Titolo: Scaffale basso. Letture per ragazzi
Autore: Sergio Ferrero
Curatore: Francesco Rognoni
Editore: Edizioni Medusa
Pagine: 78
Prezzo: euro 9,80
“Nè proprio recensioni, né semplici divagazioni, frugando non solo negli scaffali nostrani, ma anche in quelli di Francia e d’Inghilterra, leggeri, mai frivoli, responsabili ma senza moralismo, i brevi pezzi divertono, informano, istruiscono. E inevitabilmente raccontano qualcosa anche del loro autore.”scrive nella prefazione Francesco Rognoni.E la particolarità di questa raccolta sta appunto nel fatto che rispecchia la personale passione dell’autore e in essa non c’è spazio per nomi illustri, se vogliamo escludere lo Stevenson meno famoso delle poesie o Beatrix Potter o il sorprendente Silvio D’Arzo; si incontrano così autori sconosciuti o dimenticati, ma i cui libri per ragazzi hanno lasciato un segno nella memoria di Ferrero.È questa la peculiarità delle piccole rensioni di Sergio Ferrero, scritte con il robusto gusto del bibliofilo che raccoglieva con grande passione testi di letteratura infantile inglese e francese dell’Ottocento.
Ce n’è abbastanza per suscitare una viva curiosità nei confronti di autori a noi sconosciuti come Andrew Lang (curatore di una splendida raccolta in dodici volumi, contrassegnati, da diversi colori, che raccolgono fiabe note o meno note da tutto il mondo) o George MacDonald (la cui scoperta e ristampa di un paio di racconti si deve a Maurice Sendak), come Mrs. Molesworth (la Jane Austen delle nurseries) o F.Anstey (pseudonimo del giornalista e scrittore Thomas Anstey Guthrie)o I.M.Boston (con la sua serie di Green Knowe). Un ulteriore motivo di interesse costituiscono le illustrazioni di molti di questi testi, spesso ad opera di illustri autori preraffaelliti.
E non mancano gli italiani, oltre al già citato Silvio D’Arzo con il suo Limpo, pinguino senza frac, Giovanni Bertinetti e le storie di Meo o il gelido signor Clodoveo Sottozero di Pietro Ferrari.
A concludere degnamente la piccola, ma preziosa raccolta, una chicca; la deliziosa storiella scritta e illustrata da Sergio Ferrero nella seconda metà degli anni Cinquanta per due bambini, Salvatore e Matteo (figli di Lisa Licitra Ponti e nipotini di Gio Ponti alla cui rivista Domus Ferrero collaborò proprio in quegli anni), nata sviluppando la bizzarra espressione fragole a squarciagola inventata dai due bambini.
Segue il testo da Ferrero dedicato agli ottant’anni del fratello Carlo Scipione, frizzante e utile per scoprire una passione nata frugando tra i libri dell’ammirato e amato fratello maggiore.
Gen 05, 2010 @ 15:14:00
Colgo l’occasione del tuo bel post per riflettere sul fatto che la rete e in particolare i blog sono una fucina di interessi, un caleidoscopio di notizie. Quelle con un valore compensano largamente il chiacchiericcio di tanti pigiatasti per noia. E bellissimo che ci siano tante iniziative librarie, è altrettanto bello che trovino sempre chi ne è curioso tanto da volerle partecipare, come te.
P.S. al buon Slvio D’Arzo da te citato, ho dedicato una storia nel mio libro, una storia quasi vera che parla di una conferenza su di lui fatta da Moravia.
Ciao, a presto
Gen 06, 2010 @ 11:22:00
Credo di averlo già scritto, ma io sono timidamente affascinato dai testi illustrati (credo che le illustrazioni siano fondamentali per interessare il traget dei più giovani). Il motivo è che non ho mai saputo disegnare in modo decente, un po’ perchè non ci sono portato un po’ per disinteresse.
E pensare che mio nonno paterno mi (ci) ha lasciato tanti acquarelli bellissimi…
Ciao Annarita!
Gen 07, 2010 @ 19:36:00
Sono d’accordo con te, Nowhereman. Quando ho deciso di gettarmi nell’avventura del blog, ho pensato che dovessi scrivere qualcosa che mi piacesse e potesse poi incontrare il favore dei miei potenziali lettori. E il diario della mia giornata di impiegata con il pallino della scrittura per ragazzi certamente avrebbe fatto girare tutti la largo, sbadigliando per la noia. Se ci si mette dentro l’anima, come fai anche tu, si sente! Mi interessa ciò che mi accenni su Silvio D’Arzo, vorrei approfondire.
E a proposito di passione, Amfortas, tu sei della partita! Il gene dell’arte a te si è trasmesso per altra via, ne abbiamo le prove ogni volta in cui ci tuffiamo nel tuo blog!
Salutissimi, Annarita