Noi non leggiamo il primo libro che ci capita per le mani. Ci piace scegliere. Raramente, invece, al bambino è offerta una scelta sufficiente. Gli regaliamo un libro di favole, lo mette da parte: ne concludiamo che non gli piacciono le favole, mentre può darsi che in quel periodo abbia semplicemente altri interessi. Ecco perché la bibliotechina personale o collettiva è indispensabile. Venti libri sono meglio di uno, e cento meglio di venti, perché possono suscitare curiosità diverse, appagare o stimolare interessi diversi, rispondere ai mutamenti d’umore, alle svolte della personalità, della formazione culturale, dell’informazione.
S’intende che dietro una una bibliotechina ci dev’essere un delicato lavoro d’aggiornamento, una riflessione attenta, una sensibilità vigile. Non si ottiene niente per niente, né dalla natura né dai bambini. Ma qui entrerei, senza volerlo, nella serie delle indicazioni dette “positive”, mentre mi sono assunto il compito di elencare alcuni metodi negativi (nella speranza, certo, che l’elencazione stessa suggerisca qualche antidoto).
(Gianni Rodari, Libri d’oggi per ragazzi d’oggi, 1967)
Rispetto agli anni in cui Gianni Rodari parlava di questo argomento, la situazione della letteratura infantile e per ragazzi è molto cambiata. Nelle librerie hanno ampio spazio i settori dedicati ai giovani lettori, resi più accattivanti dalla presenza di seggioline e di tavolini a misura di bambino, di poltroncine che invogliano alla sosta; sono nate biblioteche esclusivamente per i giovani lettori e nelle classiche biblioteche pubbliche ci sono intere sezioni dedicate ai ragazzi. Persino nei supermercati è facile trovare una discreta scelta di libri per i più giovani. A volte tanta abbondanza di materiale può generare confusione; se il giovane lettore non ha in mente un titolo o un autore ben precisi, si farà trascinare dalla moda del momento e magari acquisterà il libro più reclamizzato, perché legato ad un film o a un cartone animato che segue abitualmente in tivù, o quello che stanno leggendo le amiche del cuore o i compagni del gruppo. Generalmente i più piccini sono attratti dai libri pop up o da quelli che riproducono suoni e rumori, o che sono morbidi al tatto; i più grandicelli si orientano anche verso testi che possano essere utili a scuola, ma in ogni caso sarà fondamentale affiancarli nella scelta, non per pilotarla, ma per collaborare. Sarà capitato a tutti noi di regalare un libro a un bambino o a un ragazzo, in occasione di un compleanno o di una qualsiasi altra ricorrenza, e forse, nella maggior parte dei casi, li abbiamo visti osservare l’oggetto con malcelato fastidio e riporlo frettolosamente per dedicarsi a regali in quel momento ritenuti più interessanti, ritenendo così che il genere da noi scelto non fosse di suo gradimento. Invece, come ha scritto Rodari, forse in quel momento i suoi interessi avevano altri orizzonti.
Regalare un libro è un atto di grande intimità, presuppone una buona conoscenza della persona che lo riceverà, dei suoi gusti e delle sue aspettative. Ciò vale per gli adulti e, con maggior ragione, per i bambini. Concediamoci il piacere di portare in libreria un bambino o un ragazzo e esaminiamo insieme le varie possibilità che gli scaffali offrono; scopriremo nuovi lati del loro carattere, avremo un interessante scambio di opinioni e, con un po’ di abilità e di lungimiranza, riusciremo anche a orientarli verso qualche buona lettura, magari poco conosciuta. Oppure saremo noi a stupirci e a fare nuove scoperte.

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