Titolo: Odd e il gigante di ghiaccio
Autore: Neil Gaiman
Traduttore: Giuseppe Iacobaci
Illustratore: Iacopo Bruno
Editore: Mondadori
Pagine: 120
Prezzo: euro 14,00
Età di lettura: da 11 anni
Riguardo questo piccolo libro, mi è capitato di leggere sul web parecchi commenti delusi perciò credo sia opportuno dare qualche notizia sull’origine di Odd e il Gigante di ghiaccio.
Questa breve storia è stata il contributo di Neil Gaiman all’edizione 2008 del World Book Day nel Regno Unito, l’annuale manifestazione creata per incoraggiare la lettura tra i più giovani, i quali possono acquistare al prezzo simbolico di 1 sterlina le opere proposte in ogni edizione, opere per le quali tanto gli autori quanto gli editori non guadagnano nulla.
Per Neil Gaiman fu una piacevole sfida cimentarsi in un testo che non superasse le 14.500 parole e il risultato è stato questo,l’ avventura del piccolo vichingo Odd.
Il fatto che fossero protagonisti del libro le divinità Odino, Thor e Loki probabilmente ha fatto storcere il naso agli estimatori di Gaiman, che subito hanno pensato alle ben più corpose avventure di American Gods e I ragazzi di Anansi
Se proprio vogliamo fare un paragone, possiamo allora considerare questo breve romanzo come il fratellino più piccolo degli altri due e vederlo in questo aspetto di opera minore, ma non nel senso che si da comunemente al termine.
È una storia nata per i più giovani e come tale si discosta dalla voluminosa e pirotecnica fantasia dei due fratelli “maggiori”, regalando ai piccoli lettori un frammento di fantasia e di dolcezza.
Il giovane Odd è un vichingo particolarmente sfortunato, malgrado il nome (Odd significava “punta di lama” ed era un nome fortunato, pag. 7). Ha perso suo padre, boscaiolo e carpentiere, da un paio di anni, morto assai poco gloriosamente durante una spedizione in mare per recuperare i pony caduti dal drakar; è vero, i pony sono robusti e infaticabili, un bene prezioso, ma un vichingo si aspetta di morire in battaglia, anche se non fa scorrerie a tempo pieno (nel senso che al villaggio esercita un mestiere) e il padre Odd muore per il freddo e per aver bevuto troppa acqua di mare, dopo che i compagni l’hanno ripescato al largo di Orkney. Si è fratturato malamente una gamba tentando di usare l’ascia di suo padre. Ha visto sua madre, la sua silenziosa madre di origine scozzese, sposare in seconde nozze Elfred il Grosso, il quale non vuole perdere tempo con un figliastro sciancato, avendo già di suo quattro maschi e tre femmine dei quali occuparsi. Aggiungete che nel villaggio nessuno capisce e sopporta Odd, a causa del perenne sorriso con cui affronta ogni situazione, e che il villaggio stesso è stretto in un’inspiegabile morsa di gelo che lo imprigiona nell’inverno malgrado sia tempo che arrivi la primavera e rende tutti più nervosi e insofferenti al pensiero delle attività primaverili che avrebbero già dovuto iniziare.
Odd ritiene di non avere più nulla che fare con il villaggio e una mattina se ne va.
“Ecco perché una mattina di fine marzo – alcune ore prima che il sole si levasse, quando il ghiaccio era compatto e il terreno duro come il ferro, ed Elfred Il Grosso, i suoi figli e la madre di Odd dormivano ancora – Odd indossò gli abiti più pesanti e più caldi che aveva, sgraffignò un trancio di salmone affumicato appeso alle travi della casa di Elfred il Grosso e un braciere con un po’ di tizzoni ardenti presi dal camino, afferrò la seconda migliore accetta del padre, la legò in vita con una cinghia e se ne andò zoppicando per la foresta.” (pagg.15-16)
Comincia così l’avventura di Odd, il quale dopo essersi rifugiato nella capanna che fu di suo padre, s’imbatte in tre animali fuori del comune, in grado di pensare e di parlare: un orso, una volpe e un’aquila. Infatti sotto quelle spoglie animalesche si celano il possente Thor, Signore del Tuono, il mellifluo Loki, fratello di sangue degli dei, e Odino, il grande Padre del Tutto.
Asgard, la grande dimora degli dei, è stata costruita da un gigante di ghiaccio che ha preteso come ricompensa la bellissima dea Freya. Riuscendo incredibilmente a ingannare l’astuto Loki, il gigante di ghiaccio ottiene il martello di Thor ed esilia da Asgard gli dei, dopo averli trasformati in animali. Dopo l’iniziale incredulità, Odd è affascinato dalla faccenda e soprattutto preoccupato dalla prospettiva che i giganti di ghiaccio non permettano mai più alla primavera e all’estate di succedere all’invento che essi tanto amano. Con il solito sorriso disarmante, Odd comunica agli dei che partiranno insieme alla riconquista di Asgard.
“A dire il vero, in tutta sincerità e con tutto il cuore, Odd avrebbe voluto credere di trovarsi ancora nel mondo che aveva sempre conosciuto. Di essere ancora nella terra dei norreni, a Midgard. Ma non era così, e lui lo sapeva. Il mondo aveva un odore differente, tanto per cominciare. Profumava di vivo. Tutto quel che vedeva gli sembrava più a fuoco, più reale, più lì. E se mai avesse avuto dei dubbi, gli sarebbe bastato guardare gli animali.” (pag.59)
Grazie alla propria ingegnosità Odd è riuscito a condurre gli dei ad Asgard ed è grazie al solito, disarmante sorriso che il gigante di ghiaccio resta perplesso ad osservarlo, senza pensare di schiacciarlo tra le gelide dita o di mangiarselo.
Ma il piccolo Odd ha un segreto, una specie di magia, come dice all’incredulo Odino che lo trova seduto sulle mura di Asgard dopo che il gigante sen’è andato.
“Magia – rispose Odd, e sorrise pensando: se per magia s’intende lasciare che le cose facciano quel che vogliono fare, o essere quel che vogliono essere…” (pag.94)
Non aggiungo altro perché la storia merita di essere letta tutta e quindi raccontata solo per grandi linee.
La conoscenza di Gaiman della mitologia norrena è evidente e la storia è scritta in un linguaggio semplice, ma efficace, spolverato di poesia e di magia. Malgrado le sfortune di Odd e la rozzezza della sua nuova faglia, è una vicenda che scalda il cuore e conduce piacevolmente fino allo scioglimento finale, con personaggi ben tratteggiati dagli dei che battibeccano fra loro alla linguacciuta Freya al gigante di ghiaccio in cui si cela un fondo di gentilezza.
È facile passare sopra le evidenti ingenuità della trama, come il primo approccio di Odd con gli animali o il modo fin troppo ovvio in cui egli riesce ad allontanare il gigante di ghiaccio; l’importanza di questa storia sta nel percorso di crescita del piccolo protagonista, che torna al villaggio quasi irriconoscibile dopo la sua straordinaria avventura e sa che cosa fare, per sé e per sua madre.
Ott 19, 2010 @ 17:14:00
Interessante..
Ott 21, 2010 @ 18:24:00
Grazie e metticela tutta…
Ott 21, 2010 @ 18:24:00
Grazie e metticela tutta…
Ott 22, 2010 @ 16:17:00
Beh sono così tanti i punti in comune con la Tetralogia wagneriana che non ho potuto leggere che con grande interesse!
Ciao Annarita 🙂
Ott 22, 2010 @ 16:17:00
Beh sono così tanti i punti in comune con la Tetralogia wagneriana che non ho potuto leggere che con grande interesse!
Ciao Annarita 🙂
Ott 23, 2010 @ 10:17:00
Sì, Amfortas, Gaiman è un buon conoscitore della mitologia norrena e quindi un pensiero su Wagner non poteva mancare.
Salutissimi, Annarita
Ott 23, 2010 @ 10:17:00
Sì, Amfortas, Gaiman è un buon conoscitore della mitologia norrena e quindi un pensiero su Wagner non poteva mancare.
Salutissimi, Annarita
Ott 24, 2010 @ 09:27:00
Non so se queste tue belle recensioni finiscano in qualche rivista specializzata del settore narrrativa per la gioventù, so che certamente lo meriterebbero. Un caro saluto (m.)
Ott 27, 2010 @ 19:11:00
Concordo pienamente con chi mi ha preceduto. Sei bravissima.
Un abbraccio
Ott 27, 2010 @ 19:11:00
Concordo pienamente con chi mi ha preceduto. Sei bravissima.
Un abbraccio
Nov 01, 2010 @ 10:34:00
Maurizio e anonimo, vi ringrazio per i complimenti. Cerco di fare del mio meglio, parlando dei libri che ho letto e amato. Buona giornata.
Nov 01, 2010 @ 10:34:00
Maurizio e anonimo, vi ringrazio per i complimenti. Cerco di fare del mio meglio, parlando dei libri che ho letto e amato. Buona giornata.
Nov 02, 2010 @ 17:24:00
Sempre piacevole leggere i tuoi post, la narrativa per ragazzi ha il fascino di riportare il tempo indietro e i sentimenti allo stato originale, quando ancora sono puri e semplici.
Buona serata, Annarita.
Nov 02, 2010 @ 17:24:00
Sempre piacevole leggere i tuoi post, la narrativa per ragazzi ha il fascino di riportare il tempo indietro e i sentimenti allo stato originale, quando ancora sono puri e semplici.
Buona serata, Annarita.
Nov 10, 2010 @ 16:09:00
Sono d'accordo, e mi dispiace per chi non lo comprende e la considera una forma minore. Salutissimi.
Nov 10, 2010 @ 16:09:00
Sono d'accordo, e mi dispiace per chi non lo comprende e la considera una forma minore. Salutissimi.