La capacità di osservazione è una delle doti principali per un investigatore.
E per uno scrittore.
L’uno riesce a cogliere particolari sfuggiti a tutti per dare un indirizzo preciso alle proprie indagini. L’altro li individua in una scena usuale, in un paesaggio noto, in una persona incontrata per strada e ne fa materiale di scrittura.
E così torniamo a ciò che vi dicevo prima sul “ricreare” sensazioni, situazioni, personaggi e fatti.
Ma che cosa si può archiviare nel magazzino della memoria?
Tutto ciò che vi circonda. Un effetto di luci e di ombre in una via, l’espressione buffa o intensa di un viso sconosciuto tra la folla, un gesto, qualche battuta di un dialogo colto al volo nell’autobus affollato, uno scorcio di paesaggio, una caratteristica fisica o psicologica di una persona che conosciamo o che abbiamo incontrato per caso, la voce acuta della vicina di casa, la pettinatura elaborata della professoressa d’italiano, il naso pronunciato del postino, gli occhi luminosi di un amica della mamma, un gesto abituale del fruttivendolo, un’espressione gergale sentita da un gruppetto di ragazzi davanti al bar, la smorfia del fratellino quando è arrabbiato, la camminata decisa dello zio.
Naturalmente tutte queste cose non possono restare impresse a lungo, con la loro immediatezza e con la loro freschezza, ecco perché sarà utile portare con voi un piccolo quaderno o un taccuino sui quali annotare subito tutto ciò che colpisce la vostra attenzione e la vostra immaginazione.
A casa, con calma, potrete creare un vero e proprio schedario nel quale registrare brevi descrizioni dei luoghi e delle persone, distinguendo per queste ultime i tratti fisici da quelli psicologici.
(continua)
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