Fiabe e filastrocche vetrallesi

Titolo: Fiabe e filastrocche vetrallesi

Curatrice: Gabriella Norcia

Editore: Davide Ghaleb Editore

Pagine: 47

Prezzo: euro 10,00

Leggendo l’introduzione di Gabriella Norcia, curatrice della raccolta, è facile immedesimarsi nelle sue parole e riandare con la memoria alle nostre giornate infantili, quando nel nostro piccolo mondo c’era una figura adulta, mamma o nonna o zia o amica che fosse, la quale ci introduceva, tenendoci per mano, nel fantastico mondo delle fiabe, narrate la sera nel rifugio della cameretta prima di dormire o in certi pomeriggi estivi in un angolo fresco della casa o davanti al fuoco vivace di un camino.
Poteva trattarsi delle più classiche fiabe scritte per i bamibini, come di piccole e sconosciute storie popolari, quelle che potrete leggere in questa raccolta e delle quali vi do un assaggio riportandone una anche nella sua versione dialettale.
Il valore di questa piccola raccolta sta nell’aver riportato alla luce un piccolo, ma prezioso patrimonio locale di storielle e di filastrocche tramandate nelle famiglie, raccolte grazie al lavoro delle insegnanti e degli alunni della scuola primaria di Vetralla.
Un altro aspetto interessante è la scoperta della loro classificazione secondo l’indice Aarne Thompson che segue il criterio della diffusione, cioè che i “fatti culturali si muovono nel tempo e nello spazio attraverso flussi o correnti che lo studioso deve individuare e che determinano similarità di elementi culturali anche tra paesi molto lontani e diversi.” (dalla premessa del prof. Marcello Arduini, docente di Antropologia Culturale dell’Università della Tuscia di Viterbo)
Insomma è possibile trovare storie dall’intreccio simile nei più diversi punti della terra, sia pure con modifiche strutturali e comportamentali assai diverse in quanto rispecchiano la società e gli individui locali.
Le fiabe di questa raccolta sono state dunque catalogate dal prof. Arduini in base a questo indice AT che le raggruppa in cinque grandi famiglie che si basano su circa 2500 trame consolidate: storie di animali (tipi 1-299), storie ordinarie (tipi 300-1199), facezie e aneddoti (tipi 1200-1999), storie a formula (tipi 2000-2399) e storie non classificate (tipi 2400-2499).
Troverete nel libriccino tale classificazione e scoprirete così a quale categoria appartengano le fiabe raccolte. Vi è inoltre una comparazione con fiabe simili diffuse in altri paesi dell’Alto Lazio. I testi sono arricchiti dai disegni dei bambini e la parte finale è dedicata alle filastrocche che molti di voi conosceranno in altre varianti, come Trucci trucci e La mano, o farfallina e Seta setola.
Per concludere, vorrei lanciare un appello in favore della casa editrice di questo libro, una bella realtà locale che rischia di chiudere i battenti per lo stato di crisi in cui si trova. Sfogliate il suo ricco catalogo, troverete sicuramente qualcosa che accenderà il vostro interesse  e potrete dare il vostro contributo ad una buona causa in favore della cultura e della valorizzazione del patrimonio storico, artistico, architettonico e ambientale del Lazio.

Buona lettura.

BRONZOLINA (versione dialettale)

C’era ‘na volta, ma ‘n paese luntano luntano, ‘na famiglia de streghe che evano rapito ‘na bella fia e la teneveno prigioniera ma ‘na torre altissima, in mezzo a la macchia. La torre eva solo ‘na finestra, quanno le streghe annaveno da quella bella regazza, che se  chiamava Bronzolina, diceveno così:- Bronzolina, bella fia d le fate, tira giù le bionde trecce e tira su le vecchie matre!- Bronzolina calava da la finestra le trecce, le streghe s’arrampicaveno e entraveno ma la torre. ‘N giorno passa vicino a la torre ‘l fio del re che era annato a caccia e s’era fermato pe riposasse mpo’, quanno vede Bronzolina affacciata a la finestra s’ennamora de colpo.
Gira ‘ntorno a la torre pe’ vede’ come se potiva entrà, ma nun vede la porta. Allora da quel giorno ‘gni tanto annava drento a la macchia pe’ vede’ quella bella regazza che ormae era ma ‘l su core. Un giorno vede arrivà tutte le streghe e sente che chiamaveno:- Bronzolina, bella fia de le fate, tira giù le bionde trecce e tira su le vecchie matre!- Capisce allora come se faciva pe’ entrà ma la torre. Aspetta che vanno via le streghe po’ chiama:- Bronzolina, bella fia de le fate, tira giù le bionde trecce e tira su le vecchie matre!- Bronzolina, che nun s’era accorta de gnente, fa come faciva sempre, ma… vede davante a essa ‘n bel giovanotto che le dice c’adera ‘l fio del re, che s’era ‘nnamorato e la voliva sposà e portalla al palazzo reale.
Bronzolina che adera rimasta ‘mbambolata da la sorpresa, le dice che quello che ‘l principe voliva fa nun era possibile, perché essa nun se potiva mova da quella torre, sinnò le streghe la faciveno morì. ‘L fio del re dice che se fuggiveno subbito, quanno riveniveno le streghe, loro adereno luntano. Ma Bronzolina le dice:- Tutto quello che c’è qui drento, tavolino, sedie, letto, piatte, parla e appena fuggimo, loro chiameno le streghe!-
Allora rispose la sedia e disse:- Si tu ce fae fa’ ‘na bella magnata de gnocche, nue stamo tutte zitte!- Bronzolina e ‘l fio del re prepareno na callara de gnocche e fanno fa ‘na gran magnata man tutte le cose che staveno drento la torre, po se prepareno pe fuggì. Staveno vicino a la finestra, ma se senteno chiamà da quella sedia che aviva chiesto le gnocche:- Tenè, piate ‘ste tre spille da baglia, quanno ve trovate male buttatene una per terra.-
Parteno, ‘L fio del re faciva curra ‘l cavallo a più nun posso, ereno già a mezza strada e pensaveno che tutto annasse bene, ma senteno ‘ngran rumore. Bronzolina se gira e vede le streghe che le curriveno direto. Cad’era successo? Era successo che quanno iveno fatto magnà tutte le cose de la torre, s’erano scordate de fa magnà la scopetta del cesso, che subbito, offesa, iva chiamato le streghe e fato la spia.  Quanno Bronzolina vede che le streghe staveno pe’ arrivalle, se ricorda de le spille da baglia; ne pia una e la butta per terra. Subbito tra loro e le streghe nasce ‘na gran montagna de roghe piene de spine. Però le streghe ce la caveno a superalla. Allora Bronzolina butta la seconda spilla e subbito spunta ‘na gran montagna de sapone, più le streghe pianaveno e più scigolaveno giù, però a la fine ce la caveno a superà pure la montagna de sapone. Bronzolina adera disperata, butta l’ultima spilla e subbito spunta na montagna de foco, le fiare adereno alte fino al celo. Le streghe cascheno in mezzo al foco e rimangheno tutte bruciate. Bronzolina e ‘l fio del re adereno salve. Dopo venti giorne de viaggio arriveno a la reggia e ‘l principe fa conoscia Bronzolina ma ‘l re e ma la reggina che subbito se ‘nnamoreno de quella regazza bella e bona. Bronzolina e ‘l fio del re se sposeno e campeno tante anne felice e contente.
Stretta è la foja, longa la via, dicete la vostra c’ho ditto la mia!

BRONZOLINA
C’era una volta, in un paese lontano lontano, una famiglia di streghe che avevano rapito una bellissima bambina e la teneva prigioniera in una torre altissima, in mezzo ad un bosco. La torre aveva solo una finestra, quando le streghe andavano da quella bella ragazza, che si chiamava Bronzolina, dicevano così:- Bronzolina, bella figlia delle fate, tira giù le bionde trecce e tira su le vecchie madri!-
Bronzolina calava dalla finestra le trecce, le streghe si arrampicavano e entravano nella torre. Un giorno passò vicino alla torre il figlio del re che era andato a caccia e s’era fermato per riposarsi un po’, quando vide Bronzolina affacciata alla finestra e s’innamorò di colpo. Girò intorno alla torre per veder come si potesse entrare, ma non vide alcuna porta. Allora da quel giorno ogni tanto andava nel bosco per vedere quella bella ragazza che oramai era entrata nel suo cuore. Un giorno vide arrivare tutte le streghe e sentì che chiamavano:- Bronzolina, bella figlia delle fate, tira giù le bionde trecce e tira su le vecchie madri!-
Capisce allora come si faceva per entrare nella torre, aspettò che le streghe andassero via poi chiamò:- Bronzolina, bella figlia delle fate, tira giù le bionde trecce e tira su le vecchie madri!-
Bronzolina, che non si era accorta di nulla, fece come faceva sempre, ma vide davanti a sé un bel giovanotto che le disse di essere il figlio del re, che si era innamorato e la voleva sposare e portarla al palazzo reale. Bronzolina, che era rimasta imbambolata per la sorpresa, gli risponde che quello che il principe voleva fare non era possibile, perché lei non si poteva muovere da quella torre, altrimenti le streghe l’avrebbero fatta morire. Il figlio del re le rispose che se fossero scappati subito, al ritorno delle streghe loro sarebbero stati lontano. Ma Bronzolina disse: -Tutto quello che c’è qui dentro, tavolo, sedie, piatti, parla e appena fuggiremo, loro chiameranno le streghe!-
Allora rispose la sedia: -Se tu ci farai fare una bella mangiata di gnocchi, noi staremo tutti zitti!-
Bronzolina e il figlio del re prepararono un bel tegame di gnocchi e fecero fare una grande mangiata a tutte le cose che stavano dentro la torre, poi si prepararono a fuggire. Stavano vicino alla finestra, quando si sentirono chiamare da quella sedia che aveva chiesto gli gnocchi:
– Tenete, prendete queste spille da balia, quando vi troverete male, buttatene una per terra.-
Partirono. Il figlio del re faceva correre il cavallo a più non posso, erano già a metà strada e pensavano che tutto andasse bene, ma sentirono un gran rumore. Bronzolina si girò e vide le streghe che le correvano dietro. Cosa era successo? Era successo che quando avevano fatto mangiare tutte le cose della torre, s’erano dimenticati di far mangiare la scopetta del bagno, che subito offesa, aveva chiamato le streghe per fare la spia. Quando Bronzolina vide che le streghe stavano per arrivare a loro, si ricordò delle spille, ne prese una e la buttò per terra. Subito tra loro e le streghe si innalzò una montagna di rovi pieni di spine. Però le streghe ce la fecero a superarla. Allora bronzolina buttò la seconda spilla e subito spuntò una montagna di sapone, più le streghe salivano e più scivolavano giù, però alla fine ce la fecero a superare pure la montagna di sapone. Bronzolina era disperata, buttò l’ultima spilla e subito spuntò una montagna di fuoco, le fiamme erano alte fino al cielo. Le streghe cascarono in mezzo al fuoco e rimasero bruciate. Bronzolina e il figlio del re erano salvi. Dopo venti giorni di viaggio arrivarono alla reggia ed il principe fece conoscere Bronzolina al re e alla regina, che subito si innamorarono di quella ragazza bella e buona. Bronzolina ed il figlio del re si sposarono e vissero tanti anni felici e contenti.
Stretta è la foglia, lunga è la via, dite la vostra che ho detto la mia!

7 commenti (+aggiungi il tuo?)

  1. annitapoz
    Gen 22, 2012 @ 14:30:42

    Interessante questa raccolta di fiabe popolari; ricordo anch’io con tanto piacere i momenti in cui da piccola ascoltavo le fiabe in dialetto raccontate da un mio zio non sposato che viveva con la mia famiglia. Ho appena ordinato sia questo che un altro libro, spero che molti altri raccolgano il tuo appello. Buona domenica, Annita

    Rispondi

  2. annitapoz
    Gen 22, 2012 @ 14:34:38

    Reblogged this on Annitapoz's Weblog.

    Rispondi

  3. icittadiniprimaditutto
    Gen 22, 2012 @ 18:58:20

    Reblogged this on i cittadini prima di tutto.

    Rispondi

  4. ceglieterrestre
    Gen 24, 2012 @ 18:56:11

    Ciao Annarita, prenderò il volume. Le fiabe fanno parte ancora della mia vita.Un caro saluto

    Rispondi

  5. annitapoz
    Gen 27, 2012 @ 17:33:02

    Proprio ieri mi è arrivato questo bel libro e l’altro altrettanto bello che ho ordinato (Appendere… ad arte); debbo dire che una volta tanto il servizio postale è stato celere! Baci, Annita

    Rispondi

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