Sul sedile della macchina ho la valigetta con tutto ciò che mi occorre: una copia del libro, il quadernone con la storia scritta a mano e piena di correzioni, il raccoglitore delle ricerche, la pen drive con le foto della Scozia.
A casa avrò modo con calma di rivedere tutto e organizzarmi, approfittando dell’occasione per stare un po’ in compagnia dei miei ragazzi.
Ho visto che il programma dei tre giorni è ricco di iniziative diverse, non ultima una interessante presenza di case editrici a volte più difficili da trovare nelle grandi librerie e sono curiosa di dare un’occhiata.
Il martedì a Vetralla è giorno di mercato e trovare un parcheggio si rivela subito un’impresa ardua, ma dopo un po’ di tentativi, riesco a trovare un posticino. Non è proprio l’ideale, ma avrò tempo di spostare la macchina appena finito l’incontro.
Tornare dentro la scuola Elementare di Vetrallaè fare un tuffo nel passato e ritrovare molte persone con le quali ho lavorato, dalle colleghe dell’ufficio alle insegnanti ai collaboratori scolastici.
Nella sala conferenze della scuola mi aspettano già Gabriella Norcia, che con il marito, l’editore Davide Ghaleb, ha organizzato la manifestazione, e il dirigente scolastico della scuola, il dott. Roberto Santoni.
L’accoglienza è calorosa, ho giusto il tempo di dare un’occhiata alla sala e ai libri esposti, e i bambini cominciano ad arrivare.
Il primo gruppo è quello degli alunni di quinta elementare e di prima media, sono molto ordinati e prendono posto senza fare confusione.
Per rompere il ghiaccio racconto loro come è nata la mia passione per la scrittura e mi ascoltano pieni di interesse, ma ben presto vogliono diventare parte attiva dell’incontro e incomincia la raffica delle domande, preparate con cura e molte rivolte a capire che cosa si celi dietro il mestiere di scrivere.
Scopro così, con grande piacere, che molti di loro coltivano, più o meno segretamente, questa passione e scrivono racconti di fantasia, di avventura, poesie.
Molto divertente e interessante è il guardare insieme le foto della Scozia, soddisfare le loro curiosità, ma senza svelare troppo della trama, come chiedono quelli che ancora devono leggere il libro.
Il tempo previsto per l’incontro passa molto in fretta, devono prepararsi a lasciare il posto al nuovo gruppo, non prima però di avermi chiesto di firmare le copie dei loro libri o anche di lasciare loro una dedica su un semplice pezzo di carta.
Inutile sottolineare il mio imbarazzo, ho cercato di trasmettere la mia consapevolezza di onesto lavoro artigiano della scrittura, ma per loro devo fregiarmi del titolo di scrittrice a tutti gli effetti.
Anche con il secondo gruppo il tempo vola, sono piuttosto interessati al manoscritto e naturalmente anche loro attratti dalle foto. Il loro unico rammarico è che siano finite le copie del libro, ma sanno che il giorno dopo potranno averlo.
Quando finalmente nel salone torna la calma, mi trattengo ancora per fare due chiacchiere con gli organizzatori, con il dirigente scolastico e con l’autrice di fiabe che si presenterà ai bambini il giorno dopo, zia Betty.
Il bilancio è estremamente positivo ed esco dalla scuola entusiasta, assai più tardi del previsto. Così tardi che ho dimenticato la situazione precaria della mia macchina e a riportarmi alla dura realtà della vita quotidiana ci pensa l’avviso di multa sul parabrezza!
Pazienza, alla prossima occasione starò più attenta.
Apr 26, 2008 @ 14:15:00
Anche io l’ho conosciuta, zia Betty, una volta che è venuta ad una manifestazione qui a Civitanova Marche (Cartacanta).
Bello, deve essere una soddisfazione immensa.
Anche io un giorno voglio scrivere un libro per bambini 🙂
Apr 28, 2008 @ 09:44:00
ciao, scusa l’OT ma hai indovinato il quiz ecc..citazione! 🙂
complimenti!
(ti scrivo in pvt per il premio)
Apr 28, 2008 @ 21:45:00
Tempo fa, un mio ex collega di lavoro aveva il problema di come strutturare il tempo libero, perché aveva giustamente scoperto che i discorsi tipo hobby finiscono tutti in una noia di tipo frenetico. Gli consigliai di scrivere. “Ma non saprei di che cosa scrivere!” mi rispose. Conoscendolo un po’, in un minuto tirai fuori venti argomenti concreti su cui poteva scrivere. Non solo, poteva scrivere provando piacere nel farlo, senza nessuna particolare aspettativa. Si scrive per scrivere, il dippiù è un nice to have. Deve essere come respirare, e può esserlo. Occhio, non sono un velleitario che si atteggia e profeta (figurarsi!), sono un pratico che per trent’anni non ha scritto una riga se non per lavoro informatico. E’ così difficile, fare in modo che i bambini amino lo scrivere (e aggiungerei, il far di conto)?
grazie Annarita e saludos
Solimano
P.S. Chi è quella bella signora col maglione a scacchi, di cui molti verdi? Prima o poi me la presenti!
Mag 01, 2008 @ 16:41:00
da Giuliano:
La signora col maglione verde dimostra che si può essere molto eleganti anche in jeans (non è da tutti).
Un giorno o l’altro l’autografo lo voglio anch’io…
Mag 02, 2008 @ 17:18:00
La Scozia è molto verde: brava Annarita!
Paolo
Mag 02, 2008 @ 19:57:00
Benchè non interessi praticamente a nessuno, desidero ugualmente rivelare che ho cominciato a scrivere a 8 anni (il raccontino s’intitolava “Una birichinata troppo grossa” e narrava le avventure di tre amici combinaguai), ho continuato a farlo più o meno per una venticinquina d’anni, ho interrotto per motivi di famiglia/maternità/ecc. e… ho ripreso dal 2006, grazie a Internet e ai blog… della qual cosa non mi rallegrerò mai abbastanza, anche per tutte le persone speciali che ho potuto in tal modo conoscere!
Una di queste sei tu, Annarita: la tua è davvero una bellissima esperienza, così come è delizioso il tuo maglione (il verde è il mio colore preferito)!
Baci
Roby
Mag 03, 2008 @ 11:37:00
Eh, si, Barbara, il contatto con i bambini e i ragazzi è la parte migliore, che supera ogni altra soddisfazione. Buttati nella scrittura, ciò che leggo nel tuo blog dimostra che ne hai tutte le doti! 😉
Sono d’accordo con te, Maria, se stimolati e aiutati i giovani lettori sono avidi e curiosi.
Solimano, sei sempre una grande fonte di riflessione! Hai ragione, interessarli a scrittura e lettura e anche ai numeri (vedi Enzensberger) non è impresa da poco, ma non impossibile. Grazie per il complimento, anche a Giuliano e speriamo di incontrarci!
Il tuo incoraggiamento mi fa sempre molto piacere, Giulia
Verdissima e splendida anche in ottobre, Paolo quando l’abbiamo visitata noi.
A me interessa sempre ciò che scrivi, Roby e sono altrettanto contenta di averti incontrata tramite il blog. Mi piacerebbe leggere i tuoi raccontini, perchè non posti qualcosa?
Ringrazio ancora tutti e auguro un sereno fine settimana :-))
Annarita
Mag 05, 2008 @ 22:35:00
Annarita carissima, che bello dev’essere parlare a un mucchio di bambini di scrittura e lettura! La mia unica esperienza del genere -in tono minore- è stata la lettura di Baba Yaga ai bambini venuti alla festa di compleanno di mia figlia. La storia, sai bene, è piena di suspense, sentimento e raccapriccio: alla fine della lettura avevo bambini arrampicati ovunque, ne ho contati almeno sette appollaiatimisi addosso.
Io credo, con Solimano, che sia difficile appassionare i bambini alla lettura; nel senso che è difficile appassionare se stessi, e i bambini sono molto empatici (anche coi numeri).
Ciao,
Màz
PS Volevo scriverti prima, ma ero impagnato a cambiar pannolini. Ah, i folletti d’antan!
Giu 08, 2008 @ 12:40:00
Deve essere stata una bellissima esperienza. Ero sicura che ai ragazzi interessasse la scrittura e la passione per lo scrivere. Si comincia spesso a quella età.
Un caro saluto,
Alessandra
Ott 01, 2008 @ 15:41:00
sono un alunna della 5 a di vetralla sei brvissima
Ott 04, 2008 @ 12:11:00
Benvenuti, sono molto contenta di ritrovarvi qui. Vi aspetto!
Un bacione, Annarita