Altri giochi linguistici molto divertenti per i ragazzi erano lo scarto e il suo contrario, la zeppa.
Lo scarto è divenuto anche un diffusissimo gioco enigmistico e consiste nell’ottenere una parola da un’altra eliminando una lettera.
Lo scarto può essere di consonante o di vocale, iniziale o finale.
Generalmente si chiede di individuare le parole tramite indovinelli:
SCARTO DI CONSONANTE SCARTO DI VOCALE
In chiesa li togliamo Un atto di saluto…
d’estate li tagliamo …tra i rami di gelso
(cappelli–capelli) (bacio–baco)
SCARTO INIZIALE SCARTO FINALE
E’ tipico del nostro genere… Sul fiume sacro……stringerla …imperversano banditi
(umano–mano) (Gange–gang)
Servendosi degli scarti è possibile anche creare dei nonsense:
C’è un merlo sul melo,
ma le rape non piacciono all’ape
che sulla tavola vola
mentre con la borsa la vecchia orsa
per il rumore è di pessimo umore
così la nave è nel porto mentre annaffio il mio orto.
Per rendere il gioco un po’ più complicato, si può ricorrere allo scarto di sillaba:
Lo è la persona forte
che la solleva piena di spesa
(robusta–busta)
e al biscarto (eliminare una sillaba comune a due parole per formarne una terza):
Fanno la ruota
nel rifugio dei ladri
gettandotici senza pietà
(pavoni–covo– panico)
La zeppa segue il procedimento contrario, la nuova parola si ottiene inserendo nella vecchia un’altra lettera:
Lo si legge…
…scarcerato
(libro–libero)
…o un’altra sillaba:
Ti segue fedele…
…e lo paghi
(cane–canone)
E anche in questo caso, con le parole ottenute, si può ripetere il gioco del nonsense.
Dopo lo scarto e la zeppa, parliamo del cambio, nel quale una parola viene trasformata in un’altra cambiando una lettera o una vocale. Questo gioco si presta benissimo ad essere fatto in gruppo.
Per esempio:
Carla, parla, palla, calla, calma, salma, salsa, balsa, balza, bazza, mazza, tazza, tozza.
Breve, brave, trave, trame, trama, trema, crema, croma, aroma, Arona.
Un gioco che sembra il cambio, ma non lo è, si chiama falso derivato e si presta ottimamente ad un gioco linguistico con i ragazzi.
Si usano parole che sembrano essere i nomi alterati l’una dell’altra, ma in realtà hanno diversi significati.
i falsi accrescitivi: burro/burrone, melo/melone, gallo/gallone
i falsi diminutivi: botto/bottino, cane/canino, tacco/tacchino
i falsi vezzeggiativi: gazza/gazzella, bolla/bolletta, salvia/salvietta
i falsi dispregiativi: foca/focaccia, polpo/polpaccio, addio/addiaccio
i falsi cambi di genere: mostra/mostro, raspa/raspo, botola/botolo
Una volta individuate le coppie di falsi derivati o di falsi cambi di genere, creavo le frasi nelle quali poi i ragazzi dovevano inserirli esattamente.
Per esempio:
Osservo la mamma truccarsi con cura il ……… prima di indossare la pelliccia di …….. (viso/visone)
Sul ramo più alto è volata una ……. mentre passa una …….. dei Carabinieri (gazza/gazzella)
La signora camminava chiacchierando con l’amica, non si è accorta della ………. e così il ………. che l’accompagnava c’è finito dentro (botola/botolo)
Faccio un’altra pausa. Alla prossima puntata.
Giu 23, 2007 @ 07:01:00
Mi hai riportato indeitro di anni,troppi per i miei gusti.
Un caro saluto e buon week end.
Paul
Giu 24, 2007 @ 09:22:00
Non darvi troppo peso.
Annarita.
Giu 24, 2007 @ 15:38:00
Un lavoro svolto benissimo, con perfetta acribìa. Credo che tu ci abbia faticato, ma il divertimento è stato maggiore. Queste cose servono: giocare con le parole vuol dire imparare a conoscerle e ad usarle, e I draghi locopei è una opera gradevole ed acuta; utilissima, se si vuole. Ma la situazione della scuola la conosci meglio di me.
Attualmente, preferisco gli scritti basati sui refusi e sui limerick, specie se ruspanti, ambientati in Italia, non solo come nome della città o del paese. Emilio Gauna ne ha pubblicati diversi (refusi e limerick) su Golem l’Indispensabile; la mia preferenza attuale è legata al fatto che così è più diretto il raccordo alla personale esistenza quotidiana delle persone. Continuerò a leggerti con vero piacere.
Grazie
Solimano
P.S. Un saluto anche al signor Giuseppe.
Giu 24, 2007 @ 18:39:00
non riesco a trovare il tuo libro..
perchè non ritorni ad insegnare..
Giu 26, 2007 @ 10:09:00
Adoro questi giochi! Aiutano molto.
Beati gli alunni che ti hanno avuto come insegnante!
Giu 26, 2007 @ 13:59:00
@ Solimano
Vedo che sei un esperto! Grazie per la segnalazione e per l’attenzione, saluterò Giuseppe da parte tua. 😀 Buona giornata.
@ bassotuba
In effetti non è facilissimo, bisogna trovare una libreria o una cartoleria che distribuisca le collane scolastiche delle edizioni Raffaello. Tornare all’insegnamento? Ci avevo pensato, alcuni anni fa, poi mi sono rotrovata a lavorare di nuovo nella scuola, anche se sul versante della parte amministrativa, e mi ci sono fermata. Ma ho sempre ottimi contatti con gli studenti, te lo garantisco 😉 Buona giornata
@ LilianaRosa
Benvenuta e grazie. Devo molto ai Draghi locopei di Ersilia Zamponi e poi mi divertivo quasi quanto i miei alunni. E’ una bella soddisfazione quando, a distanza di anni, ne incontro qualcuno, oramai grande, che ancora si ricorda di questi nostri giochi! Buona giornata 🙂
Giu 28, 2007 @ 09:24:00
Bellissimi questi giochetti che proponi, stampo il tutto e propongo a mio nipote (8 anni) una bella gara.
Così, forse, mi vendico delle umiliazioni che subisco con i videogiochi!
Un saluto al tuo compagno melomane e buona giornata a te 🙂
Giu 28, 2007 @ 16:46:00
@ amfortas
La vendetta è un piatto che si consuma freddo…e vedrai che tuo nipote si divertirà. Nella prima parte del post ho citato “I draghi locopei” di Ersilia Zamponi, un testo ancora attualissimo e molto interessante per quanto riguarda i giochi di parole. Trasmettoil saluto a Giuseppe, grazie 😉