I Puffi

Alzi la mano chi non ha sentito parlare dei Puffi almeno una volta in vita propria!
Immagino che tutti stiate tenendo ben bene le mani in tasca, perché i buffi ometti blu sono entrati nell’immaginario collettivo di grandi e piccini dagli anni ’60 in poi e non sono mai stati spodestati nemmeno dall’avvento di eroi più tecnologici o dotati di super poteri. L’avventura dei Puffi comincia nel 1958, precisamente il 23 ottobre, quando compaiono per la prima volta come personaggi secondari nei fumetti disegnati da Pierre Culliford ( in arte Peyo) e da Yvan Delporte i cui protagonisti sono Johan e Pirlouit ( in Italia John e Solfamì), rispettivamente uno scudiero del re e il suo stonatissimo amico in viaggio nell’Europa medievale. Proprio mentre sono alla ricerca del flauto a sei puffi, incontrano questi strani personaggi, una specie di gnomi blu, altri tre mele (modo di dire francese), che vivono in un villaggio introvabile senza la loro stessa guida.
La maggior parte delle storie sono state create proprio da Delport, fino alla morte avvenuta nel 2007. Peyo ci aveva lasciati fin dal lontano 1992.

Qui sotto vi propongo la vera canzone dei Puffi,  tratta dal film che fu realizzato nel 1976 su adattamento della storia originale, appunto “Il flauto a sei puffi”.

http://video.libero.it/static/swf/eltvplayer.swf?id=abfd39e3b4abb5a0e459d4de8b10f915.flv&ap=0

I Puffi fecero la loro comparsa in Italia nel 1964 attraverso le pagine del Corriere dei Piccoli e divennero appunto famosi con il nome che tutti conosciamo, ma in realtà già nel 1962 una casa editrice milanese, Dardo, aveva acquistato i diritti per la traduzione in italiano delle avventure dei buffi ometti blu e l’anno successivo aveva pubblicato le prime strisce sulla rivista Tipitì.
Il nome originale è Schtroumpfs, dal suono piacevolmente onomatopeico e pare che Peyo lo abbia inventato per puro caso, mentre il nome che conosciamo pare sia stato scelto per sostituire l’originario Strunfi, ritenuto troppo somigliate ad una parolaccia…
Conobbero il picco della popolarità  grazie alla serie animata americana del 1981 prodotta dai mitici Hanna & Barbera, trasmessa fino al 1991, anno in cui fu cancellata dai palinsesti della NBC perché l’indice di gradimento si era abbassato.
In Italia arrivarono ai piccoli spettatori tramite le emittenti private nel 1982 e le loro avventure furono trasmesse per una decina d’anni finché dal 2000 sono approdati sul digitale terrestre e su Sky.
Forse molti di voi non sanno che i Puffi sono stati accusati di rappresentare le situazioni più strane. Strane per un prodotto della fantasia notoriamente gradito ai piccoli.
In America un folto gruppo di cristiani conservatori accusò la serie di essere una rappresentazione satanica, a causa dell’eccessivo uso della magia nelle storie.
Altri vollero vedere nella piccola società dei Puffi una rappresentazione del comunismo, e lo stesso Grande Puffo, vestito di rosso e con la folta barba bianca, fu ritenuto l’effige di Karl Marx. Così come nell’eterno nemico Gargamella, il tanto perfido quanto imbranato mago, si volle vedere incarnato il capitalismo.
I Puffi non sfuggirono neppure all’accusa di massoneria, insomma una piccola loggia di Muratori in lotta per l’affermazione della ragione sul Fanatismo, rappresentato dal solito Gargamella, nerovestito a guisa di retrivo ecclesiastico dedito alla caccia dei Puffi per ottenere la pietra filosofale.

Lasciando perdere la dietrologia, il successo dei Puffi è facilmente spiegabile. Costituiscono un’ordinata e idilliaca società nella quale ognuno occupa un ruolo ben preciso e così simile ai nostri caratteri umani, vivono in un delizioso villaggio con le case a forma di fungo, immersi in una natura incontaminata. Che cosa ci sarebbe di più invitante, se non fosse per il fastidio di Gargamella?

Vediamoli da vicino, questi buffi ometti blu così somiglianti a noi umani.

Il Grande Puffo, il saggio per eccellenza, colui che dall’alto dei propri 542 anni governa con grande giustizia la piccola comunità. Tutti ricorrono a lui, che sa appianare ogni divergenza nel modo più soddisfacente per tutti.

Grande puffoQuattrocchi, il puffo che prende tutto sul serio e ammorba i compagni con le sue pedanti citazioni, spesso concluse dalla classica frase “che è meglio!”, entrata persino nei discorsi comuni. Dà sempre ragione al Grande Puffo e finisce con il provocare reazioni “manesche”negli altri puffi.
Puffo QuattrocchiGolosone, il puffo che mette i dolci al di sopra di tutto e costituisce la disperazione di Puffo Cuoco.
GolosoneBrontolone, che critica tutto e tutti per partito preso. Gli sentirete sempre dire “io odio…”, ma in realtà finisce sempre con l’adattarsi e vuole bene a tutti, ricambiato.
BrontoloneInventore è il puffo capace di riparare qualsiasi oggetto e di inventare qualunque marchingegno, mentre gira per il villaggio con la sua tuta da meccanico e la matita dietro l’orecchio.
InventorePigrone è in grado di dormire nei posti più impensati e quando si sveglia cerca subito il luogo migliore per riappisolarsi. Difficile ottenere di vederlo impegnato nel più piccolo lavoro manuale.
PigroneForzuto è il puffo erculeo del villaggio, sfoggia bicipiti muscolosi ed esibisce il tatuaggio di un cuore rosso. Gli piace atteggiarsi a bullo, ma in realtà è buonissimo e non nega a nessuno il proprio aiuto.
ForzutoPuffetta deve il proprio grazioso aspetto alla magia buona del Grande Puffo. In realtà era nata bruttina e con i capelli neri da un incantesimo del perfido Gargamella, che l’aveva creata per portare lo scompiglio nel villaggio dei Puffi. È un po’ civetta, ma senza malizia e vuole bene a tutti i puffi, che l’adorano.
PuffettaPoeta si aggira per il villaggio in cerca d’ispirazione, con la penna e la carta sempre ben strette in mano. Peccato che le sue poesie facciano accapponare la pelle per la loro banalità…
PoetaVanitoso è inconfondibile, uno specchio tra le mani e un vezzoso fiore sul berretto. È l’unico con il quale Puffetta possa conversare da pari a pari e si preoccupa sempre del proprio aspetto.
VanitosoContadino è l’agricoltore del villaggio, con le inseparabili braghe e il cappellaccio di paglia che lo fanno somigliare a certi villici dei vecchi film americani. A lui si devono tutte le primizie del villaggio.
ContadinoCuoco è inconfondibile nella sua tenuta da chef con tanto di cappello bianco. I Puffi non potrebbero vivere senza le sue specialità, i cui aromi si spandono per il villaggio a tutte le ore.
CuocoBurlone vive per fare scherzi agli altri puffi. Rimane incomprensibile come mai nessuno fugga a gambe levate quando lo veda arrivare con il famoso e micidiale finto regalo che esplode in faccia al malcapitato di turno….
BurloneStonato è il puffo innamorato della  musica, ma qualsiasi suono gli capiti tra le mani, riesce a trarne solo suoni strazianti… per le orecchie di chi ha la sfortuna di ascoltarlo!
StonatoGargamella è un mago, brutto, cattivo e stupido. Vive in una bicocca con l’isterica e insopportabile gatta Birba e malgrado tutti gli sforzi, non riesce mai ad acchiappare un solo puffo, per fortuna.
GargamellaBirba non è molto più sveglia del proprio padrone, ma spesso i suoi artigli hanno fatto sudare freddo più di un incauto puffo.
BirbaIl delizioso villaggio dei Puffi, con le sue graziose casette a forma di fungo, è introvabile per i comuni mortali, soprattutto per Gargamella, fortunatamente. Forse perché è “riparato dalla selva, dal desero, dai monti e dal mar…” come cantava Cristina D’Avena, immancabile interprete di tante sigle di cartoni amati da almeno due generazioni di piccoli spettatori. E anche grazie a una magia del Grande Puffo che lo rende invisibile agli occhi degli estranei.


villaggio2Fatto sta che i Puffi non si allontanano mai troppo dal loro villaggio, e solo per cercare la salsapariglia, di cui sono ghiotti consumatori.


SalsaparigliaSe la venerabile età del Grande Puffo è 542 anni, si dice che ogni puffo ne abbia 100 e che tale sia anche il loro numero, indispensabile per eseguire la famosa Danza dei 100 Puffi che in pochi hanno avuto la fortuna di vedere.


Quest’anno i Puffi hanno compiuto cinquant’anni, portati benissimo. Continuano ad essere tra i personaggi preferiti dei bambini e non conosce momenti di stanca neppure la collezione, partita dal Belgio e dalla Germania e poi diffusasi in tutto il mondo. Dal 1965 ogni anno la ditta Schleich produce cinquanta Puffi che rappresentano di volta in volta diversi aspetti di attività e personaggi della vita reale ed è possibile consultare via Internet siti  interamente dedicati a questi pupazzetti forniti di vari accessori. Alcuni pezzi hanno raggiunto quotazioni assurde e non è difficile vedere i Puffi esposti in bella mostra nelle vetrine, persino sulle scrivanie negli uffici, per non parlare dei giovani, principali collezionisti.

15 commenti (+aggiungi il tuo?)

  1. woodstock74
    Ott 25, 2008 @ 14:54:00

    Io non sono mai stata una grande ammiratrice dei puffi, neanche da bambina, forse perché mi ricordavano un po’ Asterix… nel grande puffo vedevo Panoramix il druido, Golosone mi faceva pensare a Obelix, Puffetta mi sembrava Falbalà, Forzuto Automatix e poi Stonato era ovviamente il mitico Assurancetourix…
    Ma adesso qui da te scopro che questi ometti blu hanno addirittura 50 anni e mi sorge il dubbio se non sia il contrario, e quindi se non siano i paesani di Astrerix ad assomigliare a loro…
    Indagherò su Google!

    p.s. Resta inteso che queste somiglianze ce le vedevo io da bambina, non è detto che ci siano davvero…

    Rispondi

  2. PrimoCasalini
    Ott 25, 2008 @ 20:25:00

    Annarita, ma come fanno a riprodursi, i Puffi? In mezzo ci ho visto solo una biondina, che dall’aria dev’essere una che promette a tutti e non mantiene con nessuno (puffette così esistono, esistono…).
    A parte questo, senza scomodare l’inconscio collettivo o gli archetipi, il contadino e l’ingegnere (o tecnico) sono solo seconde parti, il poeta confina con lo sfigato e lo stonato, quello che comanda non è il più forte ma il più saggio (saggio di che, poi?) e manca del tutto il mercante. Mentre, ad esempio in Walt Kelly e in Al Capp i mercanti ci sono. Potenza del capitalismo americano! Per non parlare di zio Paperone…

    grazie Annarita e saludos
    Solimano

    Rispondi

  3. utente anonimo
    Ott 25, 2008 @ 21:35:00

    da Giuliano:
    Cara Annarita, so che hai letto il mio post sui Puffi in agosto, e quindi sai che amo molto i fumetti originali di Peyo ma non sopporto il cartone animato. In particolare: troppo petulanti, e alcune cose molto “dure”, tipo il puffo brontolone che da “A me non piace, ecco” si trova a dire “io odio!!”, e il povero puffo con gli occhiali che si è visto affibbiare un “quattrocchi”.
    Dissento, da puffista e puffologo profondamente dissento.

    Caro Solimano, la Puffina nasce brutta, e viene creata da Gargamella, il nemico dei Puffi, per creare confusione nel villaggio. E’ il Grande Puffo, con le sue arti magiche, che la rende bella; e così nascono davvero i guai.
    Sul come si riproducano i Puffi, è il mistero: ma sono tutti Puffi bambini, si vede subito.

    Rispondi

  4. annaritav
    Ott 26, 2008 @ 08:00:00

    In effetti, Barbara, le somiglianze avevano colpito anche me e nel sito italiano dedicato alle creazioni di Goscinny e Uderzo ho appreso che Asterix & Co. sono nati nel 1959, quindi un anno dopo gli ometti blu. Una certa contaminazione mi pare possibile. Un abbraccio.
    Solimanole tue argomentazioni sono sempre squisite e interessanti. Io vedo le cose con l’ottica infantile e prevale l’aspetto ludico. A Giuliano non piace il cartone animato, ma io ho puntato proprio su di esso perché invece nell’immaginario collettivo dei bambini ha assunto un ruolo più incivo del fumetto, godibile da un pubblico un poco più adulto. Per quel io odio di Brontolone e per il buffo appellativo di quattrocchi non credo nessun bambino abbia mai riportato seri danni. Tutto l’impianto del cartone animato è improntato a uno stile di vita idilliaco e tranquillizzante, forse per questo piacque molto ai più piccoli.
    La puffologia ci porterebbe molto lontano con due esperti come voi 🙂
    Buona domenica, Annarita

    Rispondi

  5. amfortas
    Ott 27, 2008 @ 15:20:00

    Post interessantissimo: sai che non ricordavo proprio che già nel 1964 li leggevo?
    Ero convinto di aver cominciato un paio d’anni più tardi 🙂
    Ciao!

    Rispondi

  6. sgnapisvirgola
    Ott 30, 2008 @ 00:12:00

    Anna giuro che non avrei mai immaginato di essere quasi coetanea a questi esseri blu. Mi piacciono, anche se non li ho mai seguiti, la canzoncina ogni tanto la canto ancora. Che è meglio è stato un tormentone per molto tempo, dato che una mia amica lo metteva alla fine di ogni frase. Se non ci avesse dato un taglio l’avrei fatta divengtare tutta blu:)
    bacioni
    p.s. è sempre piacevole passare da queste parti.

    Rispondi

  7. utente anonimo
    Ott 30, 2008 @ 10:06:00

    da Giuliano:
    Mi è venuto in mente che in una storia si vede nascere un Puffo: nasce da uno specchio colpito da un fulmine. Nello specchio si guardava il puffo vanitoso, che si trova ad avere un altro puffo accanto che parla coi fumetti rovesciati, e si muove specularmente a lui. (La storia è “il centesimo puffo”)

    Rispondi

  8. RobyBa
    Ott 31, 2008 @ 22:29:00

    Davanti alla cultura puffologica di Giuliano rimango senza parole! La sigla di Cristina D’Avena piena di birignao mi è sempre rimasta “qui” (=sullo stomaco): invece il puffo che dice imbronciato “IO ODIO” mi è sempre piaciuto… E poi, la salsapariglia! Io che credevo fosse una roba inventata da Peyo…!!!!

    Roby

    Rispondi

  9. utente anonimo
    Nov 01, 2008 @ 18:27:00

    Accipicchiolina, non credevo che i Puffi avessero già 50 anni!
    Sono tra i pochi fumetti che mi piacciono.

    Rino

    Rispondi

  10. habanera2
    Nov 03, 2008 @ 01:38:00

    Ne ho visti di Puffi insieme alla mia (allora) bambina e li ho sempre trovati simpatici, mi facevano molta allegria. Ma se qualcuno mi avesse chiesto in quali anni avveniva tutto ciò non avrei saputo rispondere. I tuoi post sono una miniera di informazioni e riportano spesso alla mente dei dolci ricordi.
    Ciao carissima e grazie
    H.
    P.S. Ho appena publicato su Nonblog una cosa tua di qualche tempo fa.

    Rispondi

  11. dariol
    Dic 28, 2008 @ 19:17:00

    I puffi hanno la mia età e qui si trovano le prime due tavole della loro prima storia, “I puffi neri”, pubblicata sul Corriere dei Piccoli nel 1964.

    Rispondi

  12. utente anonimo
    Feb 07, 2009 @ 01:08:00

    Ciao ragazzi io ho cominciato per gioco a collezionarli facendo accattonaggio con i vecchi compagni delle elementari (vecchi ormai in tutti i sensi), amici, amici di cugini etc… adesso i puffetti sono più di 400 tutti diversi tra loro e sono tutti a casa mia dove mia moglie mi ha dato ” il permesso ” di inserirli in una bacheca nell’angolo più libero della casa cioè in cucina ( la casa è un po’ piccola). Mi sono anche chiesto perchè mi piacesse giocare da piccolo con puffi, guardare i cartoni ed infine collezionarli: beh allora forse la risposta l’ho trovata in internet quindi vi cito una domanda ed una risposta scritta in una tesi fatta sui Puffi da un tipo di Roma:
    …..ma che cosa è un puffo?
    E’ solo un’isola, una fantasia per menti ingenue e pure, che molti non hanno…..
    Adesso mi chiedo perchè ogni tanto mi serve diventare bambino!!!!!
    Ciao a tutti anzi scusate, Puf saluti a tutti!

    Rispondi

  13. annaritav
    Feb 10, 2009 @ 20:26:00

    …E’ solo un’isola, una fantasia per menti ingenue e pure, che molti non hanno… Bellissimo! Conservare il bambino che è in noi è magnifico e importante. Benvenuto e un cordiale saluto anche alla tua paziente moglie che spesso li dovrà pure spolverare, tutti i Puffi! ;-p
    Salutissimi, Annarita

    Rispondi

  14. utente anonimo
    Ott 25, 2009 @ 20:23:00

    ..mamma mia! ..hai postato questo meraviglioso articolo proprio il giorno del mio compleanno…. peccato averlo trovato solo ora, ciao, piacere di leggerti!

    Rispondi

  15. annaritav
    Nov 01, 2009 @ 12:06:00

    Auguri, anche se con molto ritardo!
    A quanto vedo, ho giocato sul tuo terreno!
    Un caro saluto

    Rispondi

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