Il giornale è di nuovo lì, steso sul pavimento nel cono di luce del lampadario, e quei segni ora piccoli ora grandi, ora leggeri ora marcati, non sono più un mistero. Sono diventati lettere, si uniscono e danno vita a oggetti che posso raffigurarmi, a pensieri che posso comprendere.
Ho un ricordo intensissimo del grande senso di potere che ha accompagnato la scoperta della lettura e dell’immenso piacere scaturito dalla possibilità di servirmi delle parole scritte per comunicare ad altri ciò che pensavo, per trasmettere sensazioni ed emozioni.
Fu allora che incomincia a leggere e a scrivere ogni giorno. Si può dire che non abbia mai smesso.
Ma mio padre per me restò per sempre il grande mago che conosceva la magia delle parole, lui che pure aveva potuto frequentare solo la scuola elementare, ma era avido di conoscenza e non perdeva occasione per imparare.
E come era orgoglioso di me, i suoi complimenti i più belli.
Non gli ho mai raccontato questo ricordo, e adesso che non posso farlo più, mi dispiace tanto.

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