Titolo: Pic nic al cimitero e altre stranezze
Autore: Marie-Aude Murail
Traduttore: Federica Angelini
Editore: Giunti
Prezzo: euro 8,50
Età di lettura: dai 12 anni
Conoscere o no le opere dell’autore citate in questo agile “romanzo su Charles Dickens” scritto con brio da Marie -Aude Murail pone la lettura su due piani separati.
Il libro appartiene alla collana Gru Biografie di Giunti Junior e l’età di lettura consigliata è dai 12 anni in su, che fa la differenza e trasforma questo libro in una godibilissima lettura per ragazzi e adulti.
I lettori più giovani apprezzeranno l’abile tratteggio della figura di Dickens quale padre amorevole e assai desiderabile per la sua carica di umanità e di simpatia, per lo spirito giocoso che caratterizzava le sue iniziative, volte a
coinvolgere tutta la famiglia in estenuanti ma avvincenti esibizioni teatrali.
I lettori più grandi, grazie alla conoscenza dei suoi romanzi, scopriranno e capiranno molti aspetti umani del personaggio Dickens.
Il libro comincia come la più classica delle biografie, con la notizia della nascita del piccolo Charles e vivaci descrizioni di lui, della sua famiglia e dei primi anni di vita, durante i quali il futuro scrittore manifesta già il
vivacissimo e poliedrico carattere che lo distinguerà per tutta la vita.
Costretto a lavorare in una fabbrica di lucido per scarpe dalle traversie debitorie dello sconsiderato genitore, Charles nutrirà sempre un po’ di invidia per la sorellina Fanny la quale invece, essendo dotata di un certo
talento musicale, continuerà a frequentare l’Accademia reale di Musica. E quando miglioreranno le sorti del padre, finito anche nelle patrie galere per debiti, e Charles sarà iscritto alla Wellington House Academy (nome pomposo per la scuola che in realtà è), conserverà per sempre in cuore l’astio nei confronti della madre che avrebbe preferito vederlo restare in fabbrica a lavorare e a guadagnare, seppur poco.
Charles si sente un attore e tenta anche di avere un’audizione, ma un brutto raffreddore manda tutto a monte, per nostra fortuna, e comincia così a muovere i primi passi nella carriera di scrittore, che seguiamo con
partecipazione.
Di capitolo in capitolo l’autrice ci fa vivere le prime scelte importanti di Charles, come quella del matrimonio con Catherine e la frenetica attività lavorativa come stenografo prima e come scrittore di vivacissimi bozzetti di
vita londinese poi.
Nascono i suoi romanzi e i suoi personaggi che conquistano il cuore dei lettori, il successo è tanto travolgente anche all’estero che Dickens si reca persino in America, dove viene accolto trionfalmente.
Ma parliamo un po’ di papà Dickens, cosa che sicuramente ai bambini interesserà di più. Dieci figli! ma ci pensate? Charley, Mamie, Kate, Walter, Francis, Alfred, Sydney, Henry, Dora e Edward. Charles borbotta e si
lamenta, sono davvero troppi; alla nascita di Francis, il quinto, afferma “Mi rifiuto (per principio) di guardare l’oggetto in questione”, ma li ama tutti e inventa per loro buffi e teneri soprannomi. Quando è con loro si trasforma,
riesce persino a cambiare voce e persino la dura scorza del suo carattere sembra ammorbidirsi. Riceve e accetta i disegni e le poesiole di cui gli fanno omaggio come il medesimo genuino stupore; recita e si diverte con loro,
rifugge dal vittoriano uso delle pene corporali e preferisce predicare ordine e metodo.
Inoltrandoci nel racconto, scopriamo il metodo di lavoro di Dickens, siamo catapultati nella frenetica attività, dovuta soprattutto alla sua paura della povertà, retaggio dei ricordi infantili, e assistiamo alle famose letture che
mandano in visibilio i suoi ascoltatori.
Dickens ha un animo da filantropo e impiega buona parte dei suoi guadagni per iniziative benefiche in favore dei meno fortunati, mentre la sua penna riversa nei personaggi e porta alla luce della coscienza dei lettori le
aberrazioni, le miserie, lo sfruttamento.
La sua vita non è felice, ha conosciuto il dolore delle perdite familiari, il matrimonio è un disastro, l’interesse per una giovane attrice lo porta sulla bocca di tutti, ma lui continua a essere il nostro eroe, come scrive Marie-
Aude Murail, e siamo felici insieme a Charles quando riesce ad acquistare Gad’s Hill place, la casa che da piccolo gli sembrava un palazzo.
La sua parabola umana comincia la discesa, il fisico è minato dalla malattia e la salute seriamente compromessa da una vita di strapazzi, culminata con le ultime, estenuanti letture in pubblico.
Quando il 9 giugno 1877 si apprende la notizia della sua morte è un’intera nazione che si veste a lutto.
“Disse allora una ragazzina: Mr Dickens è morto? E quindi morirà anche Babbo Natale? Oggi posso rassicurare quella ragazzina. Charles Dickens è come Babbo Natale. Immortale”
Con queste parole l’autrice conclude il racconto dell’avventura umana e letteraria di questo grande scrittore.
Due parole sul titolo. L’autrice fa riferimento a una delle tante trovate di Charles Dickens quando era in compagnia degli amici e cioè portarli a fare un pic nic al cimitero, stendendo una tovaglia su una tomba e imitando i
gesti di un cameriere. E leggendo questo libri saranno molte le amabili stranezze che salteranno fuori dalle pagine, per contribuire a dare un ritratto a tutto tondo di un grande scrittore e di un uomo lieve e sagace come
pochi.
Ago 14, 2014 @ 11:35:00
L’ho letto anch’io qualche tempo fa…molto carino!
Ago 16, 2014 @ 10:04:54
Marie-Aude Murail mi piace, vedo che ne hai scritto anche tu. Buona giornata. 😀