Hans Magnus Enzensberger, Il mago dei numeri
Einaudi, 2005, euro 10,80
Trad. di Enrico Ganni; ill. e progetto grafico di Rotraut Susanne Berner
Roberto è uno studente ossessionato dagli esercizi propinati dal professor Mandibola, il grasso docente di matematica che arriva in classe e appioppa subito noiosi problemi per poter mangiare in santa pace le ciambelle che estrae dalla borsa.
Esercizi del tipo: “Se due pasticcieri in sei ore fanno 444 ciambelle, quanto impiegano cinque pasticcieri per farne 88?“. Esercizi che Roberto bolla come “un modo da deficienti per passare il tempo“.
Da un po’ di notti Roberto fa sogni strani, che al risveglio lo lasciano di cattivo umore perché in essi è sempre vittima di brutte esperienze o di terribili figuracce.
Ma una notte fa la sua comparsa un ometto abbastanza vecchio, che si presenta come il mago dei numeri. Grande all’incirca quanto una cavalletta, tutto rosso, lo guarda con occhietti scintillanti dondolandosi su una foglia di acetosella nell’immenso prato che Roberto sta sognando.
L’incontro non è dei più piacevoli, perché Roberto odia “qualsiasi cosa abbia a che fare con la matematica“, ma l’ometto gli dà la prima, sorprendente notizia: gli esercizi del prof. Mandibola con la matematica non c’entrano niente.
– Stai solo cercando di farmi cambiare idea, disse Roberto. Di te non mi fido e se cerchi di rifilarmi degli esercizi anche in sogno mi metto a urlare. E’ vietato maltrattare i minori!
– Se avessi saputo che eri così vigliacco, commentò il mago, mi sarei risparmiato il viaggio. Volevo solo fare quattro chiacchiere. La notte infatti di solito non ho impegni e quindi ho pensato: proviamo a passare da Roberto, che certamente non ne può più di scendere ancora da quello scivolo.
– L’hai detto.
– Allora siamo d’accordo.
– Però non mi faccio fregare, aggiunse Roberto. Cerca di mettertelo in testa. (pag.10)
Tuttavia il dialogo continua attraverso i sogni che si sviluppano in dodici notti e il mago si serve di un espediente molto utile per vincere la resistenza di Roberto: esempi semplici per mezzo di oggetti e animali che conosce.
Il mago parla di moltiplicazione del chewingum per spiegare i numeri infinitamente grandi, fa comparire dal nulla una grossa calcolatrice verdognola e molle come l’impasto di una torta, si serve delle lepri e dei numeri bonaccioni per spiegare la successione di Fibonacci e poi usa un linguaggio colorito e bizzarro: nodi e linee (gli angoli e gli spigoli), saltellare (elevare a potenza), saltellare all’indietro o tirare fuori la rapa (estrarre la radice), noci di cocco (numeri triangolari), numeri irragionevoli (irrazionali), normali (naturali), prìncipi (primi).La dodicesima notte, l’ultima degli incontri con il mago dei numeri, Roberto riceve un invito:
Il signorROBERT
allievo del Mago dei numeri
TEPLOTAXL
è invitato al grande ricevimento
nell’Inferno/Paradiso dei numeri
Il Segretario generale
Ci sono pochissime donne, nota Roberto stupito, ma Teplotaxl lo rassicura; la matematica prima era considerata una cosa da uomini e gli altri maghi non volevano che le donne se ne occupassero, ma le cose stanno cambiando
Tutti siedono a tavola; oltre il trono d’oro, sul quale prende posto un cinese, il secondo mago dei numeri al mondo, s’intravede una scalinata che si perde tra le nuvole. Lì sta il primo mago dei numeri, il capo supremo che tutti venerano; nessuno sa chi sia, forse è proprio una donna.
Viene servita la cena, a base di squisite torte perché il cerchio è la figura perfetta, e alla fine del pasto Roberto ha l’onore di essere insignito dell’ordine pitagorico di quinta classe, che lo designa apprendista dei numeri.
L’avventura di Roberto è finita, ma il ritorno alla realtà in classe e il professor Mandibola non lo spaventano più. Appesa al collo porta la catenella d’oro con la piccola stella a cinque punte a rammentargli sempre che gli insegnamenti del mago Teplotaxl non sono stati solo un bel sogno.Il libro è arricchito con facili schemi e illustrazioni, vengono proposti esempi ed esercizi, e in appendice si trova un utile elenco delle persone e degli oggetti citati nella storia.
In questa favola Enzensberger è riuscito a trasformare la matematica in qualcosa di magico e avvincente, perché si veste di un aspetto quotidiano e familiare ai ragazzi, consentendo loro di affrontare i concetti matematici come fossero giochi e trasformando la noia e l’aridità in fantasia e in divertimento. Un libro consigliabile a tutti, grandi e piccoli, addetti ai lavori e profani, insomma “un libro da leggere prima di addormentarsi, dedicato a chi ha paura della matematica“.


Giu 29, 2007 @ 22:38:00
mi hai fatto venire voglia di leggere questo libro.
grazie per la segnalazione.
Giu 30, 2007 @ 05:12:00
@ Giulia
Non lo sono tutti, è vero, ma molti insegnanti sanno trasmettere il sapere con fantasia e con passione. Ho la fortuna di averne conosciuti alcuni, nei diversi gradi dell’istruzione, e spero di conoscerne altri. Spesso il loro entusiasmo si affievolisce e si spegne mano mano, soffocato dalla massificazione in cui spesso ci troviamo immersi. Buona giornata 😉
@ utente anonimo
Grazie a te per la visita. Mi fa piacere che il mio piccolo post ti abbia incuriosito e ti spinga alla lettura, mi sento utile! Buona giornata 😉
Lug 03, 2007 @ 06:54:00
Ciao.
Se mi avessero fatto giocare così con i numeri,avrei risparmiato alcune estati sui libri a studiare matematica.
Paul
http://www.ilvolodijonathan.splinder.com
Lug 04, 2007 @ 08:14:00
@ Paul Templar
Penso sia la conclusione di molti lettori del libro… grazie per la segnalazione, ero già andata a vedere dove volava Jonathan… Buona giornata 😉
Lug 06, 2007 @ 15:35:00
La matematica fa solo bene, una doccia al cervello salutare. Datemi retta, in genere non è colpa dei professori, siamo noi a fare i capoccioni per pigrizia. La fatica è necessaria, ma si viene premiati.
Poi, con la matematica, si scrive meglio, le cose escono più organizzate, anche le fantasie.
Buon pomeriggio
Solimano