Titolo: Il gatto non adulterato
Autore: Terry Pratchett.
Traduttore: Valentina Daniele
Illustratore: Gray Jolliffe
Editore: Salani
Prezzo: euro 12,90
Pagine: 155
Lo scorso 17 febbraio, chi più chi meno, abbiamo celebrato la giornata del gatto o perlomeno reso omaggio ai felini che allietano le nostre case o infestano i nostri giardini, secondo i punti di vista. Anche in libreria c’era un piccolo espositore dedicato alla ricorrenza e non mi sono lasciata sfuggire questa vademecum stilato nel 1989 dalla penna esuberante del compianto Terry Pratchett, fecondo autore dell’immortale saga del Mondo Disco.
Il gatto non adulterato, con le graffianti, è il caso di dirlo, illustrazioni di Gray Jolliffe, è un utilissimo manualetto che ci insegna con ironia a scoprire se i gatti che ci circondano sono finti o veri. Capitolo dopo capitolo, in tutto diciannove, la penna arguta di Terry Pratchett condurrà pian piano il lettore a confrontarsi con il gatto più prossimo, proprio o magari del vicino, osservandolo con il medesimo sguardo acuto e critico che il gatto stesso ha da secoli con gli umani.
La visione del mondo felino che ci regala sir Terry è divertente e intrigante ma nel medesimo tempo un grido di allarme sul pericolo di estinzione dei gatti veri, quelli con delle facce che sembrano finite in una morsa e colpite ripetutamente con un martello avvolto in un calzino oppure che hanno orecchie che sembrano essere state accorciate con una forbice dentellata. (pagg. 9-10), che non portano mai il fiocco né il collare antipulci, che mangiano impunemente qualsiasi cosa si trovi sul tavolo, sperando di farla franca, e sentono il frigorifero che si apre pur trovandosi a due camere di distanza.
Un bell’esempio di gatti falsi sono quelli della pubblicità, così docili e rispettosi, dall’aria così paziente e tollerante, pronti a fare le fusa in qualsiasi momento, insomma tutto il contrario del nostro bel gattone non adulterato.
Dopo aver letto questo libro, i più piccini si saranno divertiti un mondo e i più grandicelli osserveranno il gatto con occhio diverso.
Terry Pratchett non trascura nessun aspetto della vita felina, dal nome al sesso, dalla storia al cibo, dalle malattie alla disciplina, ci suggerisce come prendere un gatto e ne illustra i tipi veri, facendoci dimenticare il concetto di razza per concludere sul futuro del gatto vero il quale, qui sta la sorpresa, non ci riserverà sorprese in quanto i gatti veri sono survivalisti all’ennesima potenza.
Il gatto vero avrà un nome brevissimo e secco, di quelli che potrai tranquillamente urlare anche a mezzanotte affacciato alla finestra mentre sbatti il cucchiaio su una lattina di cibo o nel bel mezzo di una cucina affollata, accorgendoti che un sacchetto pieno di bistecche si sta muovendo furtivamente verso il bordo del tavolo e e tutto ciò ci fa capire perché gli Egizi avessero una dea con la testa di gatto chiamata Bast.
Per concludere, un piccolo brano dal capitolo dieci
Tutti i gatti sono gatti di Schrödinger. Se si capisce questo, i gatti non hanno più segreti… Tutti conoscono il celebre esperimento mentale di Erwin Schrödinger. Si mette un gatto in una scatola con un flacone di veleno, e molti direbbero che basta così. Poi si aggiunge un piccolo meccanismo che potrebbe (o no) rompere il flacone: tutto dipende da cosi nucleari molto piccoli e casuali rilasciati da un materiale radioattivo. Che è pure lui nella scatola. La scatola è bella grande. Ora, secondo la teoria quantistica, il gatto nella scatola è insieme un’onda e una particella… insomma, qualunque cosa sia, oper via di tutti i quanti si trova in una condizione per cui non è né vivo né morto, ma entrambe le cose allo stesso momento, finché l’osservatore solleva il coperchio e nell’atto di osservare fissa il gatto spazio/tempo eccetera. O si ritroverà a osservare un candidato per il camposanto, oppure una massa sputacchiante di odio mediamente radioattivo con dentro dei pezzetti di vetro. La cosa strana è che prima che il coperchio sia sollevato, non solo il futuro del gatto è incerto, ma lo è anche il suo passato recente… (pagg. 91-92)
Commenti recenti