Per congedarci senza troppi rimpianti da questo 2009 oramai vecchio e stanco, ho scelto due storie scritte e illustrate proprio cento anni fa da Beatrix Potter.Curiosamente sono due storie nelle quali si parla di crisi e di povertà, argomenti quanto mai attuali in questo momento.
Con La storia dei coniglietty Flopsy, Beatrix Potter torna a dedicarsi al mondo dei conigli tanto caro ai bambini che prediligevano Peter e Benjamin. Per accontentarli e anche per proprio piacere (Beatrix amava disegnare e dipingere soprattutto conigli e giardini) ideò questa storia mentre era opsite nella grande casa degli zii Harriet e Fred Burton in Galles, del cui bellissimo e amato giardino disegnò tanti bozzetti che poi trasformò nei deliziosi acquerelli del racconto.
I due conigli oramai sono adulti, Benjamin ha sposato Flopsy, la sorella di Peter, ma conserva intatto il carattere allegro e un po’ sventato di quando era solo un cucciolo. Lo testimonia il fatto che la sua numerosa famigliola, composta di sei coniglietti dei quali Beatrix non ci dice il nome, a volte soffre la fame.
E se Peter non può venire loro in aiuto con i cavoli del proprio orto, non rimane che rovistare nella spazzatura del nemico di sempre, il cattivo signor McGregor. Il ritrovamento di un cespo di lattuga ancora in buono stato è l’avvio di questa avventura che poteva finire molto male.Si dice che mangiare troppa lattuga faccia venir sonno. A me non è mai venuto sonno per colpa della lattuga; ma dopotutto io non sono un coniglio. Quel che è sicuro è che ebbe un effetto molto soporifero sui Coniglietti Flopsy.
Così comincia la narrazione della disavventura dei coniglietti, che per colpa della lattuga, dunque, si addormentano nell’erba falciata dal signor McGregor, che li sorprende e li cattura chiudendoli tutti e sei in un sacco.
Per loro sono momenti di paura, ma i denti della buona amica di Peter Coniglio, Thomasina Topolina, sono così robusti da rosicchiare il sacco. L’ignaro signor McGregor si porta a casa un sacco di spazzatura e trova il modo per litigare con la moglie, bisbetica e irascibile quanto lui, che vorrebbe fare una fodera di pelliccia per la mantella, mentre lui decide di comprare il tabacco con il ricavato della vendita dei coniglietti. Persino di fronte all’allettante prospettiva di una così buona caccia gli insopportabili McGregor non riescono a mettersi d’accordo ed è giusto quindi che rimangano con le pive nel sacco davanti al loro mucchio di spazzatura.

La storia di Ginger e Cetriolinoè ancora più pervasa dal senso e dagli effetti della crisi. Quando fu pubblicata, incontrò subito il favore degli abitanti del villaggio di Sawrey, che furono felicissime di riconoscerne suggestivi scorci negli acquerelli con i quali Beatrix illustrò la storia. Storia dedicata ai coniugi Taylor, che avevano a Sawrey una bottega come quella descritta nel racconto.Qui i protagonisti, oltre ai gestori del negozio, il gatto di pelo arancione Ginger e il terrier Cetriolino (già bizzarra accoppiata), sono tutti gli avventori del piccolo emporio rifornito dalle bambole Lucinda e Jane.
I clienti sono topi e conigli, che vi si avventurano con comprensibile timore, ma di comune accordo Ginger serve i coniglietti e Cetriolino i topolini così non accade mai nulla. Ginger e Cetriolino hanno davvero tantissimi clienti, assai più di Tabitha Nervosetti che gestisce l’altro emporio, ma solo perché fanno loro credito. Questo è il punto: la loro merce va a ruba, ma non un centesimo entra nelle casse del negozio, Ginger e Cetriolino sono più squattrinati dei loro clienti, i cui conti da saldare si allungano come code di topo. E per di più Cetriolino rischia l’arresto, se non pagherà la tassa sui cani.
Ai due poveri negozianti non resta che ritirarsi dagli affari, dedicandosi ad altre attività e lasciando la piazza a Tabhita Nervosetti, che peraltro alza perfino i prezzi e continua a non far credito a nessuno. Per fortuna ci pensa Sally Penny Gallinella a riaprire il negozio di Ginger e Cetriolino; si affanna a fare i conti e vuole che la paghino in contanti. Chissà come andrà a finire?

Speriamo che il nuovo anno sia stato migliore per i topolini e i coniglietti della storia di Beatrix Potter, così come spero sia sereno e ricco di soddisfazioni il nostro nuovo anno.
Un 2010 nel quale tante persone possano avere ciò che desiderano perché purtroppo sempre più spesso diventano desideri le cose che dovrebbero invece essere un diritto di tutti: una casa dignitosa, un lavoro tranquillo, la sicurezza e la serenità.
Lascio perciò a tutti il mio augurio di speranza e di fiducia.
Felice anno nuovo
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Correlati
Dic 30, 2009 @ 07:12:00
Che bella questa storia! La proporrò alle nipotine di mia sorella.
Grazie per il passaggio e Buon Anno!
Dic 30, 2009 @ 12:39:00
Grazie, Annarita, per questa recensione così particolare: mi ha fatto molto piacere leggerla e riscoprire Beatrix Potter.
Ricambio l’augurio per un anno nuovo ricco di soddisfazioni e spero che le nuove generazioni possano più spesso contare su messaggi positivi come l’affidarsi al senso di responsabilità personale, che purtroppo non è mediaticamente uno dei più frequentati. A noi comunicatori va il compito di diffonderlo anche segnalando un libro per l’infanzia.
Dic 30, 2009 @ 12:41:00
Scusami, Annarita, non so perché non riesco a loggarmi. Comunque sono Laura di bosina.net. Auguri ancora.
Dic 30, 2009 @ 14:29:00
Grazie sempre per le belle pagine che ci regali. Buon anno
Dic 30, 2009 @ 17:39:00
da Giuliano:
Tanti Auguri, Annarita!
Dic 30, 2009 @ 23:47:00
Sono pagine sempre interessanti e piene di spunti di riflessione le tue Annina. Grazie:)
Buon anno nuovo donna deliziosa. Di cuore:)
Gen 02, 2010 @ 09:31:00
Non sarà un caso se le storie per l’infanzia affascinano di più gli adulti. Fare gli auguri ai tuoi piccoli, incantati personaggi è farlo a noi stessi. Ancor auguri per tutto quanto speri, e aspetti.
Gen 02, 2010 @ 10:42:00
Grazie per gli auguri, che ricambio a tutti con sincero affetto. Un prospero e sereno 2010.
Annarita
Gen 04, 2010 @ 21:47:00
ciao Annarita,
tanti auguri e grazie per i tuoi post che mi riportano indietro nel tempo…
Gen 07, 2010 @ 19:39:00
È bello viaggiare insieme sulle ali del ricordo e della fantasia tornando all’infanzia, che sappiamo in realtà di non aver abbandonato mai dentro di noi!
Un bacione a Juliette
Salutissimi, Annarita