Intervallo pittorico librario n.1

Da tempo accarezzavo un piccolo progetto, girare per il web e fare incetta di immmagini d’arte che illustrassero i libri e la lettura per poi creare una mia personale galleria.
Grazie a mio marito ho scoperto che qualcuno mi ha preceduta qui e perciò ho abbandonato l’idea.
Così ho preferito modificare il mio progetto, scopiazzando un’altra idea, quella dell’intervallo pittorico di Oyrad, e trasformarlo in una serie di in intervalli pittorico librari, inserendo di tanto in tanto un’opera d’arte che abbia per soggetto i libri o l’atto del leggere e, non paga, aggiungendo anche un mio commento, del tutto libero e personale, senza nessuna pretesa storica o artistica. Nel senso che descriverò ciò che quell’immagine mi ispira.
Non c’entra nulla, o solo marginalmente con la letteratura per ragazzi, ma mi piaceva l’idea, che volete farci?
Chacun a sa chacunerie…

10. Gioacchino Toma, Donna che legge sdraiata, Olio su tela, da

Gioacchino Toma, Donna che legge sdraiata, Olio su tela, datazione incerta, Collezione privata
Il medico le aveva raccomandato di non affaticarsi e lei, obbediente, si era alzata dal letto  solo nel pomeriggio, senza neppure vestirsi, gettandosi addosso un leggero ma soffice scialle di velluto nero lavorato. La premurosa fantesca le aveva messo la poltrona più comoda in cucina, accanto al fuoco, ma lei aveva voluto che gliela trasportasse nel salottino con la tappezzeria rosso pompeiano ornata di fiori. Aveva scelto l’angolo vicino alla finestra, in modo tale che la luce le arrivasse alle spalle senza irritare i suoi occhi, e aveva ripreso in mano il piccolo libro di poesie abbandonato da tempo. Anche di quella rinuncia era colpevole in parte il dottore, convinto che le emozioni le fossero dannose. Lei era stata  obbediente e finché la malattia l’aveva costretta a letto, si era privata del piacere di leggere. Sì, perché tale era per lei, al pari del più gustoso manicaretto o dell’ascolto di un emozionante brano di musica. Solo che la sua fame di emozioni non si placava mai e ogni libro ne chiamava a gran voce un altro, e poi un altro, e poi un altro ancora. Non si accorse neppure della fantesca, entrata in punta di piedi ad aggiustarle il cuscino dietro le spalle e a sistemarle i fiori nell’acconciatura per ravvivare la semplicità dell’abbigliamento da camera. Sapeva che nella lunga convalescenza che l’attendeva molti altri sarebbero stati i silenziosi ma vivi compagni di tante ore e si sentì felice, come da tempo non le accadeva. E fu certa che tutto finalmente sarebbe andato bene, che sarebbe guarita e presto tornata a leggere nel parco, su quella panchina ombreggiata, vicino al laghetto con i salici, nel suo posto preferito.

Buona Pasqua a tutti

Dall’uovo di Pasqua 

Dall’uovo di Pasqua
è uscito un pulcino
di gesso arancione
col becco turchino.
Ha detto: “Vado,
mi metto in viaggio
e porto a tutti
un grande messaggio”.
E volteggiando
di qua e di là
attraversando
paesi e città
ha scritto sui muri,
nel cielo e per terra:
“Viva la pace,
abbasso la guerra”.

Gianni Rodari
 

A tutti voi i più affettuosi auguri di serenitàpasqua_libro1…e approfittate del cattivo tempo per leggere…

ragazza-montagna-libri-~-ubr0017Con simpatia e affetto, Annarita

 

 

Sonetàula

 

sonetaula
Centocinquanta minuti immersi nella natura aspra e selvaggia della Sardegna, percorsa in lungo e in largo nelle ventotto settimane di riprese che sono occorse al regista Salvatore Mereu per dare corpo e vita alla terra descritta da Giuseppe Fiori nel romanzo “Sonetàula” e che andava ricostruita con amore per restituire allo spettatore tutta  la forza arcaica della Sardegna a cavallo tra gli anni Trenta e Cinquanta, fatta di ovili, di paesi sperduti, di paesaggi aridi (per la città Tempio, Oristano, Bosa, Alghero; per Orgiadas, paese immaginario,  Orgosolo, Oliena, Dorgali e Olzai).
 

La breve e dolorosa parabola di Sonetàula si compie infatti nell’arco di tredici anni, a partire dal 1937 fino al 1950.
Incontriamo Zuanne Malune appena dodicenne, fragile alberello abbarbicato alla roccia che è il padre, sottrattogli da una faida locale della quale è tenuto all’oscuro per preservare il più possibile i suoi sogni e la sua innocenza. Zuanne crede il padre al nord, al lavoro in una fabbrica, ma il nonno Cicerone Malune, splendida figura di méntore insieme con l’altro grande vecchio, tiu Giobatta Irde, nonno di Maddalena, lo strappa all’illusione mettendo brutalmente a nudo la realtà della falsa lettera scritta da Battista Murrighile, a causa della quale Egidio Malune è stato ingiustamente accusato della morte di Anania Medas, e rivelandogli che il padre è stato condannato al confino a Ustica. Tutto si fa più chiaro nella mente confusa di Zuanne, che finalmente può dare un senso ai silenzi, alle domande, alle parole che il padre gli ha rivolto prima di partire. Incomincia il suo duro apprendistato, è un servo pastore e la vita è lontano da casa, dove sono riamste le donne, la madre Rosa e la giovane Maddalena, che presto accenderà nel suo cuore un sentimento che nulla avrà più dell’amore fraterno. È vita grama, esposti al freddo e alle intemperie, dietro al gregge che va sorvegliato continuamente perché nessuno rubi i capi, come accade ai maiali custoditi dal piccolo Giuseppino Bande, che Zuanne insieme con il nonno aiuta. E l’inverno segue all’estate, se l’uno era terribile per il freddo e le piogge battenti, l’altra è inclemente per la siccità che condanna le pecore a morire sotto lo sguardo impotente dei pastori.

sonetaula13_hiresGli anni si succedono con monotona crudezza, Zuanne cova dentro di sé il rancore e l’odio per chi ha fatto del male a suo padre e non si sottrae alla dura legge della faida. A un furto risponde con lo sgarrettamento di alcuni capi del gregge dei colpevoli e comincia la sua discesa all’inferno. Ignora la chiamata dei Carabinieri quando ancora potrebbe una svolta alla propria vita e preferisce la latitanza, che lo allontana inesorabilmente da Maddalena e da Giuseppino, il quale invece rimane sordo al richiamo della tradizione e tenta di costruirsi un futuro migliore lasciando la pastorizia e accettando un lavoro come lamierista.

Intanto la Sardegna è scossa dal vento della modernità, rappresentata dalle attività industriali,  dal volo radente degli elicotteri che spargono le sostanze chimiche per combattere la malaria, quella malaria che ha rovinato la vita di Rosa e di tante persone, e dall’avvento dell’energia elettrica. Passa anche la guerra come un’eco lontana, che però tocca di nuovo crudelmente la vita di Zuanne; quella guerra che avrebbe potuto restituirgli il padre, liberandolo dal confino, finisce col sottrarglielo per sempre in terra d’Africa. Oramai Zuanne non ha più motivi per voltarsi indietro, i fatti criminosi si succedono l’uno all’altro fino al culmine della vendetta, l’esecuzione  a sangue freddo di Murrighile. È preda completamente della “balentia” la vendetta d’onore nelle terre del Gennargentu. Sul suo capo pende una taglia che fa gola a molti, due milioni di lire, e oramai vive nel timore che qualcuno lo denunci.

Nella vana speranza di riconquistare Maddalena, ora legata a Giuseppino, Zuanne si fida di un ingegnere che gli promette una nuova vita in Toscana, ma è solo l’ennesima trappola che lo ricaccia, solo e randagio, nella macchia, fino al tragico epilogo, seguito all’ultimo struggente incontro con Maddalena, divenuta madre, alla quale offre rudemente la ricca taglia che potrebbe essere un grande aiuto per la piccola famiglia. Bello e spontaneo il gesto della mano con il quale Maddalena sembra voler allontanare materialmente la proposta di Zuanne.  Così come è bello il finale, in cui il giovane bandito, dopo l’ultima tragica sparatoria, viene idealmente incontro allo spettatore e si ferma a fissarlo, quasi a chiedergli ragione di una vita negata, di un’infanzia rubata. Tanti sono i gesti, gli sguardi, i silenzi in un film dall’andamento lento e solenne, nel quale non  c’è musica, ma solo una nenia di donne nel corso di una cerimonia;  i dialoghi scarni sono in dialetto sardo, affidati a molti attori non professionisti, una scelta coraggiosa che ho trovato cònsona alla scabra essenzialità del romanzo da cui la vicenda è tratta, belle figure di uomini e donne asciugati e induriti, la pelle di scorza d’albero, dai travagli di una vita.

Ho letto il libro di Fiori tutto d’un fiato in due giorni, presa dalle maglie di questa trama antica, tanto distante da sembrare quasi  il corale ritratto di un’altra civiltà.
“Sonetàula” è stato pubblicato nel 1962  da Canesi e l’autore, morto nel 2003, lo ha ripreso in mano nel 2000, togliendo centocinquanta pagine e traendone un “nuovo romanzo” come lui stesso ha scritto in una nota in principio all’edizione Einaudi. Il risultato è una storia prosciugata, ridotta all’essenziale.

Il titolo prende origine dal soprannome del piccolo Zuanne. (…) Non poteva averne, di paura. Una volta, sì, era bianco come il latte, nient’altro che ossa involte in pelle. Lo avevano soprannominato Sonetàula perché ogni colpo dato a lui, dicevano i compagni per ridere, faceva sonu ‘e taula, rumore di legna, come  ad essere dentro una bara.(…) (pag.21)

Copertina

Ma quanti begli incontri, madama Dorè…

È un piacere guardarsi attorno e vedere come il panorama della letteratura per ragazzi si stia sempre più arricchendo con proposte adatte ad ogni fascia di età e soprattutto con eventi, manifestazioni, festival, iniziative, fiere che mettono al centro il piccolo grande e complesso universo della lettura infantile e adolescente.
Vi segnalo qui una serie di appuntamenti.
Accipicchia se vorrei partecipare a tutti, ma temo che dovrei chiedere troppi giorni di ferie per saltellare da una parte all’altra della penisola…
Cominciamo.

Nell’ambito di Galassia Gutenberg  a Napoli dal 28 al 31 marzo nutriti appuntamenti dedicati al mondo della scuola. Singolare l’immagine simbolo per questo 2008: un asino che legge attentamente un libro, le orecchie ritte come antenne. Così il simbolo dell’ignoranza per antonomasia si ripropone come sfida di crescita e cambiamento attraverso la conoscenza.

Dal 29 al 30 marzo si potrebbe fare una capatina al Foro Boario di Modena per il BUK, l’esposizione della piccole e media editoria. Non è una manifestazione esclusivamente dedicata ai giovani lettori, ma vi si potranno trovare piccole e medie case editrici a loro rivolte. Un’occasione intrigante come "Più libri più liberi" di Roma. Senza contare che Modena è una città che ha molto da offrire al turista dal punto di vista storico e artistico e che la cornice del Foro Boario è davvero affascinante.

Saltiamo adesso a Bologna per il grande appuntamento della Fiera del Libro per Ragazzi dal 31 marzo al 3 aprile. L’evento italiano dedicato a tutti gli addetti ai lavori: autori, editori, illustratori, traduttori, insegnanti, bibliotecari, librai, agenti letterari eccetera. Forte la presenza di case editrici di tutto il mondo.

Al Palazzo dei Capitani di Ascoli Piceno dal 4 al 6 aprile si svolgerà la 2^ Mostra del Libro per Ragazzi "Ascoli Junior Festival". Scopo dell’iniziativa, premiata dal successo dello scorso anno, è avvicinare i giovani alla lettura offrendo loro un punto d’incontro e un programma denso di appuntamenti che vano dagli incontri con gli autori alle letture animate, dai laboratori creativi alle animazioni, e tra gli stand non mancano i giochi. Dunque utenti privilegiati i ragazzi con i loro insegnanti e le loro famiglie.

Torna  la quarta edizione di "Quantestorie!" il festival del libro per bambini e ragazzi da 0 a 15 anni che si svolgerà in palazzo Litta a Milano dal 14 al 20 aprile. Anche qui favoriti gli incontri dei lettori con gli autori e gli illustratori intorno a quattro percorsi tematici dedicati alla graphic novel, all’impegno civile, ai mondi possibili e impossibili, al pianeta. Per i bambini in età pre scolare uno spazio ricco di animazione e letture.

E infine a Bra (CN) il 9° Salone del Libro per Ragazzi dal 14 al 18 maggio, quest’anno deidicato al mondo dei giochi e del giocattolo. Su questo tema verteranno due consorsi, uno per le scuole e uno per fumettisti e saranno scelti i testi di narrativa per ragazzi vincitori del premio "Giovanni Arpino". Naturalmente anche qui non mancheranno gli incontri con autori e illustatori.

Matilde

Matilde Dalverme ha un problema.
Due genitori che non sanno che farsene di lei e di suo fratello Michele.

Di per sé la cosa è gia abbastanza pesante, se poi considerate che Matilde è una bambina oltremodo sensibile e geniale, comprenderete in pieno la gravità della situazione.
“A diciotto mesi parlava correttamente e conosceva altrettante parole della maggior parte degli adulti. Ma i suoi genitori, invece di lodarla, le dicevano che era una fastidiosa chiacchierona e aggiunsero seccamente che le brave bambine non dovrebbero farsi vedere né sentire. A tre anni, Matilda aveva imparato a leggere da sola, grazie ai giornali e alle riviste sparsi per casa. A quattro anni leggeva speditamente e cominciava ad avere una gran voglia di libri, perché, in quella casa geniale, di libri ce n’era uno solo, intitolato Cucinare è facile, che apparteneva a sua madre. Dopo averlo letto da cima a fondo, imparando a memoria tutte le ricette, Matilde decise di cercare letture più interessanti. “Papà, mi compreresti un libro?” “Un libro? E per che cavolo farci?” “Per leggerlo.” “Diavolo, ma cosa non va con la tele? Abbiamo una stupenda tele a ventiquattro pollici e vieni a chiedermi un libro! Sei viziata, ragazza mia!” (pag.11)
Non c’è bisogno che aggiunga molto altro, vero?
Il giorno in cui il padre le nega il libro, Matilda non si scompone e va da sola nella biblioteca del paese.
Da quel momento comincia a leggere tutti i libri per bambini che vi trova, passando poi ai classici,con l’aiuto della gentile signora Felpa, la bibliotecaia. Così i suoi pomeriggi si riempiono di vita.
Ma non basta, la rabbia contro la stupidità e l’insulsaggine dei grandi cresce dentro Matilda, che capisce di doversi vendicare. E il primo della lista sarà proprio suo padre, quell’essere spregevole con un viso da topo che si arricchisce ai danni dei clienti, vendendo loro macchine usate truccate.
Per colpa dell’incuria dei genitori, Matilde viene iscritta a scuola in ritardo e così comincia frequentare l’Istituto “Aiuto”, diretto dalla dispotica signorina Agata Spezzindue, una terribile zitella di mezza età.
La maestra invece è bella e delicata, si chiama Betta Dolcemiele e non alza mai la voce, sorride poco, ma è adorata dai suoi alunni.
La signorina Dolcemiele non tarda a scoprire la straordinaria intellingenza di Matilde e non vede l’ora di informare la direttrice Spezzindue, ma alla terribile donna interessa solo la disciplina ferrea che è riuscita a imporre nel suo Istituto e neppure l’incontro con i genitori di Matilde ha esiti più incoraggianti.
I signori Dalverme sono teledipendenti e mangiano solo cibi pre confezionati; lui è uno sporco imbroglione e lei è convinta che il mito delle bambine sia la bellezza, non certo la cultura, come vuole farle credere quella svitata della signorina Dolcemiele.
Anche a scuola c’è la desolazione più totale, i piccoli alunni cercano di sopravvivere alle prepotenze della direttrice e persino i loro genitori la temono follemente.
Nessuno si ribella, per evitare di finire nello Strozzatoio, il lungo e stretto armadio che la direttrice Spezzindue ha foderato di chiodi e schegge di vetro, cosicché il malcapitato che vi viene rinchiuso deve solo badare a stare immobile e fermo, se vuole salvarsi.
E poi, memore dei suoi trascorsi olimpionici di lanciatrice del martello, la Spezzindue punisce le bambine facendole roteare per le trecce e lanciandole fuori dalla finestra.
Tutta l’intelligenza racchiusa nel meraviglioso cervello di Matilde deve trovare un naturale sfogo e lo fa passando attraverso gli occhi.
“A poco a poco cominciò a provare una sensazione stranissima. Sembrava quasi che una misteriosa elettricità le si stesse concentrando negli occhi: come un senso di forza, di potere che covava nel profondo del suo sguardo. Ma provava anche qualcos’altro, una sensazione del tutto differente e indefinibile. Pareva quasi che minuscoli lampi, impercettibili onde di calore, le scaturissero dagli occhi, come se al loro interno si accumulasse un’energia sconosciuta. Era una sensazione stupenda.” (pag.153)
L’unica persona degna di essere messa a conoscenza dello strano e bellissimo fenomeno è la signorina Dolcemiele, la quale si preoccupa e invita Matilda a una merenda in casa propria. La casa della maestra è una casupola semi sepolta dalla vegetazione, che sembra uscita da una fiaba dei fratelli Grimm, povera e spoglia all’interno.
Come mai la gentile e dolce maesta Betta vive in quel tugurio? Matilda è perplessa, ci deve essere sotto qualcosa e vuole scoprirlo.
Betta Lattemiele non esita a confidarsi con quella strana bambina dai sentimenti adulti e Matilde scopre così la terribile verità sulla sua maestra.
Da quel momento il suo straordinario potere sarà al servizio della signorina Betta, per far trionfare la giustizia.
Non vi dico altro per non guastare il piacere della lettura, godibilissima anche per un adulto, come sempre accade con le storie di Roald Dahl, il magico inventore del GGG, delle streghe, di Willy Wonka, dei gremlins.
Nel 1996 da questo libro ha tratto il film  Danny De Vito,  “Matilda 6 mitica” (titolo italiano abbastanza idiota), che non ha la forza del testo di Dahl, ma ha il pregio di mostrarci un efficace ritratto della piccola protagonista e di sbeffeggiare ferocemente la società che la circonda.
Un libro davvero bello e utile, da leggere alle piccole di casa, se già lo avete, o da regalare loro, se vi manca.
Magari regalatelo proprio oggi, che è l’otto marzo. 

copj13.asp
Titolo: Matilde
Autore: Roald Dahl
Illustratore: Quentin Blake
Editore: Salani
Prezzo: euro 8,00

 

Qui potete leggere un interessante intervento in cui la piccola Matilde viene paragonata ad una novella e più attuale Jane Eyre. Curioso e interessante.

L’armata Brancaleone

 


imagesRiguardo L’armata Brancaleone è stato detto e scritto tutto il dicibile e lo scrivibile, suppongo.

Qui potete trovare esaurienti informazioni  e poi deliziarvi passando per il blog di Solimano a leggere questo post , ma naturalmente io sono qui a parlarvi di un libro per bambini.
“L’armata Brancaleone”,  pubblicato dal’editore romano Gallucci, si propone alla lettura di bambini dai 6 ai 99 anni che abbiano voglia di lasciarsi condurre ancora una volta per mano attraverso le vicende della sdrucita armata medievale e del suo improbabile condottiero.
Non è certamente un caso che la vicenda di Brancaleone sia diventata una proposta editoriale per bambini, se già il regista Mario Monicelli affermava che proprio a loro si era dovuto il successo e l’imporsi di Brancaleone, a loro che per primi ne avevano intuito il potenziale ludico e fantasioso.
Inoltre, fatto io credo importante, per la prima volta i bambini e i ragazzi conoscevano un medioevo reale, fatto di miseria, di straccioni, di armi e di pestilenze, così diverso da quello edulcorato cui erano stati abituati da certa letteratura e in parte anche dai libri scolastici.
In questo bel volume, arricchito dai disegni di Emanuele Luzzati, gioca una buona parte il divertimento delle rime che Furio Scarpelli ha ideato per narrare ai più piccoli le avventure e le disavventure di Brancaleone.
Si ritrova tutto il gusto del linguaggio particolare che contribuì al successo del film e un gustoso dizionario finale aiuta i piccoli lettori a prendere familirità con il gergo in rima.
Il libro, cartonato e coloratissimo, restituisce su carta ai piccoli lettori lo spirito di Brancaleone in tutto il suo apparato di ingenua e avventurosa comicità.
Non manca il cd con il motivo portante del film, quel “Branca Branca Branca, Leon Leon Leon fiiiijj bum!” che diventò un gradevole tormentone all’epoca dell’uscita nelle sale e ancora oggi tutti ricordiamo. 

foto2,5099
L’armata Brancaleone
di Furio Scarpelli
disegni di Emanuele Luzzati
44 pagg. a colori
formato 23 x 28 cm, cartonato
ISBN 978-88-88716-38-1
libro + CD euro 16,50Fanno parte di questa collana libri dedicati a canzoni che sono entrate nell’immaginario dei bambini, pur non essendo nate per loro.
Il felice connubio tra testo e immagini fa di essi un piacevole momento di complicità da trascorrere con i nostri piccoli, leggendo e cantando insieme
zebragattasamarcandavia dei mattie la vitaAlla fiera dell

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