I piccoli Eterni

Ho letto quasi tutti i libri di Neil Gaiman, sia per adulti che per ragazzi, ma conoscevo solo di fama la sua serie a fumetti Sandman e così, incuriosita, ho visto la prima stagione della serie televisiva che ne hanno tratto, restandone molto positivamente colpita. Ho deciso così di cominciare la lettura dei fumetti e, in attesa della nuova uscita a settembre, a quanto mi hanno detto in libreria, la mia attenzione si è concentrata su un delizioso libro per bambini di Jill Thompson: I piccoli Eterni.

I piccoli Eterni, Jill Thompson, Panini Comics, 13,00 euro

Come scrive nell’introduzione Elena Pizzi, i personaggi di Sandman si sono prestati perfettamente a una bella reinterpretazione da parte dell’artista Jill Thompson che ha ideato le due storie presenti nel volumetto immaginando in versione infantile gli Eterni, il pantheon di personaggi che sorreggono tutto l’arco narrativo della serie: Morfeo, Delirio, Distruzione, Destino, Disperazione, Desiderio e Morte (nel libro definita solo come sorella maggiore di Delirio).

I piccoli Eterni al completo


I piccoli Eterni solo dunque la versione fanciullesca dei loro corrispettivi adulti e sono protagonisti di due avventure, caratterizzate dal tratto vivace e dai colori sgargianti che ne fanno due favole a tutti gli effetti.
Nella prima storia, dal titolo Una storia dei piccoli Eterni, la giovane e sventata principessa Delirio, famosa per la sbadataggine, è costantemente sorvegliata dal fido cagnolino Barnaba, ma purtroppo avviene che i due si perdano di vista e così a Barnaba non resta che visitare tutti i fratelli e le sorelle di Delirio nella speranza di ritrovarla presto sana e salva.
Nella seconda storia la protagonista è sempre Delirio la quale, con l’irruenza e la fantasia che la distinguono, decide di dare una festa a sorpresa per la sorella Disperazione e coinvolge in resto della famiglia in un’impresa che si rivela ardua: far sorridere Disperazione. Alla fine qualcosa avverrà…

Gli amuleti che i piccoli Eterni donano a Barnaba per aiutarlo a ritrovare Delirio

In omaggio all’importanza di Delirio nell’arco narrativo della saga degli Eterni, Jill Thompson ne ha fatto la protagonista di queste due deliziose storie, sottolineandone il lato generoso e altruistico, e ha centrato in pieno l’obiettivo di creare questa versione infantile degli Eterni in piena coerenza con il loro aspetto e i loro attributi adulti.
Al termine delle due storie l’autrice Jill Thompson svela ai lettori la storia segreta dei piccoli Eterni.

Le statuine dei piccoli Eterni: Delirio, Distruzione, Morfeo, Morte, Destino, Desiderio e Disperazione

Le sorelle Bronte

Titolo: Le sorelle Bronte
Autrice e illustratrice: Manuela Santoni
Editore: Becco Giallo, ottobre 2018
Pagine: 200, bn
Prezzo: euro 17,00
ISBN: 9788833140261

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“In un’epoca vittoriana artificiosa e opaca, nella campagna inglese di metà Ottocento, Charlotte, Emily e Anne – con un padre ormai anziano e un fratello dedito al bere – si ritrovano a far fronte da sole alle sorti economiche della famiglia Brontë. E lo fanno a modo loro: superando con orgoglio e con coraggio le difficoltà e i primi fallimenti, e trasformando il loro talento creativo e la passione per la scrittura in una fonte primaria di sostentamento, per poter vivere finalmente una vita intensa, in piena libertà.”

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Queste parole sono sulla quarta di copertina della graphic novel di Manuela Santoni di cui voglio parlarvi oggi e esprimono molto bene il senso della storia scritta e illustrata dall’autrice.

Appena apriamo il libro, ci troviamo in medias res, con le baruffe tra sorelle perché Charlotte ha osato frugare tra le carte di Emily, con Anne che cerca dolcemente di mediare, le reciproche accuse, prima fra tutte quella di Emily a Charlotte di avere perso la testa dopo il ritorno dal Belgio e la faccenda spinosa del professor Heger, e con il comportamento sempre più irresponsabile e distruttivo di Branwell, che ha perso l’impiego di istitutore a causa della storia clandestina con la moglie del suo datore di lavoro.

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I tratti nervosi e spigolosi del disegno dell’autrice esprimono in modo perfetto la tensione che serpeggia in queste vite costrette nel cupo paese di Haworth nello Yorkshire, battuto dai venti, circondate dalle tombe del cimitero stretto tra la canonica e la chiesa, con la sola libertà che regala loro l’immensa brughiera spazzata dai venti.

Non c’è proprio nulla di romantico in queste pagine, che vibrano dei cuori potenti delle sorelle e della loro storia raccontata in modo scabro, senza nulla concedere alla debolezza proprio come vissero loro.

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È un libro che ritengo gli adolescenti apprezzeranno molto, anche se l’ho apprezzato molto anche io che un ragazzina non sono più, proprio per le dirompenti passioni e per i disegni incisivi che trasportano nelle cupe atmosfere di vite brevi, ma intense, vissute fino all’ultimo battito e all’ultimo respiro.

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Qui il sito dell’autrice.

Buona lettura.

Autunno 1152 – Guardie d’Onore

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Titolo: Autunno 1152 – Guardie d’onore

Autore e Illustratore: David Petersen

Editore: De Agostini, 2008

Prezzo: euro 14,90

Età di lettura: da 10 anni.

Nell’appena trascorso 2016 mio marito ed io ci siamo recati spesso a Bologna, per una serie di incontri su Jane Austen nella biblioteca Salaborsa in piazza del Nettuno. Nella piazza antistante l’albergo in cui pernottavamo spesso veniva allestito un grande tendone nel quale trovavano posto numerose bancarelle di libri usati. Tra di esse ve n’erano alcune dedicate ai ragazzi e in una ho trovato questo libro, che ho acquistato incuriosita dal tratto delicato dei disegni, che mi ricordavano un po’ gli animali protagonisti delle storie di Beatrix Potter e un po’ gli abitanti del delizioso Boscodirovo di Jill Barklem.

Una volta tornata a casa, come spesso purtroppo mi accade, presa da altre cose, ho lasciato da parte questo libro, ma in questi giorni mi è capitato di nuovo tra le mani, mentre cercavo un altro titolo, e ho deciso di parlarvene.

Autunno 1152 è il primo volume di una trilogia di fumetti scritta e disegnata da David Petersen, artista americano di 39 anni che vive nel Michigan.

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La vicenda è ambientata in un immaginario mondo medievale e ha per protagonisti una colonia di topolini, accanto a loro altri personaggi antropomorfi, per i quali la vota è una sfida quotidiana tra nemici predatori e intemperie. In particolare in questo primo volume, composto da una serie di sei storie, facciamo la conoscenza della colonia, costretta a trovare rifugio dai pericoli nelle zone più impervie in cui ha costruito piccole città-fortezza. L’evento principale è la lotta vittoriosa contro il Signore della Guerra delle Donnole, svoltasi nel 1149. Però anche l’estrema sicurezza di queste piccole città ha un rovescio della medaglia, cioè il rischio che tanta sicurezza si trasformi in una sorta di prigione per la comunità. Ecco quindi che viene creata un’altra fortezza, battezzata Lockhaven, nella quale si stabilisce un manipolo di topolini tra i più agguerriti e coraggiosi, i quali costituiscono così la Guardia d’Onore, in difesa della sicurezza della comunità, che possa così vivere e prosperare senza rischi. Lockhaven è una fortezza scavata nella pietra e avvolta da un folto manto di edera per cui dall’esterno è visibile solo la facciata principale; al suo interno, oltre alle guardie scelte, un gruppetto di civili ingaggiati in qualità di artigiani. Sono impiegati nella produzione e nella manutenzione delle armi necessarie alla difesa, lavoro che richiede molto tempo e non può essere quindi affidato alle guardie; nel lavoro in cucina, in quanto non si può mai sapere quanti topi saranno presenti all’interno della fortezza, per badare all’immagazzinamento delle provviste e alla preparazione del famoso pane farcito di noci, semi e frutta, il Gabcroon, ottimo per nutrirsi nei viaggi; nella produzione di tessuti caldi e resistenti, così importanti per l’abbigliamento dei soldati; nell’apicoltura per produrre miele e cera, utili in artigianato e in medicina, ma anche perché la presenza di numerosi api agisce da deterrente contro certi tipi di predatori. Altri artigiani presenti nella fortezza sono gli scalpellini, i carpentieri, i vasai, i mugnai e i fornai.

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I protagonisti principali sono i tre topolini Saxon, Kenzie e Lieam. Il primo è un abile, ma rude guerriero sempre pronto a menare lo spadone; il secondo è il veterano delle Guardie, abile nel maneggiare il bastone e famoso per la ponderatezza con cui affronta le situazioni; il terzo è il più giovane, una recluta ancora inesperta, ma dotata di grande coraggio.

David Petersen nel libro parla così delle sue storie: “Iniziai a pensare alle avventure che state per leggere più di dieci anni fa. Tutto cominciò con una frase, un semplice appunto annotato su un pezzetto di carta: ‘I topo hanno una cultura tutta loro, sono troppo piccoli per integrarsi con gli altri animali’. Queste parole mi hanno spinto a pensare in che modo i topi sarebbero potuti sopravvivere in un mondo ostile e infestato da feroci predatori. Di certo avrebbero dovuto nascondere le loro città, difenderle nel territorio e renderle il più possibile autosufficienti. Dal punto di vista della mia storia, ciò significa che i topi erano prigionieri delle loro stesse case. Così sono nati Saxon, Kenzie e Lieam, tre topi che avevano il compito di esplorare il territorio per il loro popolo. Dal momento in cui l’idea delle guardie d’onore iniziò a frullarmi nella testa, il loro mondo si arricchì di tantissimi personaggi, città e villaggi e delle loro storie che, nel 2005, si riversarono sulla carta.”

Come vi ho scritto all’inizio, Autunno 1152 è il primo volume della trilogia, seguito da Inverno 1152, in cui vediamo i personaggi della saga lottare contro la mancanza di viveri e di medicinali mentre l’oscura ombra di un nemico sconfitto torna a profilarsi.

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Il terzo volume, La Scure Nera, in realtà è un prequel dei primi due perché le vicende si svolgono nel 1115 e i protagonisti sono i due topolini Em e Celanawe, l’una saggia studiosa e l’altro una guardia veterana.

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Questo è il sito in inglese dedicato alle Guardie d’Onore.

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Rughe

Copertina

Dall’11 al 14 ottobre si è tenuto a Roma il primo salone della letteratura per ragazzi, nel centro culturale Elsa Morante.
Naturalmente non mi sono lasciata sfuggire l’occasione e vi ho trascorso un paio d’ore in attenta esplorazione dei libri presentati, facendo alcune scoperte interessanti.
Di una voglio parlarvi oggi, dopo aver letto la storia con piacere e con partecipazione.
Diciamo subito che esula dalle mie letture abituali perché si tratta di un fumetto. Non mi piace la definizione graphic novel e perciò non la userò.
Autore della storia, che si intitola Rughe, è il giovane valenciano Paco Roca (1969) considerato uno dei più validi autori contemporanei del genere.
Questa sua opera è pluripremiata e con tutti i meriti. Rughe ha cominciato a riscuotere consensi nel 2007, aggiudicandosi il premio come miglior fumetto e miglior sceneggiatura al Salone Internazionale del Fumetto di Barcellona; l’anno successivo sì è aggiudicata ben tre riconoscimenti: miglior fumetto secondo il Diario de Avisos e al Premio Nazionale di Spagna, e miglior opera lunga al Lucca Comics. Nel 2009 ha ricevuto il Gran Premio Romics come miglior libro a fumetti e l’autore nel 2013 ha ricevuto il Romics d’Oro.
Ciò che rende interessante e coinvolgente la storia è la scelta dell’argomento: Paco Roca ci racconta con parole e immagini il progressivo deteriorarsi della vita di Emilio, direttore di banca in pensione, che viene ricoverato dal figlio in una casa di cura. I familiari sono esasperati dai suoi scatti, dai suoi vuoti di memoria, dalle sue fissazioni. Durante la degenza nella casa di cura Emilio deve fare i conti con l’amara realtà: il quotidiano degenerare della sua vita non è semplicemente dovuto all’incalzare dell’età, ma è il primo manifestarsi del morbo di Alzheimer, che gli sta togliendo poco alla volta, giorno per giorno, i ricordi, ma che lui ancora ignora.

pag.4

In questo senso è struggente e bellissima l’immagine di copertina, che ci mostra i ricordi di Emilio fuggire dalla sua testa come sbiadite fotografie in balia del vento.

pag.14

Nella casa di cura Emilio conosce la dura e sgradevole realtà della vita di un anziano “parcheggiato” e spesso dimenticato dai familiari, che si presentano per una fugace visita solo in occasione del Natale.

pag.8

Il mentore di Emilio nella nuova realtà di vita è il cinico e disincantato Miguel senza legami affettivi e familiari, che non esita ad approfittarsi della debolezza degli altri compagni di sventura. Così Emilio sprofonda giorno dopo giorno in una realtà fatta di medicinali e di lunghe ore a sonnecchiare in poltrona o davanti al televisore, perennemente sintonizzato su un canale che trasmette documentari sulla vita degli animali, consapevole del disagio degli stessi infermieri che si prendono cura di loro.
La loro vita si svolge al primo piano tutta all’insegna dello sforzo di evitare il trasferimento al secondo, spauracchio di tutti i ricoverati in quanto è il desolato approdo di chi cede del tutto alla malattia e non è più in grado di badare a se stesso in autonomia.

pag.24

In un drammatico colloquio con il medico della struttura Emilio prende coscienza per la prima volta del suo male e scopre di trovarsi nella prima fase dal’incalzare rapido e devastante.
Emilio però non vuole cedere, ricorre all’aiuto di Miguel e a ogni tipo di espediente per aiutare la memoria sempre più debole: cerca di leggere per molte ore il giorno, appunta disegni e parole sui vestiti e sugli oggetti, si scrive le risposte nel palmo della mano per cercare di superare i periodici test del medico.

pag.64

Mentre vede i compagni di sventura via via cedere e sprofondare, sparendo al secondo piano, Emilio tenta persino la fuga con Miguel, che è riuscito a procurare una macchina, e con Antonia, ma l’esperienza finisce piuttosto male.
Non voglio togliervi il gusto della lettura andando avanti nella narrazione.

pag.65

L’abilità di Paco Roca sta nell’aver saputo trattare l’argomento di questa malattia con delicatezza, con sentimento e anche con un po’ di delicato umorismo, dalla mancanza di memoria alla mancanza di affetto e di contatto con la realtà.
Lo stile grafico è nitido, ma morbido e mi ha ricordato le tavole del fumettista belga Hergè, il papà di Tin Tin, mentre la narrazione è un sapiente alternarsi di momenti che fanno sorridere, sia pure con un fondo di amarezza, e di momenti che toccano il cuore, il tutto in una malinconia che però non cede alla disperazione.

pag.66

Una bellissima lettura consigliata agli adolescenti, ma anche agli adulti, che vogliano accostarsi in modo insolito ma veritiero alla dura realtà del morbo di Alzheimer.

Paco Roca

Tre grandi classici in versione pop up

Il libro animato è più conosciuto anche qui in italia come pop up e tale denominazione indica un’opera le cui pagine sono realizzate con una particolare struttura che offre al lettore la sensazione del movimento e l’illusione della tridimensionalità.
La storia dell’evoluzione del libro pop up  è piuttosto elaborata e come fenomeno commerciale è esploso negli ultimi due decenni.

Le forme più semplici di libri pop up sono da sempre state destinate ai bambini più piccoli, poi si sono via via evolute diventando vere e proprie opere interattive sulle quali il piccolo lettore può intervenire aprendo finestrelle e sportellini, tirando linguette che gli mostrano particolari e piccoli segreti.

Il libro pop up ha conosciuto poi un rapido sviluppo e questa tecnica non è più solo applicata ai libri per la prima infanzia, infatti i libri di cui voglio parlarvi oggi, pur essendo rivolti a pubblico la cui età di lettura va dagli otto anni, per la loro realizzazione accurata meritano di figurare anche in una biblioteca adulta.
Si tratta di tre volumi della casa editrice Ideeali dedicati a tre grandi classici della letteratura.

Dracula

titolo: Dracula
autore: Bram Stocker
pop up: David Hancock
disegni :Anthony Williams
storia: Claire Bampton
prezzo: euro 24,00

Frankenstein

titolo: Frankenstein
autore: Mary Shelley

pop up: David Hancock
disegni :Anthony Williams
storia: Claire Bampton
prezzo: euro 24,00

Un canto di natale

titolo: Un canto di Natale
autore: Charles Dickens
rivisitazione: Martin Howard
traduzione: Marianna Sala
prezzo: euro 26,50

In questi tre volumi di elegante fattura si fondono l’arte degli illustratori contemporanei e quella dei maestri del pop up per accompagnare testi rielaborati fedelmente dalle versioni originali, offrendo così al lettore una lettura visiva di grande impatto emotivo e arricchita di un notevole apparato di immagini evocative e intense, che lo proiettano nell’universo creato dai grandi autori di queste storie senza tempo.

I Ronfi

ErbaRonfa03-01Il papà dei Ronfi si chiama Adriano Carnevali, è nato a Milano il 16 settembre 1948 e ha cominciato la sua carriera come insegnante di lettere e storia alle superiori, abbandonandola presto per dedicarsi al mondo affascinante delle vignette e dei fumetti. Il suo esordio avviene nel 1973 dando il via a una lunga collaborazione con il Corriere dei Ragazzi e con il Corriere dei Piccoliin cui compaiono per la prima volta nel 1981 i Ronfi, animali strani e pasticcioni che ben presto diventano un appuntamento di grande successo presso i piccoli lettori. La sua carriera è molto ricca di attività, in collaborazione con la moglie Donatella Zanacchi: scrive, disegna, collabora a testate enigmistiche, si dedica alla pittura, ai bassorilievi in creta e alle composizioni lignee, aprendo un negozio ad Angera, sul Lago maggiore, in cui espone e vende le proprie opereronfoMa chi sono e che cosa fanno i Ronfi?

Innanzitutto vanno classificati, sono roditori, ma di un tipo assai particolare e smentiscono tutto ciò che conosciamo sugli animali grazie alla teoria dell’adattamento all’ambiente. Già il fatto di chiamarsi Ronfi la dice lunga sulla loro vivacità, sono incauti e pasticcioni, finiscono sempre nei guai perché non hanno la minima idea di come vivere, o meglio sopravvivere, nel bosco tuttavia sono saputelli e dotati di una fortuna sfacciata che li aiuta a cavarsela sempre in ogni situazione. Possono inoltre contare sul benevolo e provvidenziale aiuto degli altri abitanti del bosco Le loro avventure dei Ronfi sono quindi un susseguirsi di guai nei quali finiscono e dai quali miracolosamente si liberano.

RonfiFuga-1Nell’unico libro a loro dedicato, Il bosco dei Ronfi (Mursia, 1983), che raccoglie alcune storie già apparse sul Corriere dei Piccoli,  è riportata la loro carta d’identità:
Il Ronfo (nome scientifico Ronfus-Ronfus) è un piccolo roditore dotato da madre Natura di qualità eccezionali. Infatti possiede: lunghe orecchie, che gli servono per impigliarsi nei rami; un grande naso, che gli permette di fare starnuti colossali quando è raffreddato; una folta pelliccia, color pelo di ronfo, che d’estate tiene un caldo che non vi dico. Il Ronfo mangia legno dolce e trascorre circa sei mesi all’anno in letargo nella tana. Durante gli altri mesi divide il suo tempo tra ronfate all’aperto, riposini e pisoloni.

spec_bosco01Nel corso della loro vita le vicende dei Ronfi si sono articolate secondo tre filoni distinti: selvatici, evoluti e ecologici.

ErbaRonfa-01I Ronfi selvatici sono semplici e poco evoluti, convivono in lunghe e caotiche tane o in abitano piccole e instabili capanne unifamiliari di legno e terricciola loro massima aspirazione è nutrirsi del fantomatico legno dolce e dormire il più possibile. Hanno un problema, devono rintuzzare i caparbi e costanti attacchi del loro naturale nemico, il lupo, il quale mette in atto di volta in volta i più esilaranti e patetici tentativi di fare di un Ronfo la propria ppietanza principale. Tanto è sfortunato il lupo nel circuirlo, tanto sono sfacciatamente fortunati i Ronfi nello sfuggirgli, anche per merito degli altri abitanti del bosco che partecipano alle loro disavventure: topi, gatti, uccelli, scoiattoli, castori. Peculiarità del Ronfo selvatico quindi è il cacciarsi in un guaio o in un pasticcio per sbadataggine e incapacità, salvo poi non rendersi bene conto della portata del pericolo, o addirittura travisarlo, ma scamparla per il rotto della cuffia senza aver fatto nulla di responsabile, grazie solo a una serie di eventi fortunati e combinati.

RonfiCorsa-1I Ronfi evoluti vivono in un villaggio ben strutturato, ma continuano a nutrirsi di legno dolce, la cui produzione è un loro segreto (un po’ come la salsapariglia dei Puffi). Anche loro hanno per nemico un lupo, ma stavolta si tratta di una creatura evoluta e quindi molto pericolosa, il professor Wolf che si è laureato all’Università di Lupinga ed è in grado di realizzare geniali invenzioni, tutte allo scopo di impossessarsi del segreto del legno dolce per fini di lucro. Altra caratteristica del professor Wolf è l’essere un individuo assolutamente anti ecologico, infatti le sue creazioni ai danni dei Ronfi hanno sempre lo scopo di danneggiare l’ambiente. Di solito i Ronfi sembrano in procinto di soccombere, ma per fortuna il solito imprevisto butta all’aria il piano del professor Wolf salvando Ronfi e ambiente. In questo filone sono presenti anche personaggi ben caratterizzati come Pier Ronfo (l’unico Ronfo intelligente e saggio), lo sciocco lupo Gregorio (assistente del professor Wolf), il presidente Ronfoni (capo della comunità che non blilla per prontezza d’ingegno) e il dottor Ronfstein (il geniale inventore del legno dolce, ottenuto dal legno normale nel quale viene inserito un preparato distillato dalla rara e segreta erba ronfa)

Ronfi3001-1I Ronfi ecologici sono stati protagonisti di poche strisce naturalmente tutte dedicate ai temi della salvaguardia ambientale.

giocoLe informazioni sui Ronfi vengono da qui e le immagini da qui

I coniglietti suicidi

Coniglietti 1Titolo      Il libro dei coniglietti suicidi
Autore    Andy Riley
Prezzo    € 10,00
Editore    Mondadori (Biblioteca umoristica)
Pagine     84, illustrato
Coniglietti 2 (2)Titolo       Il ritorno dei coniglietti suicidi
Autore     Andy Riley
Prezzo      € 10,00
Editore     Mondadori (Biblioteca umoristica)
Pagine     100, illustratoSi avvicina il Natale e la corsa ai regali è cominciata.
Il mio consiglio è scontato, passate prima in libreria, che un libro adatto si trova sempre.
Però il suggerimento particolare che voglio darvi è un po’ insolito.
Non si tratta di un libro adatto ai più piccoli, ma senza dubbio piacerà ai fratelli e alle sorelle più grandi, sopratutto se apprezzano l’umorismo surreale e anche un po’ politicamente scorretto.

Si tratta di due piccoli volumi di fumetti, Il libro dei coniglietti suicidi e Il ritorno dei coniglietti suicidi, ad opera dello statunitense Andy Riley.
AeroplanoPagina dopo pagina, questi dolci batuffoli di pelo sono impegnati con la massima serietà nelle più assurde attività il cui unico scopo sia il porre fine alla loro vita. E lo fanno nei modi più incredibili che mente umana, o meglio mente coniglietta, possa elaborare, dimostrando in ogni caso grande sangue, freddo, estremo sprezzo del pericolo e autentiche capacità trasformiste.
GhigliottinaHarakiriFanno venire in mente gatto Silvestro o Willy il Coyote per la fantasia con la quale si ficcano in situazioni assurde, con la differenza però che non si tratta assolutamente di eventi accidentali. Ogni tenatto suicidio è pianificato, programmato e spesso messo in atto con un dispiegamento di mezzi e di idee che hanno del sorprendente.
Cavatappi1cane
Un’altra particolarità di questi due volumetti è che ci si può divertire a cogliere i riferimenti parodistici a celebri film.
Terminator1Terminator2Terminator3StarWarI coniglietti suicidi sono stati un regolare appuntamento per i lettori del britannico Observer Magazine e poi le loro avventure sono state raccolte appunto in due piccoli volumi. La tradizione vuole che l’idea iniziale sia venuta a Andy Riley durante un pranzo di lavoro nel quale ebbe l’idea di disegnare un tostapane dal quale uscivano orecchie da coniglio.
ArcaDa quel momento in poi sono diventati una presenza costante sul settimanale britannico, con la loro carica di umorismo nero che vuol far sorridere su un argomento così drammatico. Sono ben lontana dallo scandalizzarmi come hanno fatto coloro che accusano i coniglietti di Riley di essere un’istigazione al suicidio, o quanto meno un’espressione di pessimo gusto, e vedono in queste strisce una assoluta mancanza di rispetto.
Sollevamento pesi
Io invece sono convinta che ci siano nella realtà di ogni giorno molti altri modi, più terribili e più subdoli, per mancare di rispetto al prossimo che inventarsi improbabili e ingegnosi suicidi di coniglietti sulla carta.Buon Natale…
NataleHo tratto le immagini da qui

I piaceri della lettura

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