“L’ho trovato, mia cara. Era nascosto in Tutto è bene”. Charles Lamb irruppe nella stanza con in mano un volumetto verde.
Mary si voltò sorridendo. Non sapeva resistere all’entusiasmo del fratello. Abbandonò le sue fantasticherie lunari.
“Ed è così?”
“Che cosa, mia cara?”
“Tutto è bene, ciò che finisce bene?”
“Lo spero proprio”. Charles aveva la camicia di lino sbottonata sul collo e il foulard allentato. “Vuoi sentire?” Il giovane si lasciò cadere su una poltrona e accavallò le gambe con il movimento repentino e disinvolto che la sorella aveva imparato a riconoscere. Aprì il libro, le braccia tese davanti a sé e cominciò a leggere a voce alta.
Quest’impresa rappresentò un fervido tributo che Charles e Mary dettero alla loro fanciullezza, ma soprattutto un notevole contributo alla critica del dramma. Nacquero dall’attenta lettura di venti drammi shakespeariani e a Charles ne appartengono cinque, mentre quindici a Mary.
Vediamoli nel dettaglio:
Tutto è bene quel che finisce bene (Mary)
Sogno di una notte di mezza estate (Mary)
La bisbetica domata (Mary)
Racconto d’inverno (Mary)
La commedia degli equivoci (Mary)
Molto rumore per nulla (Mary)
Misura per misura (Mary)
Come vi piace (Mary)
La dodicesima notte (Mary)
I due gentiluomini di Verona (Mary)
Timone di Atene (Charles)
Il mercante di Venezia (Mary)
Romeo e Giulietta (Charles)
Cimbelino (Mary)
Amleto (Charles)
Re Lear (Charles)
Otello (Mary)
Macbeth (Charles)
Pericle (Mary)
La tempesta (Mary)
È con queste profetiche parole che Charles e Mary nella prefazione accompagnano gli ideali lettori verso l’arte di Shakeaspere e la consegnano loro:
“Se i giovani lettori avranno sentito desiderio di leggere questi racconti, di gran lunga più vivo è il nostro desiderio che i Drammi originali di Shakesopeare possano dimostrare loro, quando saranno adulti, di essere qualcosa che arricchisce la fantasia, che tempera la forza d’animo, che fa arretrare di fronte all’egoismo e alla venalità, di essere, insomma, una lezione di pensieri e azioni onorevoli, atti a insegnare la gentilezza, la benevolenza, la generosità e l’umanità, perché le pagine del grande scrittore sono tutte infiorate di mirabili esempi di queste elette virtù.”
Sono stati trascurati completamente tutti i drammi storici; Charles ha privilegiato 3 delle 4 tragedie, 1 dei 5 drammi classici e 1 dei 4 drammi dialettici; Mary ha adattato 4 delle 5 commedie eufuistiche, 4 delle 5 commedie romantiche, 3 dei drammi dialettici, la tragedia non elaborata dal fratello, e 4 dei 5 drammi romanzeschi.
Per curiosità e comodità vi riporto lo schema del Melchiori sulla suddivisione delle opere shakespeariane:
Le commedie romantiche
I drammi dialettici
Le tragedie
I drammi classici
I drammi romanzeschi
I drammi storici
I fratelli Lamb non ebbero vita facile. Trovatisi in ristrettezze economiche dopo la morte del datore di lavoro del padre, ben presto cominciarono a fare i conti con la follia ereditaria. Charles (nato nel 1775) era impiegato alla Compagnia Inglese delle Indie Orientali e appena ventenne fu ricoverato nel manicomio di Hoxton e due anni dopo la tragedia si abbattè su di loro. Mary, che aveva già mostrato forti segni di squilibrio, aggredì i genitori ferendo il padre e uccidendo la madre. Da quel momento Charles si occupò di lei, evitandole la reclusione in manicomio dopo ciò che aveva fatto.
La situazione era ancora più penosa se si pensa che nei momenti di lucidità Mary manifestava in pieno le proprie doti d’intelligenza e d’arte, come aveva dimostrato collaborando con il fratello alla stesura dei Racconti.
Riguadagnato un minimo di sicurezza economica, i due fratelli rimasero insieme fino alla morte, confortati solo dalla presenza di pochi, intimi amici, come Coleridge, compagno di studi di Charles al Christ’s Hospital, e una giovane ragazza da loro adottata, figlia di un italiano, che non si separò da loro fino al matrimonio. Ma il loro conforto più grande rimase la scrittura.
Se la fama letteraria di Mary è legata alla produzione per ragazzi, Charles deve la propria ai Saggi di Elia, che gli hanno dato un posto di spicco tra i classici della letteratura inglese.
Charles morì nel 1834 in seguito a una caduta, pochi mesi dopo Coleridge, mentre Mary visse nella della follia fino al 1847.

Feb 01, 2008 @ 17:20:00
Ok, quanto ti devo per la lezione?
Ciao!
Feb 01, 2008 @ 22:24:00
Ho preso atto che Cimbelino non sapevo nemmeno che esistesse!
:)))
Feb 02, 2008 @ 12:29:00
Alice**
“Alcune cose saranno sempre più forti del tempo e della distanza: seguire i propri sogni e imparare a essere se stessi, condividendo con gli altri la magia di quella scoperta.”
Sergio Bambarèn
Feb 05, 2008 @ 19:07:00
Ci sono cresciuto,con il grande bardo.
Un pò di quello che sono è merito (o demerito 🙂 ) suo.
Grazie per la splendida lezione.
A scuola,con un’insegnante come te,ci tornerei di corsa.
Paul
Feb 06, 2008 @ 01:22:00
Che bel post Anna, davvero. Molto interessante. Ho preso nota:) Grazie.
Un abbraccio affettuoso.
Feb 07, 2008 @ 18:13:00
Rileggendo l’incipit del tuo post, questa volta, m’è venuto in mente Apocalipse Now, quando il colonnello dice che ama l’odore del napalm alla mattina, perché sa di vittoria.
Cavolo, il fetore dei cavalli è Chanel n° 5, al confronto.
Ciao 🙂
Feb 08, 2008 @ 08:21:00
@ tutti
ci scambiamo reciproche conoscenze, tutto qui, e questo è il bello dei nostri blog. Si saltella da uno all’altro e si apprendono cose interessanti sulla musica, sul cinema, sulla letteratura, sulla storia, sulla scuola, sulla vita di tutti i giorni. Il bello è che non ci sentiamo “esperti”, ma siamo “appassionati” e ciò fa molta differenza! Una buona giornata a tutti voi 🙂