32. Cosa c’è di meglio , infatti, che stare la sera con un libro accanto al fuoco, mentre il vento batte sui vetri, e la lampada arde?
Madame Bovary – Gustave Flaubert
33. Bene, cosa aspetti? Distendi le gambe, allunga pure i piedi su un cuscino, su due cuscini, sui braccioli del divano, sugli orecchioni della poltrona, sul tavolino sa tè, sulla scrivania, sul pianoforte, sul mappamondo. Togliti le scarpe, prima. Se vuoi tenere i piedi sollevati; se no, rimettitele. Adesso non restare lì con le scarpe in una mano e il libro nell’altra. Regola la luce in modo che non ti stanchi la vista. Fallo adesso, perché appena sarai sprofondato nella lettura non ci sarà più verso di smuoverti. Fa’ in modo che la pagina non resti in ombra, un addensarsi di lettere nere su sfondo grigio, uniformi come un branco di topi; ma sta attento che non le batta addosso una luce troppo forte e non si rifletta sul bianco crudele della carta rosicchiando le ombre dei caratteri come in un mezzogiorno del Sud. Cerca di prevedere ora tutto ciò che può evitarti d’interrompere la lettura. Le sigarette a portata di mano, se fumi, il portacenere. Che c’è ancora? Devi fare pipì? Bene, saprai tu.
Se una notte d’inverno un viaggiatore – Italo Calvino
34. Ci sono due tipi di libro, quelli da consultare e quelli da leggere. I primi (il prototipo è l’elenco telefonico, ma si arriva sino ai dizionari e alle enciclopedie) occupano molto posto in casa, sono difficili da manovrare, e sono costosi. Essi potranno essere sostituiti da dischi multimediali, così si libererà spazio, in casa e nelle biblioteche pubbliche, per i libri da leggere (che vanno dalla Divina Commedia all’ultimo romanzo giallo). I libri da leggere non potranno essere sostituiti da alcun aggeggio elettronico. Sono fatti per essere presi in mano, anche a letto, anche in banca, anche là dove non ci sono spine elettriche, anche dove e quando qualsiasi batteria si è scaricata, possono essere sottolineati, sopportano orecchie e segnalibri, possono essere lasciati cadere per terra o abbandonati aperti sul petto o sulle ginocchia quando ci prende il sonno, stanno in tasca, si sciupano, assumono una fisionomia individuale a seconda dell’intensità e regolarità delle nostre letture, ci ricordano (se ci appaiono troppo freschi e intonsi) che non li abbiamo ancora letti, si leggono tenendo la testa come vogliamo noi, senza imporci la lettura fissa e tesa dello schermo di un computer, amichevolissimo in tutto salvo che per la cervicale. Provatevi a leggere tutta la Divina Commedia, anche solo un’ora al giorno, su un computer, e poi mi fate sapere. Il libro da leggere appartiene a quei miracoli di una tecnologia eterna di cui fan parte la ruota, il coltello, il cucchiaio, il martello, la pentola, la bicicletta.
Libri da consultare e libri da leggere – Umberto Eco
35. C’è uno strano destino comune a molti libri fondamentali: non cadono nell’oblio, ma vengono amputati in maggiore o minor misura, e raggiungono la perennità come libri per ragazzi. Talvolta l’operazione è lecita, perché un buon libro, essendo universale, è anche un libro per ragazzi; è leggibile da tutti, anche se diversi lettori vi possono scoprire significati diversi. Altre volte la manomissione è un falso, o meglio un esorcismo: dal libro si caccia via lo spirito malvagio, e non ne resta che una spoglia.
La ricerca delle radici – Primo Levi
36. I libri, loro non ti abbandonano mai. Tu sicuramente li abbandoni di tanto in tanto, i libri, magari li tradisci anche, loro invece non ti voltano mai le spalle: nel più completo silenzio e con immensa umiltà, loro ti aspettano sullo scaffale.
Una storia d’amore e di tenebra – Amos Oz
37. Quando imparai a leggere e a scrivere, al mondo immaginario della mia mente si aggiunse anche la costellazione dell’alfabeto. Questo nuovo mondo non era formato dalle fantasie o dai disegni che raccontavano una storia, ma soltanto dalle lettere e dal loro suono. Leggevo tutte le indicazioni che vedevo: i nomi delle ditte sui portacenere, i manifesti, le notizie sui giornali, le pubblicità, tutto ciò che era scritto sulle vetrine dei negozi, dei ristoranti, sui camion, sulle carte d’imballaggio, sulle insegne stradali, sul pacchetto di cannella a tavola, sulla latta dell’olio, sui saponi, sui pacchetti di sigarette e sulle medicine di mia nonna. Non era importante conoscere il significato delle parole che ripetevo, talvolta, ad alta voce. Era come se, dentro il mio cervello, fra il centro visivo e la parte cognitiva, si fosse sistemata una macchina che trasformava tutte le lettere in sillabe e suoni. Come una radio accesa in un caffè che però non ascolta nessuno, quest’apparecchio, cui talvolta non prestavo attenzione, trasmetteva continuamente.
Istambul – Orhan Pamuk
38. I libri che mi piacciono di più sono quellihe almeno ogni tanto sono un po’ da ridere. Leggo un sacco di classici, come Il ritorno dell’ indigeno e via discorrendo, e mi piacciono, e leggo un sacco di libri di guerra e di gialli e via discorrendo, ma non è che mi lascino proprio senza fiato. Quelli che mi lasciano proprio senza fiato sono i libri che quando li hai finiti di leggere e tutto quel che segue vorresti che l’autore fosse un tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira.
Il giovane Holden – J.D.Salinger
39. Avevo trovato la mia religione: nulla mi parve più importante di un libro. La libreria, vi vedevo un tempio. Nipote di prete, vivevo sul tetto del mondo, al sesto piano, appollaiato sul ramo più alto dell’Albero Centrale: il tronco era la gabbia dell’ascensore.
Le parole – Jean Paul Sartre
L’arte di leggere Aforismi sulla lettura
A cura di Paolo Mauri
ET Einaudi Scrittori, euro 8,50
Lug 10, 2007 @ 06:52:00
Bene Calvino,splendido Salinger,non mi intriga Flaubert,Eco mi da i crampi allo stomaco,oltre ad altri problemi gastro intestinali.
Di Oz non ho ancora letto nulla.
Ciao
Paul
Lug 10, 2007 @ 21:03:00
E le donne? Tutte analfabete? ^___^
Sto scherzando, ma mica poi tanto, veh Ciao 😉
Lug 11, 2007 @ 07:11:00
@ PaulTemplar
E così è giusto che sia. Se tutti ammirassimo o detestassimo i medesimi autori, sai che noia? Buona giornata 🙂
@ Gabrilu
Hai ragione! Presa dalla lettura non vi avevo badate. Sono andata a controllare e in effetti dei 96 autori citati solo 3 sono donne: Emily Bronte, Amélie Nothomb e Virginia Woolf. E’ l’autore stesso, però, a riconoscere immediatamente che si tratti di un’antologia “parziale che ha lo scopo di rendere espliciti alcuni punti di vista sulla lettura pronunciati nel corso dei secoli”. Forse le donne si sono “pronunciate” meno degli uomini… si sa che noi badiamo più alla sostanza! Buona giornata 😉
Lug 11, 2007 @ 13:40:00
Una volta tanto, non condivido ciò che dice Umberto Eco. Prima di tutto le enciclopedie. E’ gradevole – specie dopo pranzo – prendere uno dei due volumi della Garzantina sulla musica ed aprire a caso. E’ come aggirarsi in un bosco vasto e variato, si scopre la fagiana che cova, la garçonnière en plein air, i cerchi delle streghe. Una enciclopedia non si consulta, si esplora.
Anche l’obiezione alla lettura in rete mi sembra miope: giorno dopo giorno sta sorgendo una nuova cultura che non sarà mai stampata. Non è per niente detto che sia una diminuzione, che invece sono gli editori che ti pubblicano se li paghi. Ho elaborato – e iniziato a mettere in pratica – un mio progetto ridicolo e serissimo, denominandolo, modernamente, M.T.F.R. My Twenty Five Readers, presto ne pubblicherò le regole severe ma giuste sul Nonblog di Habanera.
good afternoon
Solimano
Lug 11, 2007 @ 18:51:00
scusami se il post è sfasato..tempo fa mi pare che tu avessi presentato
i libri di Mastronardi..dicevi anche che tuo padre lo conosceva..
ho capito bene.?.
se è vero mi piacerebbe parlarci
è possibile?
Lug 12, 2007 @ 06:28:00
@ Solimano
Credo che Eco si riferisse alle voluminose enciclopedie in generale; anche io amo prendere in mano volumi dell’enciclopedia Treccani e sfogliarli qua e là, leggendo senza un ordine preciso, così come mi piace continuare a leggere il vocabolario in ordine alfabetico e fare ogni volta portentose scoperte. Anche per la lettura in rete vale il medesimo discorso, bisogna fare un distinguo tra ciò che si vuole e ciò che si può leggere in rete e la cultura on line di cui parli tu non è certo diminuzione, ma un ramo diverso del medesimo albero. Resto in attesa di conoscere le regole del tuo progetto. Buona giornata 😉
@ bassotuba
Rammenti e hai capito bene. Mi dispiace, mio padre è morto quattro anni fa. Quel post su Mastronardi mi è caro proprio perché scrivendolo mi è sembrato di vederlo ancora passeggiare sotto i portici della piazza Ducale quando lì era facile incontrare l’ombroso Mastronardi. Però posso chiedere a mia madre se si ricorda qualcosa di più. Sarà una bella occasione anche per me. Ti farò sapere. Buona giornata e grazie 🙂
@ sgnapisvirgola
Ciao, cara Silvia, e non lavorare troppo! Buona giornata e a presto 😉
@ MariaStrofa
Sempre un piacere trovarti qui e soprattutto venire nel tuo blog fantasmagorico ( nel senso estensivo e non figurato che intende De Mauro). Buona giornata 😉
Lug 12, 2007 @ 10:34:00
grazie,quando sai qualcosa fammelo sapere ci tengo molto ,scrivimi
e-mail restavi@ti.it
Lug 13, 2007 @ 06:26:00
@ bassotuba
Ho preso nota dell’indirizzo, appena saprò qualcosa, ti scriverò. Buona giornata.