo di lievitazione della pasta che la mamma prepara per fare la pizza? Dopo aver messo l’impasto in una grossa ciotola lo ricopre con un telo umido, lasciandolo lì un paio d’ore o anche di più.
Se osservate attentamente la pasta, non vedrete nulla, ma ignoratela solo per un po’ di tempo e vi accorgerete che si fa sempre più gonfia , più soffice, più morbida.
Impossibile dire in quale momento tutto sia cominciato, eppure è successo.
Possiamo dire che accada ciò quando si scrive.
All’inizio c’è solo un abbozzo di idea, magari un insieme di situazioni e di personaggi che in qualche modo sentiamo legati da un filo; poi pian piano l’abbozzo si sviluppa, cresce, si articola fino a diventare un disegno sempre più preciso.
Tutte queste idee che abbiamo in testa devono tradursi in qualcosa di più concreto, ma come fare? Dove comincia il mestiere della scrittura?
“Mestiere”, è una parola che può sembrarvi inadatta, ma, se ci pensate un poco, vi accorgerete che non è poi così strana.
Come ogni mestiere, anche la scrittura ha i suoi “attrezzi”.
Ci sono i più classici… …e c’è il più moderno:
i block notes e i quaderni il computer
le penne, le matite e gli evidenziatori
Ma le idee e i mezzi da soli non bastano, ci vuole il lievito, quel piccolo tocco senza il quale la pagina di quaderno resterà bianca e il video del computer brillerà vuoto.
(continua)
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