È il primo passo, quello fondamentale.
Leggete quando volete, quanto volete, come volete e dove volete, senza né limiti né restrizioni.
Lo dice molto meglio di me uno scrittore francese, Daniel Pennac, nel suo saggio del 1993 Come un romanzo (se non lo avete già fatto, vi consiglio di leggerlo) dal quale vi trascrivo il decalogo dei diritti imprescindibili del lettore
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Il diritto di non leggere
- Il diritto di saltare le pagine
- Il diritto di non finire un libro
- Il diritto di rileggere
- Il diritto di leggere qualsiasi cosa
- Il diritto al bovarismo (malattia testualmente contagiosa)
- Il diritto di leggere ovunque
- Il diritto di spizzicare
- Il diritto di leggere a voce alta
- Il diritto di tacere
Non riducete la lettura a un’attività da prendere in considerazione solo quando siete a letto con l’influenza e non potete uscire a giocare a pallone o non andate a passeggio con le amiche perché piove, oppure quando non c’è la corrente e non potete usare la Playstation. O, peggio ancora, non considerate la lettura una pericolosa arma nelle mani di spietati professori, desiderosi solo di angustiarvi con lunghi esercizi e con assurde richieste di commenti e di relazioni.A proposito, il bovarismo è un atteggiamento psicologico che induce a identificarsi con personaggi della letteratura e perciò provoca una falsa coscienza di sé e della realtà. Ha preso il nome dal personaggio di Emma Bovary, protagonista dell’omonimo romanzo di Gustave Flaubert, la quale, insoddisfatta dalla propria vita provinciale, si costruisce una personalità romanzesca e si crea intorno un mondo irreale; l’una e l’altro si scontreranno con la realtà e la condurranno al suicidio… ma state tranquilli, la realtà non è così tragica. Un sano e diffuso bovarismo è l’ebbrezza di lasciarsi coinvolgere completamente da un libro e non ha mai fatto male a nessuno!
(continua)
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