Il Re del Fiume d’Oro

Titolo: Il re del fiume d’oro
Autore: John Ruskin
Traduttore: Paola Antonelli
Editore: Quid, 1994
Pagine: 68
Prezzo: £. 7.000 (€ 3,62)
Età di lettura: da 8 anni

Re-fiume oro

John Ruskin è conosciuto come un grande critico d’arte, ma anche come pittore, scrittore e poeta. Il suo spirito versatile si manifesta in questa bellissima fiaba così perfetta e calibrata nei suoi canoni classici da sembrar scaturita dalla penna di un consolidato autore di narrativa per bambini. Al di là della trama, il valore della fiaba di Ruskin sta nell’abilità con la quale è riuscito a rendere variegata e multiforme una storia sotto molti aspetti prevedibile, ma con un assennato insegnamento: la bontà e la fiducia, l’onestà e la perseveranza portano sempre e solo al bene. E spiega perfettamente Brigitte Schwaighofer nell’introduzione: Come in tutte le fiabe, anche qui gl’ingredienti sono sapientemente dosati, però lo spessore e l’abilità descrittiva di Ruskin sono tali da rendere estremamente ricca e multiforme una storia per certi versi già sentita. Ma proprio lo studio di questa multiformità e lo studio dei caratteri dei protagonisti da parte dell’autore londinese fa sì che il Il Re del Fiume d’oro si collochi tra le fiabe non già come il vano esercizio di uno scrittore che nulla ha a che vedere col mondo del fantastico, ma come espressione di un grande autore che anche in questa occasione vuole trasmettere al lettore emozioni poiché, come diceva Max Luthi, “nella fiaba l’universo appare riflesso come in quelle palline di vetro con cui i ragazzi giocano per la strada…

Protagonisti della fiaba ambientata in Stiria sono Hans, Schwartz e Gluck, tre fratelli assai diversi tra loro e padroni della splendida e fertile “valle dei tesori”, così chiamata per l’abbondanza dei suoi prodotti, attraversata da un ampio fiume.
Anticamente, in una remota e montagnosa regione della Stiria, c’era una valle sorprendentemente lussureggiante. Essa era completamente circondata da scoscese montagne rocciose che culminavano in picchi perennemente innevati dai quali si dipartivano innumerevoli torrenti che ne discendevano sotto forma di cascate. Uno di questi torrenti scorreva sul versante occidentale di un picco talmente alto che quando il sole tramontava e tutto intorno c’era soltanto il buio, gli ultimi raggi si riflettevano ancora sulle acque di quella cascata conferendole una tale lucentezza da farla assomigliare a una nuvola d’oro. Fu questo il motivo per cui la gente dei dintorni lo chiamò il Fiume d’oro.” (pagg.15-16)

La valleTanto  Hans e Schwartz sono crudeli e prepotenti, sfruttatori spietati dei contadini che lavorano la valle, quanto Gluck è buono e generoso, e perciò maltrattato dai fratelli al pari di un servo.
L’intera valle apparteneva a tre fratelli, Schwartz, Hans e Gluck. I due fratelli maggiori, Schwartz e Hans, avevano un aspetto orribile con le sopracciglia che sporgevano grottescamente dalla fronte e gli occhietti dall’espressione ottusa, costantemente socchiusi, che t’impedivano di guardare nel loro animo, ma ti davano invece l’impressione di poter scavare nel tuo.” (pag.17)

Gluck, il fratello minore, era quanto di più diverso da loro si potesse immaginare o desiderare, tanto nell’aspetto che nel carattere. Era un bel ragazzo di circa dodici anni con grandi occhi azzurri ed un grande amore per tutti gli esseri viventi.” (pag.18)

I tre fratelli
In una terribile serata di pioggia scrosciante il giovane Gluck disobbedisce ai perfidi fratelli, usciti ad ubriacarsi, e offre cibo e ospitalità a un viandante. La reazione di Hans e di Schwartz non si fa attendere, ma il misterioso ospite si rivela per ciò che realmente è, il forte Vento di Sud-Ovest, e punisce i due perfidi uomini soffiando sulla valle con una forza tale da distruggere tutti i raccolti per poi sparire, lasciando lentamente inaridire la terra fino a trasformarsi in un deserto.

Finalmente arrivò l’alba e i due fratelli si affacciarono dalla finestrella di Gluck per guardare il mattino. La Valle dei Tesori non era che rovina e devastazione. L’inondazione aveva spazzato vi alberi, messi e bestiame, lasciando dietro di sé uno strato di sabbia rossa e di melma grigia. I due fratelli entrarono in cucina rabbrividendo ancora per la paura. Anche qui l’acqua aveva trascinato via tutto: grano, denaro, mobilio, tutto, tranne il tavolo sul quale era rimasto un piccolo cartoncino bianco. a caratteri grandi e ariosi vi erano scritte queste parole: IL GRANDE SIGNORE IL VENTO DI SUD-OVEST. ” (pagg.31-32)

Il Vento di sud ovestPer combattere la povertà, Hans e Schwartz si trasferiscono nella città vicina e si danno ad una nuova attività, il commercio dell’oro accumulato in tanti anni di soprusi. Avidi e disonesti come sempre, fondono l’oro puro e lo lavorano con il rame, mentre il povero Gluck è sempre maltrattato e addirittura  obbligato a sacrificare l’unico suo bene, un bel boccale d’oro.
Il boccale aveva un aspetto veramente molto bizzarro. Il manico era formato da due trecce di fluenti capelli d’oro, così finemente lavorate da sembrare più seta che metallo. Queste due trecce discendevano lungo il boccale e andavano a confondersi con una barba e con dei mustacchi di altrettanta squisita lavorazione. Il tutto andava ad incorniciare e decorare un piccolo volto altero, dell’oro più rosso che si possa immaginare, proprio al centro del boccale stesso. la cosa più straordinaria erano gli occhi, talmente espressivi che sembravano emergere e dominare su tutta l’opera.” (pag.35)

Dopo la fusione del suo boccale prediletto, Gluck vede uscire dal crogiuolo addirittura il Re del Fiume d’oro che gli svela un segreto: chi verserà tre gocce d’acqua benedetta nel fiume, potrà trasformarlo in oro. L’impresa è allettante, ma assai rischiosa, perché se l’acqua non sarà pura, il malcapitato verrà trasformato in una pietra nera.

Il re del fiume dCostretto dai fratelli a rivelare il segreto, Gluck viene abbandonato a se stesso mentre i due cattivi fratelli, l’uno dopo l’altro, si procurano con l’inganno l’acqua benedetta e tentano la sorte. Lungo il difficile cammino s’imbattono in creature assetate, alle quali negano per egoismo anche una sola goccia d’acqua ed entrambi, come giusta punizione, appena rovesciano la fiaschetta nelle acqua del fiume, si vedono trasformare in pietre nere.
Rabbrividendo, staccò la fiaschetta dalla cintola e la scagliò al centro del torrente. Appena l’ebbe fatto, un brivido gelido gli percorse tutte le membra: Hans barcollò, urlò e cadde e le acque si chiusero sopra il suo grido. Il gemito del fiume si levò selvaggiamente nella notte quando prese a scorrere turbinando sopra Hans ormai divenuto la PIETRA NERA.” (pag.54)
Nel momento stesso in cui la fiaschetta toccò l’acqua, Schwartz fu accecato da un lampo e la terra si spalancò sotto i suoi piedi e lo inghiottì: le acque del fiume spensero il suo grido. Il gemito del fiume si levò selvaggiamente nella notte quando prese a scorrere turbinando sopra Schwartz ormai divenuto la SECONDA PIETRA NERA.” (pag.59)

Le pietre nereDopo giorni di angosciosa attesa Gluck decide di andare in cerca dei fratelli scomparsi e si procura un  po’ di acqua benedetta. Anche lui si imbatte nelle misere creature assetate e non esita a sacrificare l’acqua che ha con sé per dissetarle. Una di queste creature si rivela essere ancora una volta il Re del Fiume d’oro, il quale mostra a Gluck l’orrenda fine di Hans e di Schwartz. Di fronte a tale spettacolo, Gluck scoppia a piangere e le sue lacrime cadono nel fiume. Egli fa mestamente ritorno a casa, ma, giunto a valle, comprende il senso del segreto rivelatogli perché la valle in cui scorre il limpido fiume è tornata ad essere verde e fertile, accarezzata dal Vento di Sud-Ovest.
Mentre Gluck osservava meravigliato e attonito, lungo i nuovi ruscelli andava spuntando l’erba e piante rampicanti si distendevano sul suolo che andava arricchendosi d’acqua. Lungo le rive del fiume germogliavano improvvisamente nuovi fiori come stelle che risaltano sullo sfondo di un cielo all’imbrunire. E ancora, macchie di mortella e tralci di viti che man mano che crescevano allungavano le loro ombre sulla valle. Fu così che la Valle dei Tesori tornò ad essere il giardino di un tempo e i possedimenti, persi per malvagità, furono riconquistati grazie all’amore.” (pag.68)

Fine
Le illustrazioni sono di Dino Battaglia e sono tratte dalla storia a fumetti pubblicata sul Corriere dei Piccoli n. 52 del 29 dicembre 1968.

17 commenti (+aggiungi il tuo?)

  1. almerighi
    Ott 19, 2011 @ 12:31:00

    oh mamma mia, mi hai fatto ricordare Batteglia e il Corrierino, all'epoca avevo 9 anni

    Rispondi

  2. annaritav
    Ott 19, 2011 @ 16:38:00

    Sono bei ricordi, avevo la tua stessa età!
    Salutissimi, Annarita

    Rispondi

  3. dreca
    Ott 25, 2011 @ 13:38:00

    queste illustrazioni di Battaglia non le conoscevo, grazie per averle condivise 🙂

    Rispondi

  4. chiccama
    Ott 27, 2011 @ 09:29:00

    ma che bel post!
    conosco  John Ruskin per questioni di "bottega" in particolare per la sua idea sul restauro, davvero intressante e poi perchè amico fedele di Turner pittore da me amatissimo e avevo letto a mia figlia in tempi lontani questo racconto
    trovarlo qui mi ha fatto un grandissimo piacere
    grazie davvero
    chicca

    Rispondi

  5. annaritav
    Ott 31, 2011 @ 10:15:00

    dreca e chiccama, sono sempre molto contenta quando un post incontra il gusto dei lettori e suscita piacevoli ricordi!
    Salutissimi, Annarita

    Rispondi

  6. utente anonimo
    Nov 08, 2011 @ 07:24:00

    Brava! Proponi sempre libri interessanti e scovi spesso delle storie o degli autori poco conosciuti o in una insolita veste, come in questo caso. Un caro saluto, Annita Pozzani

    Rispondi

  7. annaritav
    Nov 09, 2011 @ 20:05:00

    Grazie, Annita, un abbraccio!

    Rispondi

  8. cuoredigiada
    Nov 11, 2011 @ 20:59:00

    Questa frase è un condensato di poesia
    "nella fiaba l'universo appare riflesso come in quelle palline di vetro con cui i ragazzi giocano per la strada…"
    Mi piace moltissimo!
    Un abbraccio :)))

    Rispondi

  9. happysummer
    Nov 12, 2011 @ 11:59:00

    Ciao, ho letto che probabilmente Splinder chiuderà e un po' lo temevo perché gli utenti sono diminuiti vertiginosamente… Ho anche pensato di fare una "Giornata pro Splinder", perché ho la forte sensazione che gli utenti siamo più di quelli che sembra, solo che tanti ci stanno poco e non accendono la lucina verde. In questa giornata tutti dovremmo collegarci in contemporanea per dimostrare che noi ci siamo, che noi siamo qui! Tra sabato 12 e domenica 13 novembre, teniamo tutti la lucina verde accesa. Che ne pensi?
    Sarebbe troppo triste se chiudesse davvero!

    I

    Rispondi

  10. annaritav
    Nov 17, 2011 @ 19:06:00

    Grazie, Cuoredigiada, un abbraccio!
    Happysummer, io sono sempre connessa, speriamo che serva a qualcosa, ma ho i miei dubbi, che peccato!
    Salutissimi, Annarita

    Rispondi

  11. annitapoz
    Nov 30, 2011 @ 08:21:25

    Bene arrivata su wordpress, per me ora sarà più semplice seguirti e lasciarti qualche saluto 😉

    Rispondi

  12. gabrilu
    Dic 01, 2011 @ 21:08:02

    Ed eccoti qui su WP anche tu! Bene, bene, bene! 🙂

    Rispondi

  13. secondodreca
    Dic 04, 2011 @ 20:32:38

    ciao io non riesco a passare a worpress. non è che potresti spiegarmi come hai fatto?

    Rispondi

  14. dreca
    Dic 05, 2011 @ 13:09:50

    risolto

    Rispondi

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