Anastasia, Genoveffa e Cenerentola

Copertina

Titolo: Anastasia, Genoveffa e Cenerentola
Autore: Emma Dante
Illustratore: Maria Cristina Costa
Editore: La tartaruga
Prezzo: € 14,00
Pagine: 50
Età di lettura: dai 10 ai 99 anni

Ho scovato questo libriccino per caso e me ne sono innamorata.
Il titolo è inequivocabile, sappiamo subito di che cosa leggeremo, ma dentro ci aspettano gustose sorprese.
La storia è nota, la bella e buona Cenerentola fa la serva per l’orribile matrigna e le altrettanto orribili sorellastre, ma i quattro personaggi vivono in una palazzina con attico abusivo, appartenente al padre di Angelina, un barone decaduto che, in seguito alla vedovanza, si era risposato con Ignazia, la sua donna di servizio, la quale gli aveva portato in dote, oltre al proprio pessimo carattere, due figlie altrettanto discutibili: Genoveffa e Anastasia.

Ignazia con le figlie Genoveffa e Anastasia

 

La palazzina si trova nel paese di Rodìo Miliciò, tra cave di tufo e alberi di melograno. Con la morte del padre, Angelina perde nome e diritti: diventa Cenerentola e finisce confinata in un buio stanzino nel quale si fa una
cuccia con maglioni e sciarpe di lana. Combatte la solitudine parlando con le scope e con i topi e deve tapparsi le orecchie per non sentire le litanie di male parole e di pettegolezzi che riempiono la giornata delle tre sciagurate donne.

Le fatiche di Angelina/Cenerentola

Una domenica tipo delle tre streghe che passeggiano su e giù per la casa:
GENOVEFFA: Che c’è di fari, mamma?
MADRE: Che c’è di fari? Niente!
GENOVEFFA: Mi siddìo! Quant’è che camminiamo?
MADRE: Picca! Ancora è picca!
GENOVEFFA: ‘Un ci putemu firmari un momento. mà?
MADRE: No, ‘un ci putemu firmari! T’ha sgranchiri ‘i iamme se no ti veni ‘a cellulite!
GENOVEFFA: Uffa! Dov’è Cenerentola?
MADRE: Chi ‘nni saccio? Quanno ‘a chiamo ‘un viene mai, non lo so dov’è!
GENOVEFFA: Ci fai fare tutte cose a lei, mà!
MADRE: ‘A vulissi fari tu ‘a cammariera?
GENOVEFFA: Almeno facissi quacchecosa di utile invece di fari avanti e indietro come a uno yo-yo!
ANASTASIA: Solo cretinate sai dire, Genoveffa?
GENOVEFFA: Ha parlato l’intelligentona!
ANASTASIA: Che cosa vorresti insinuare?
GENOVEFFA: Talé, parla tutta erudita. “insinuare”… ma va chiuditi, va!
MADRE: V’ha pigghiari a legnate? ‘Un vi pozzu sentiri cchiù, stetevi mute! E caminate… caminate senza strisciare ‘i tappini… isa i piedi Anastasia, se no ti scippo l’unghia a uno a uno!

Le espressioni delle tre arpie

Questo sapido esempio vi da un assaggio di questa storia, raccontata in dialetto siciliano con ironia e gusto per il colore che trasuda dalle frasi delle tre perfide donne e persino del principe. la lingua italiana, magari con qualche ridicolo francesismo, è riservata ai momenti diciamo così alti; persino il principe, nello scoprire l’impeto del neonato amore per la bella sconosciuta, si esprime in siciliano. Questo principe che ha capito subito quanto la bella Cenerentola sia pulita e onesta fuori e dentro e la vera magia che compie la fata è usare la sua bacchetta per dare la giusta punizione alle cattive della storia e rassicurare noi lettori che non la faranno franca, mai e poi mai.

Il ballo

Vi lascio al gusto di questa saporita lettura e vi dico solo che è il prodotto cartaceo dello spettacolo teatrale portato in scena con grande successo da Emma Dante.

Le belle illustrazioni sono di Maria Cristina Costa, che non esita a mettere al servizio della storia la bruttezza interiore della matrigna e delle sorellastre, affermata anche dalla loro sgraziata esteriorità.

La punizione finale

Una curiosità: scrivendo Rodìo Miliciò nel motore di ricerca Google, i risultati mi conducono a Rodì Milici, paese del Messinese. Chissà se c’è un legame?

Di seguito le note biografiche sulle autrici, prese dal libro.

Emma Dante è nata a Palermo nel 1967. Drammaturga e regista, si è diplomata all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico nel 1990 e ha vinto numerosi premi. La sua capacità è nell’esplorare i temi familiari e dell’emarginazione attraverso una poetica di tensione e di follia venata di umorismo.

Maria Cristina Costa è nata a Roma nel 1968. Sfuggita alla carriera di insegnante di latino, come avrebbe voluto la nonna, si è gettata nell’esplorazione del mondo dell’illustrazione. Lavora come scenografa di cartoni animati per lungometraggi e serie televisive e come illustratrice per giornali, libri per bambini e pubblicità.

 

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