
Autore: Daniel Pennac
Traduttore: Paola Novarese
Illustratore: Jean-Philippe Chabot
Editore: Einaudi Ragazzi
Prezzo: euro 8,00
Età di lettura: 9-14 anni


Così Kamo si trova in mano una lista con i nomi di quindici possibili corrispondenti di varie nazionalità, selezionati dall’Agenzia Babele alla quale sua madre si è rivolta. Il loro patto è semplice: se la mamma riuscirà a conservare il posto di lavoro per almeno tre mesi, Kamo si dedicherà a studiare l’inglese. Detto e fatto. La mamma mantiene l’impegno e ora Kamo non sa come sottrarsi. Anzi, lo sa bene. Obbedirà a modo proprio. Lanciando il compasso sulla lista, la scelta cade sul nome di Catherine Earnshaw.
Esordendo con un “Cara Rosbif” Kamo le indirizza una bizzarra e sconclusionata lettera che ha un solo scopo: fingere obbedienza al volere della mamma e liberarlo dall’incubo della promessa di studiare l’inglese.
“Le avevo promesso che avrei scritto e l’ho fatto. Però non posso promettere che qualcuno mi risponda…” (pag.21)
La scappatoia escogitata mette Kamo di ottimo umore, situazione positiva che si ripercuote sull’intera classe e migliora il rapporto persino con la terribile prof di inglese, la signorina Nahoum.
Ma i bei sogni spesso durano poco, tempo una settimana e arriva la risposta della sconosciuta miss Earnshaw, che esordisce definendo Kamo “schifoso ranocchio dalla mente malata”. Anche l’aspetto della lettera è bizzarro: carta ruvida, coperta di spigolosa scrittura vergata con inchiostro violetto e piena di cancellature, chiusa in una busta sigillata con ceralacca.

Pieno di sensi di colpa per la propria leggerezza, Kamo ricorre all’aiuto del suo migliore amico, assai bravo in inglese, e risponde con una lettera alluvionale nella quale continua a scusarsi per l’involontaria cattiveria e le parla a ruota libera del padre e della sua morte.
Comincia così la febbrile attesa di un cenno di perdono da parte della lontana e sconosciuta Cathy, la quale risponde rassicurandolo e sfogandosi a propria volta nel rivelargli la brutalità del fratello Hindley e la nascosta passione per un certo H. che vive in casa con loro come uno sguattero.
Continua l’allucinata corrispondenza che Kamo inizialmente porta avanti con l’indispensabile aiuto del fraterno amico il quale, angosciato per il fortissimo coinvolgimento emotivo di Kamo, comincia indagare per conto proprio. Strana, stranissima ragazza questa Cathy che si esprime come se vivesse alla fine dell’Ottocento, deve essere una povera mentecatta rinchiusa in un manicomio, che descrive le brutalità e le violenze che la circondano! Ma la faccenda sembra più complicata del previsto. Con l’aiuto del professor Baynac, l’insegnante di storia, del professor Pouy, insegnante di educazione artistica e del medico scolastico, il dottor Grappe, viene a galla la strabiliante realtà: la carta da lettere, la grafia, il sigillo, l’inchiostro, tutto dimostra chiaramente che quella lettera proviene davvero dall’Ottocento!

L’amico di Kamo non si dà per vinto, conosce altri ragazzi che hanno un corrispondente straniero e si convince sempre più che ci sia sotto qualcosa di veramente strano.
Raynel è avviluppato in una fitta corrispondenza in italiano con il nipote di un certo Visconte di Terralba, terrorizzato perchè lo zio, dopo essere stato tagliato in due sul campo di battaglia contro i Turchi alla fine del ‘600 , tiranneggia chiunque gli stia vicino e tenta di ucciderlo. Franklin soffre per Nietotchka Niezvanov, angustiata dalla vita con il patrigno, un violinista ubriacone, nella san Pietroburgo di metà secolo scorso. Veronique spasima in svedese dietro un certo Gosta Berling, prete spretato cacciato per ubriachezza dalla sua parrocchia nel 1800 o giù di lì.
“A poco a poco ne trovai dodici, di questi ragazzi e ragazze, tutti abbonati all’Agenzia Babele, tutti in rapporto con il passato… e in tutte le lingue. Ognuno di loro si trovava altrove. E più di tutti Kamo… Fino al giorno in cui dissi a me stesso: No! Niet! Assez! Basta! Es reicht! Stop it! Ne ho abbastanza!” (pag.63)
Insomma, l’amico di Kamo è determinato a salvarlo da questa follia e si mette a investigare, scoprendo chi vada a ritirare le lettere e dove questa si trovi l’Agenzia Babele; è qui che porta Kamo, verso lo scioglimento finale che non vi rivelo, anche se i lettori più smaliziati lo avranno intuito.
Daniel Pennac è nato in Marocco nel 1944 e ha trascorso l’infanzia in Africa e nel Sud Est asiatico, trasferendosi poi a Nizza dopo la laurea in lettere; in quella città ha intrapreso la carriera di insegnante e attualmente è professore in un liceo parigino. Clamoroso successo hanno avuto il ciclo dedicato a Benjamin Malussène e alla sua squinternata famiglia (1991-96), romanzi per adulti che hanno conquistato anche il pubblico giovanile, e il brillante saggio “Come un romanzo” (1993).
“Kamo.L’agenzia Babele” appartiene al ciclo di Kamo, che comprende altri tre titoli, pubblicati in Italia tra il 1994 e il 1997:
“Io e Kamo”
“Kamo e l’idea del secolo”
“L’evasione di Kamo”
Ho scelto di proporvi questo titolo dei quattro perchè è un libro che ho trovato godibilissimo dalla prima all’ultima pagina, basato su una trovata brillante e ben condotta fino alla soluzione con uno stile che stuzzica la curiosità del lettore. Siamo da tutt’altra parte rispetto al ciclo dei Malaussène, ma il profumo della banlieue aleggia anche qui.
Gen 22, 2008 @ 14:53:00
Lo segno nella lista di quelli da leggere, la lista che tengo sull’anta destra dell’armadio…
Un bacione :)))
Gen 23, 2008 @ 19:40:00
Ma guarda un po’ le coincidenze…
Giusto due giorni fa sono stata in libreria e mi sono soffermata a guardare proprio i libri di Pennac, poi alla fine ho rimandato l’acquisto perchè ero indecisa; comunque sabato torno in libreria, perchè c’è l’autore Nicola Cinquetti che presenta “La piscia della befana” (di cui tu hai già fatto una bellissima presentazione nel blog), così vedrò di prendere anche il libro di Daniel Pennac. Sai sempre trovare le parole giuste per incuriosire e invogliare a leggere, brava! Ciao Annita
Gen 25, 2008 @ 21:13:00
Non vedo niente di strano. Io ad esempio sono in corrispondenza con uno oscuro ufficiale francese, un certo Laclos, ma lo faccio strumentalmente, perché so che ha due amiche interessanti, specie una certa Cécile, mentre l’altra è troppo di chiesa. In cambio, ho detto a Laclos che gli presento qualche attricetta, mentre in realtà conosco solo Luciana che ha delle velleità, ma per il momento fa la maschera in una multisala. E mi scrive un’altro, deluso perché una che lavora in filanda non l’ha voluto, mi ha detto che aprirà un blog, gli ho detto di lasciar perdere, la rete è piena di innamorati delusi e in un blog che si chiama Don Rodrigo non andrebbe nessuno, men che meno il contenebbia o il conteattilio. Però. Ognuno di noi potrebbe scegliersi un corrispondente, mi prenoto per Veronica Franco, ma mi contenterei anche di Gasparina Stampa. Tu, Annarita, occhio ai fratelli Verri, non dargli confidenza. Chiedi informazioni al conte Pietro Manzoni e ne saprai delle belle. Meglio il Parini, che è abate, o il Baretti, che è un po’ fuori mano.
saludos
Solimano
Gen 26, 2008 @ 16:17:00
@ Giulia
Sei troppo gentile, quando il materiale è buono, le parole vengono da sole 🙂
@ Franca
Grazie per le informazioni, sono passata dal tuo blog e ho preso nota. Vecrai che il libro a tuo nipote piacerà, pennac è una garanzia 🙂
@ Cuoredigiada
Io invece ho un libriccino sgualcito nella borsa, nel quale via via aggiungo e cancello. Ricambio il bacione 🙂
@ Alexandra3
Grazie e buon fine settimana 🙂
@ Annita
Poi mi dirai come è stato l’incontro con Cinquetti, ci rileggiamo presto e grazie! 🙂
@ Costanza
Grazie e a presto, sto mettendo insieme un po’ di idee 🙂
@ Solimano (last but not least)
Seguirò i tuoi saggi consigli… leggere i tuoi commenti è sempre un grande piacere, così arguti e colti senza ostentazione 🙂
Un caro saluto a tutti, Annarita
Dic 20, 2008 @ 12:16:00
Grazie per il commento ma, mi creda, sarebbe stata una lettura assai piacevole. Ci ripensi e si tuffi tra le pagine di Pennac senza timore!
🙂 Annarita