Che cosa hanno in comune questi due autori, così lontani per stile e per genere, a parte il fatto di essere entrambi svedesi?
Pippi Calzelunghe e Kalle Blomqvist, entrambi bambini, personaggi nati dalla penna della scrittrice.
Pippilotta Viktualia Rullgardina Krusmynta Efraimsdotter Långstrom, (in italiano Pippilotta Viktualia Rullgardina Succiamenta Efraisilla Calzelunghe) è la celeberrima orfanella di nove anni che vive sola nella grande Villa Villacolle, circondata da un giardino fatiscente, in una piccola città svedese. Come unica compagnia ha il cavallo a pois neri Zietto e la scimmietta Signor Nilsson e provvede alle proprie necessità con una borsa di monete d’oro lasciatale dal padre, il capitano di marina Efrem il quale, dopo la morte della moglie, è stato trascinato fuori dal ponte della nave a causa di una terribile tempesta.
Pippi ha due grandi amici, i vicini di casa Tommi e Annika Settergren, bambini educati e ben vestiti che frequentano regolarmente la scuola. La loro vita viene felicemente sconvolta dall’arrivo dell’imprevedibile Pippi, ma se i due piccoli sono entusiasti della loro nuova amica, non sono esattamente questi i sentimenti della comunità. Pippi ha una dialettica stringente che mette fuori combattimento la maestra e una forza sovrumana con cui mette in fuga i due poliziotti (venuti a prelevarla per chiuderla nell’orfanotrofio, come vorrebbero i cittadini) e persino gli incauti ladri che credono di approfittare di lei.
Nel 1945 la comparsa di Pippi sulla scena della narrativa per ragazzi scandalizzò genitori e pedagogisti, che vedevano in lei un personaggio negativo, ma non si può dimenticare il fatto che in quel periodo la Svezia viveva in un clima puritano e repressivo, basti pensare che si dovette arrivare fino al 1958 per vedere abolite le punizioni corporali nelle scuole. E in contrapposizione ad una tale reazione di chiusura, presso i suoi ammiratori ovviamente l’aspetto “liberatorio” e trasgressivo di Pippi ha fatto un’enorme presa, tanto che il successo delle sue avventure non conosce momenti di flessione.
Kalle Blomkvist è una vivace ragazzino di tredici anni, che vive con il padre Victor proprietario di un emporio. Ha una spiccata predisposizione per il mistero e l’investigazione, al punto di saper risolvere casi nei quali la logica e le risorse degli adulti falliscono. Insieme con gli amici Anders e Eva-Lotta forma la banda della Rosa Bianca, contrapposta a quella della Rosa Rossa formata da Sixten, Jonte e Benka. I loro scontri danno così origine a una guerra, ma prontamente le rivalità vengono accantonate se l’uno o l’altro gruppo ha bisogno di aiuto.
Ecco che a questo punto entrano in gioco Stieg Larsson e la sua trilogia Millennium.
A Kalle Blomqvist sì è ispirato Larsson per il personaggio del giornalista Mikael Blomqvist; gli ha dato il medesimo cognome e lo ha immaginato adulto. Nel corso delle vicende, il giornalista viene infatti ironicamente chiamato Kalle, anche dalla stessa Lisbeth Salander, è ciò gli dà molto fastidio.
E la stessa Libeth Salader è la proiezione adulta di Pippi Calzelunghe. E visto che Pippi avrebbe desiderato diventare un pirata, una volta diventata adulta attraverso Lisbeth, eccola trasformata in un hacker, un pirata informatico. E le analogie non finiscono qui.
Sulla porta del grande appartamento della signorina Salander, al numero 6 di Fiskargatan, si legge V.Kulla, un modo per conservare l’anonimato e, soprattutto, un’allusione a Villa Villacolle (Villa Villekulla) dove Pippi abita con Tommy e Annika. La password che protegge il palmare di Lisbeth nel terzo volume è 74774, numeri che sulla tastiera di un cellulare corrispondono alle lettere di Pippi. E quindici lettere compongono i nomi e i cognomi di Pippi Långstrom e Lisbeth Salander… L’eroina di Millennium ha sottratto a Hans Etik Wennerström una parte della sua fortuna… anche Pippi è molto ricca, più ricca di Lisbeth…Gli abitanti del piccolo villaggio…vogliono mettere Pippi in un orfanotrofio… La giovane Salander è ricercata dalla polizia giudiziaria e dai servizi segreti della Sapo che vogliono internarla… (Guida alla Trilogia Millennium, Guillaume Lebeau, pag.132-133, A.Vallardi Editore, euro 14,00).
E le similitudini non finiscono qui, come Pippi mette al tappeto il forzuto del circo, Lisbeth riesce a battere il gigante biondo, alla fine della Trilogia; entrambe hanno grande dimestichezza con le armi, perdono la madre e i padri sono assenti, salvo riapparire entrambi inaspettatamente: il capitano Efraim come probabile re di una tribù, il padre di Lisbeth assai più pericolosamente come un re della malavita e dello spionaggio.
Le avventure di Pippi Calzelunghe nacquero dalla fantasia di Astrid Lindgren nel 1941 quando la figlia Karin si ammalò di polmonite e ogni sera le raccontava fiabe. Si dice che una sera Karin si inventò il nome di Pippi Calzelunghe e chiese alla madre di raccontarle storie che l’avessero come protagonista. Con un nome così strano la Lindgren decise che anche la storia di Pippi dovesse essere particolare. A Karin piacque molto la prima storia e ne chiese ancora altre. Fu solo in seguito ad un periodo di forzato riposo nel 1944, dovuto ad un infortunio, che la Lindgren stenografò le storie di Pippi e successivamente le trascrisse e illustrò in un manoscritto che poi donò alla figlia Karin per il compimento dei dieci anni. Pippi Calzelunghe fu poi pubblicato nel 1945 (Pippi Långstrump edizione Rabén & Sjögren).
A questo proposito un’altra coincidenza rilevata da Lebeau è che la Rabén & Sjögren fa parte del gruppo Norstedts che ha pubblicato la trilogia Millennium.
Persino l’avvocato di Lisbeth assume il nome familiare di Annika e nella trilogia è la sorella di Mikael. Entrambi sono i suoi migliori amici, proprio come i fratelli Tommy e Annika lo sono per Pippi.
Non c’è quindi alcun dubbio che Larsson abbia voluto riprodurre in Lisbeth Salander i tratti adulti di una personalità infantile difficile e complessa, che si è evoluta ai limiti di ciò che è considerato il vivere civile. Pippi e Lisbeth sanno servirsi molto bene della loro logica e della loro forza e non esitano a battersi se ciò che viene detto o fatto loro è ingiusto, anche ricorrendo alle maniere forti.
Stieg Larsson ben conosceva gli scritti della Lindgren e si era interrogato più volte su come sarebbero stati simili personaggi, una volta diventati adulti, e ha pensato di dare in questo modo una risposta. Secondo chi conosceva Larsson e il suo modo di pensare, i suoi personaggi dovevano essere un uomo e una donna capaci di resistere in una società che voleva prevaricarli e quindi niente di meglio che mostrarlo proiettando nel futuro e nell’età adulta le peculiarità di Pippi e di Kalle.
In Italia le avventure di Pippi Calzelunghe sono state pubblicate per la prima volta negli anni Sessanta da Vallecchi e nel 1970 è andato in onda su RaiUno lo sceneggiato che ne è stato tratto, poi più volte replicato. Pippi ha avuto anche la trasposizione cinematografica, è diventata un cartone animato e persino in un musical a Broadway. Il suo successo non conosce momenti di stanca. Sicuramente perché riesce a comunicare ai suoi lettori il proprio chiaro messaggio di indipendenza e di ribellione rispetto alle convenzioni e alla logica imperante soprattutto quando si fa meschina o ridicola.
Tradotti in settanta lingue, i libri della Lindgren hanno ricevuto vari premi e riconoscimenti, dall’Hans Christian Andersen Award nel 1958 all Lewis Carroll Shelf Award nel 1973 fino all’International Book Award dell’UNESCO nel 1993, senza contare onorificenze e lauree ad honorem.
Astrid Lindgren è morta a Stoccolma il 28 gennaio 2002. Aveva 94 anni.
Nell’anno della sua morte il governo svedese le ha dedicato un premio letterario per la letteratura infantile e per ragazzi del valore di 5 milioni di corone svedesi (più di 455.000 euro), oggi il premio più alto nel proprio genere.
Inger Nilsson, la deliziosa bambina che interpretò Pippi Calzelunghe, oggi è una piacente signora di cinquant’anni che non ha mai realmente sfondato nel mondo dello spettacolo.
Lug 13, 2009 @ 16:39:00
Che bei ricordi mi legano a Pippi, quando, seduti in due piccole seggiole, io e mia sorella, guardavamo con meraviglia le sue avventure. E sono passati diversi decenni, troppi!
Confesso che mi piacerebbe ritornare a vedere qualche spezzone.
Buona serata.
Rino, sempre bambino.
Lug 13, 2009 @ 17:53:00
Beh, Annarita, ora che so queste cose su Stieg lo rivaluto un po’…la trilogia Millenium mi ha deluso tantissimo e l’ho pure scritto in uno dei miei post più letti (ogni tanto trovo ancora qualche commento nuovo, a distanza di più di un anno!).
E poi, ma anche qui siamo nel campo dei gusti personali, faccio questo outing: Pippicalzelunghe non l’ho mai potuta soffrire!
Ciao 🙂
Lug 13, 2009 @ 22:18:00
da Giuliano:
Ho visto questa primavera le foto di Inger Nilsson, è davvero in gran forma – magari potresti metterne una così fai contenti anche noi signori di una certa età (ho la stessa età di Pippi-Inger, chi l’avrebbe mai detto nel 1972!!)
(avrei preso in considerazione l’idea di fare un salto in Svezia…)
ciao!
Giuliano
PS: magari il marito melomane te lo spiega: mi trovo bene nella parte di Loge, alla fine dell’Oro del Reno. Non si sta male, anzi.
🙂
Lug 13, 2009 @ 22:21:00
da Giuliano:
“Efraimsdotter” si traduce “figlia di Efraim” (dotter è come l’inglese daughter) (una volta ho fatto una lunga chiacchierata con un islandese molto simpatico, un tenore di nome Gudmundsson: sua figlia ha il cognome Gudmundsdottir, perché “son” è il figlio maschio)
Lug 14, 2009 @ 15:05:00
Quando ero piccola il mio babbo ci portava a casa tanti libri della Vallecchi -conosceva molte persone, lì dentro. Li ho ancora: bellissimi volumi rilegati con la copertina bella dura, titoli strani e divertenti (Tagliatelle per l’ippopotamo, Piovuta dal cielo, Un ferroviere e mezzo…). I miei preferiti furno subito Pippi Calzelunghe e Magia d’estate e Magia d’inverno, finlandelsi, su una deliziosa famiglia di troll.
Tanto ho amato il libro -lo avrò letto venti volte- con le sue avventure stabilianti e quei disegni straordinari , tanto detestavo ferocemente la riduzione televisiva con quell’orribile bambina. Mi sembrava un tradimento imperdonabile. La detestabile bambina è diventata ora -ho cisto su wikipedia- una bella signora con un simpatico sorriso. Il tempo compie dei miracoli.
Ciao, finite le vacanze?
ERMIONE
Lug 14, 2009 @ 16:29:00
Rino, anche io ero un’appassionata spettatrice, soprattutto perché in certi momenti invidiavo molto la libertà di Pippi. Rivedere i vecchi sceneggiati ti permette di toccare con mano il tempo che passa, un po’ come incontrare i figli dei tuoi conoscenti e scoprirli giovanotti e signorine quando te li ricordavi bambini 😉
Amfortas, ricordo bene le tue recensioni su Millennium; mi hanno quasi indotta a rinunciare alla lettura, ma il primo volume era in casa, a portata di mano,e poi anche gli altri due gli son scivolati dietro con facilità, trasformandomi in una fan di Lisbeth Salander. Credo quindi che tu non abbia visto il film, a me è piaciuto abbastanza, anche se è stato per forza di cose meno denso del romanzo. Sulla tua antipatia per Pippi stendo un velo pietoso 😉
Giuliano, ti dirò che la traduzione Efraisilla non mi convinceva, in quel dotter trovavo assonanza con daughter e tu me lo confermi. Interessante questa differenziazione nei cognomi svedesi. Mi farò spiegare la faccenda di Locke dal consorte e provvederò a inserire una foto della signora Inger 🙂
Ermione, che dirti? Io Pippi invece me la immaginavo un po’ così e mi era simpatica. Il libro è intramontabile e piace sempre ai bambini con la sua carica di ottimismo e il suo profumo di libertà. Sì, purtroppo le vacanze sono già finite e sono tornata al lavoro, anzi al super lavoro. Credo che ci sia materia per un ironico post! 🙂
Salutissimi a tutti, Annarita