Le ferie sono quasi finite, il rientro in ufficio è imminente e mi godo questi ultimi giorni di vacanza guardando le foto del nostro giro per il nord ovest dell’Italia.
Di tutti i luoghi visitati senza dubbio uno può attirare l’attenzione di piccoli e grandi: la rocca di Angera, sul lago Maggiore, con il suo ricco museo della bambola e del giocattolo.
La rocca, sorta probabilmente sui resti di una fortificazione romana, dopo varie vicissitudini è divenuta proprietà della famiglia Borromeo e tutt’oggi le appartiene.
Il museo fu fondato nel 1988 dalla principessa Bona Borromeo Arese e da allora si è via via arricchito tanto da fornire al visitatore un’esaustiva documentazione storica dello sviluppo di questi oggetti, compagni da sempre della crescita dell’uomo.
Le bambole sono in mostra secondo un rigoroso criterio cronologico, che illustra efficacemente il susseguirsi nel tempo dei vari materiali utilizzati, dai più semplici modelli artigianali fino agli esemplari di più recente produzione.
Il museo è fornito attualmente di oltre millequattrocento bambole che vanno dal dal XVIII secolo ai giorni nostri, realizzate in vari materiali (cera, legno, cartapesta, porcellana, biscuit, tessuto) e dotate di ricchi abiti che costituiscono veri e propri corredi in miniatura.
Si affiancano alle bambole altri oggetti quali vari tipi di giocattoli, case di bambole riccamente arredate, negozi in scala rifiniti sin nei minimi dettagli, ma anche libri e riviste, fotografie ed ex libris, figurine e giochi di società o didattici.
Una tale ricchezza di materiale fa di questo museo uno dei principali del genere in Europa.
L’esposizione è collocata nelle sale dell’ala Borromea e nell'”oratorio” e le vetrine sono fornite di pannelli esplicativi che forniscono notizie e curiosità sugli oggetti esposti.
Nucleo principale del museo è la collezione Borromeo, che si è via via arricchita con acquisizioni e con donazioni.
È presente inoltre una bella sezione dedicata agli automi della collezione del Petit Musée du Costume di Tours, costituita da automi francesi e tedeschi realizzati tra il XIX e il XX secolo.
Non manca una piccola sezione di bambole del mondo, provenienti da varie culture extraeuropee.
Alcune bambole mi hanno colpita:
La bambola che riproduce le fattezze dell’imperatrice Eugenia de Montijio, moglie dell’imperatore Napoleone III, raffigurata sulla copertina del volume illustrativo del museo, curato dal prof. Marco Tosa, dal quale ho desunto le notizie.
La bambola venditrice tedesca (1845) con la testa e gli arti di porcellana e il suo ricco apparato di mercanzia.
La bambola americana Shirley Temple (1936)
La bambola italiana di feltro (1921) con le fattezze di Rodolfo Valentino abbigliato come lo Sceicco, personaggio del film omonimo.
La bambola raffigurante la regina Vittoria, deliziosa manifattura inglese con la testa e gli arti di cera e con l’abito dell’incoronazione.
Le bellissime bambole giapponesi, dai capelli veri e con i corpi di tela o di garza imbottiti.
Insomma, vale proprio la pena di fare una visita ad Angera, alla sua rocca e a queste bellissime, mute testimonianze della nostra storia.
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