L’Uomo Nero

L’Uomo Nero è stato lo spauracchio di intere generazioni di bambini, che si son sentiti minacciare di rapimento da parte dell’essere abominevole su commissione di mamme, papà e nonni i quali avevano la pazienza ridotta a brandelli dalle innumerevoli marachelle e dai capricci dei piccoli di casa.
E come non ricordare la diffusa e inquietante ninna nanna nella quale, in compagnia di una insolita e cattiva Befana, si dichiara esplicitamente il suo ruolo di sequestratore?Ninna nanna, ninna – oh!
Questo bimbo a chi lo darò?
Lo darò alla Befana
che lo tenga una settimana.
Lo darò all’Uomo Nero
che lo tenga un mese intero.
Ninna nanna, ninna – oh!
paura uomo neroL’Uomo Nero assume molti nomi, secondo il paese in cui compie le sue gesta: Spauracchio, Babau, Croquemitaine, Monsieur Louis,Jean Gris, Lowethme, Galffre e molti altri ancora, elencati con precisione in un testo molto esauriente per quanto riguarda il mondo della fantasia: La grande enciclopedia dei folletti di Pierre Dubois, Mondadori, 1992
Qui l’Uomo Nero o Bogey Man è minuziosamente descritto come una creatura di statura corta e dalla pesante ossatura, capigliatura e barba folte, pelle robusta e villosa. Pare che i pesanti abbigliamenti dotati di cappuccio(pelli di orso, cappotti foderati di muschio) servano a celare corne e orecchie puntute, così come gli stivali nascondano piedi caprini. Sembra che un tempo dimorassero in luoghi isolati come le montagne, le caverne e le foreste, poi si siano spinti sempre più vicini ai paesi e alle città, per i quali si aggirano in cerca di bambini, con una grossa gerla in spalla.

Anche nella tradizione statuniteste esiste una figura equivalente al nostro Uomo Nero, detta Boogeyman; è una cratura malvagia che, secondo le madri, vive nelle cantine e nei ripostigli e si aggira di notte, per catturare i bambini che non dormono o punirli delle loro marachelle.
Facendo leva sulla paura ben radicata che questa mostruosa figura esercita anche sugli adulti, memori delle esperienze infantili, anche il cinema gli ha dedicato attenzione. E’ del 2005 un film che si intitola appunto Boogeyman – l’uomo nero, il quale però non ha riscosso un gran successo.
boogeyman
asso bastoniEsiste anche un gioco detto Uomo Nero, che si gioca con quaranta carte, ledonna di picche quali possono essere di stile italiano (coppe, spade, bastoni e ori) o di stile francese (picche, quadri, cuori e fiori); nel primo caso si scartano gli assi tranne quello di bastoni,che rappresenta l’uomo nero, nel secondo i fanti, escluso, per il medesimo motivo, quello di picche.
Le carte vengono distribuite a tutti i giocatori, i quali provvedono a scartare le coppie di carte simili, che pongono coperte sul tavolo, poi il primo prende una delle carte del giocatore a sinistra, il quale  gliele avrà offerte a ventaglio e coperte, e scarta la coppia, se sarà riuscito a formarne una. Pian piano i giocatori diminuiscono, perché chi riesce a liberarsi di tutte le carte ovviamente esce dal gioco, e alla fine  resterà uno solo perdente, con in mano il famigerato “uomo nero”.
Dalle mie parti questo gioco si chiamasi chiama Peppa Tencia, e la sinistra carta che segna la sconfitta è la donna di picche.
Mi ricordo il gioco della “Peppa tencia” (la “Peppa sporca”), che si faceva con le carte: chi restava, alla fine del gioco, con la Donna di picche, doveva fare varie penitenze, come baciare il paiolo della polenta (e sporcarsi la faccia di fuliggine), o andare in cortile a gridare il soprannome di un vicino, o fare tre giri della stanza in ginocchio…(da “L’angolo di Rodari” in Pioniere, n. 5 dell’ 1.2.59)

Girando per il web in cerca di informazioni sull’Uomo Nero, sono incappata in una notizia per musicofili: esiste una farsa in un solo atto di Gaetano Donizetti dal nome “La romanzesca e l’uomo nero”
romanzesca e uomo nero
Qualche volta, almeno nei libri, l’Uomo Nero può rivelarsi un alleato dei bambini, come accade sosprendentemente a Bill, il protagonista del romanzo di Christine Nostlinger  “Guarda che viene l’uomo nero!”
Terrorizzato dalla mamma ogni volta in cui ne ha combinata una delle sue, il piccolo Bill si immagina l’aspetto orribile che potrebbe avere l’Uomo nero, ma resta sbalordito quando, dopo tante chiamate, il famoso Uomo Nero compare veramente e sottoforma di un tranquillo vecchietto assai bendisposto nei suoi confronti. L’uomo nero si nasconde così nella camera di Bill e lo aiuta in tanti modi, ma purtroppo un giorno viene scoperto dalla sua mamma e lo spavento lo fa trasformare davvero in una creatura orrenda. Adesso è la mamma ad essere in pericolo e chi la salverà? Solo Bill, ma a patto che lei la smetta una buona volta di chiamare ogni momento questo benedetto Uomo Nero…

L’Uomo Nero è il protagonista di un delizioso raccontino di Achille Campanile.
Ci sono vecchi signori che hanno una certa disposizione a fare l’Uomo Nero. Ne vidi uno molto gentile che si prestava cortesemente: in tram, seduto – per caso – vicino a una signora che aveva un bambino sulle ginocchia. Il bambino strepitava. “Guarda, guarda l’Uomo Nero”, gli disse a bassa voce la mamma.
E gl’indicò nascostamente il vecchio signore bonaccione, con la barbetta curata, seduto vicino a lei. Questi s’accorse della manovra e lungi dal dire: “No, guardi, signora, lei prende un abbaglio, l’Uomo Nero non sono io”, si mise gentilmente a fare l’Uomo Nero. Di quando in quando alzava gli occhi dal giornale e, guardando il bambino, faceva un mugghio. Il bambino si chetò e rimase a guardare con un certo terrore l’Uomo Nero, che continuava ad alternare la lettura del giornale con qualche mugghio in sordina…
…Ma quest’Uomo Nero non ha altro da fare che stare a disposizione dei parenti dei ragazzini? Essi lo scomodano a tutte le ore. Per le minime futilità, chiamano:
“Uomo Nero!”
E, al bambino:
“Senti? E dietro la porta”.
Questo essere terribile e misterioso – che, d’altronde, è d’una cortesia esemplare verso chi lo chiama – non ha altro a cui pensare che i ragazzini? Bella prodezza, far paura ai piccoli! Ma vada un poco a intimidire le persone d’una certa età! E sì che, in alcuni casi, ci vorrebbe per loro un Uomo Nero che si facesse sentire al momento opportuno.
Invece, il bambino non vuol dormire? Subito:
“Bada che chiamo l’Uomo Nero”.
Vero è che l’Uomo Nero, persona evidentemente seria, spesso chiamato, non si presenta mai. Resta quasi sempre dietro la porta; al massimo, qualche volta, si spinge fino a far sentire la sua voce: un misterioso ruggito che parrebbe fatto piuttosto da qualche compiacente famigliare, nascosto dietro la porta.
Si racconta – ma sarà vero? – che un giorno, sentendosi chiamare, l’Uomo Nero sbucò fuori e disse ai parenti d’un bimbo capriccioso:
“Insomma, la finite di importunarmi per mille sciocchezze? O immaginate che io sia il vostro servitore?”
Non si crederebbe, eppur ricordo d’aver udito coi miei orecchi, una volta, chiedere l’intervento dell’Uomo Nero, perché un bambino non voleva finire di mangiar la sua pappa (sic). Si può essere più indiscreti di così? Vi pare, questo della pappa, un fatto tanto importante da doversi per esso scomodare un personaggio misterioso? Da doversi tirare in ballo, niente di meno, l’Uomo Nero?
Conobbi, non vi starò a dire attraverso quali avventure, il caso di un Uomo Nero diventato la vittima di due bambini.
Costoro, per nulla spaventati dalla minaccia di chiamar l’Uomo Nero, lo chiamavano essi stessi e pretendevano di averlo sempre a disposizione. L’Uomo Nero, com’è suo costume, si nascondeva dietro le porte e faceva i soliti strani muggiti, ma i due ragazzini l’aspettavano nascosti, per dargli qualche colpo di bastone sulla testa. E lo coprivano di sberleffi per nulla riverenti verso un uomo, sia pure nero, che tante benemerenze ha presso le famiglie.

Un vedovo di mia conoscenza, che mi permetterete di non nominare, si trovava una sera nella sua stanzetta da pranzo, sotto la luce della lampada, intento a rammendare un paio di pedalini di suo figlio, bambino di circa tre anni; il quale era in terra carponi, occupato a tirar la coda al gatto.
I bambini hanno una predilezione per tirar la coda al gatto. Credo che essi sieno convinti che il buon Dio abbia fornito i gatti di quella graziosa appendice, al solo scopo di procurare un passatempo ai bambini. Opinione che non è condivisa dai gatti medesimi. I quali, lungi dal prestarsi all’innocente svago, quando si sentono tirare per la coda, tirano anch’essi dalla parte opposta, rendendo più penosa che mai la loro situazione.
L’orfanello, dunque, sarà bene ripeterlo, era occupato a tirar la coda al gatto. E il gatto a tirare l’orfanello per mezzo della coda. Nel resto della casa, deserta, regnava il silenzio. Il vedovo, senza alzare il capo dal lavoro, disse: “Lascia stare il gatto, che ti graffia”. Il bambino non se ne diè per inteso e piano piano, carponi, cercò di agguantare il gatto che s’era nascosto sotto un mobile. S’udirono lontano, nella strada, lo scampanellio d’un tram e lo strombettamento fugace d’un’automobile. A un tratto si sentì nella saletta uno strano e improvviso gorgoglio, che si concluse in nove rintocchi. La pendola. Scovato, il gatto riparò sotto la tavola, tra le gambe del vedovo, dove l’orfanello lo raggiunse. “Buono, – disse il babbo – ché tra poco si va a letto.” E, sentendo miagolare la bestiolina, si curvò, tirò fuori di sotto la tavola il bambino e disse: “Ma vuoi finirla? Bada che chiamo l’Uomo Nero”. Si mise a infilar l’ago contro il lume, e continuò: “Sai chi è l’Uomo Nero? È quello che si porta via i bambini cattivi”. Il bimbo si chetò, ma dopo poco riprese a dar la caccia al gatto. Finalmente afferrò l’animale, che si divincolò miagolando dolorosamente; lo lasciò andare, urtò contro le gambe del tavolino e del vedovo che, senza alzar gli occhi dal lavoro, chiamò:
“Uomo Nero! Uomo Nero! Vieni a prendere Carletto!”
La porta si spalancò ed entrò come una saetta l’Uomo Nero, che, dicendo: “Ai suoi comandi”, si prese Carletto e scomparve.
Quanto pianse, dopo, il povero vedovo! e ogni volta che ripensava al bambino portato via, diceva: “Ah, quanto avrei fatto meglio a non chiamare l’Uomo Nero!”
(Achille Campanile – Le ore: VII – Bambini)

1 Commento (+aggiungi il tuo?)

  1. annaritav
    Apr 07, 2007 @ 07:43:00

    @ MariaStrofa e Sgapisvirgola

    Ricambio con affetto i vostri auguri. Buona giornata.

    Rispondi

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