Questo non è propriamente un sistema: è un atteggiamento generale, che però ha l’importanza e l’efficacia di un sistema. Dare la colpa ai bambini oltre che facile, è comodissimo, perché serve a coprire le colpe proprie.
Riconosciamo (rovesciando in parte un ragionamento precedente) che i bambini non leggono abbastanza, che le tirature potrebbero essere maggiori, che il «boom» del libro per ragazzi è ancora di là da venire. Se cerchiamo dei «perché» un po’ meno comodi dell’accusa prepotente che si rivolge ai bambini, troviamo colpe di genitori: vi sono troppe case in cui non entra mai un libro, vi sono migliaia di laureati senza biblioteca, ci sono tanti padri che non leggono nemmeno il giornale, e poi si meravigliano se i figli fanno come loro. Vi sono colpe pubbliche: della scuola e dello Stato; e vi sono colpe della nostra alta cultura, sempre troppo aristocratica per porsi dei compiti pedagogici. Leggiamo sui giornali brillanti articoli di brillanti e colti personaggi che deridono il pubblico che compra a dispense la Divina Commedia o una delle tante enciclopedie a puntate. Forse rimpiangono il tempo in cui a puntate si compravano solo i romanzi di Carolina Invernizio. In America, in Inghilterra, in Russia i professori universitari non disdegnano di scrivere opere di divulgazione scientifica rivolte ai ragazzi: da noi i «divulgatori» di qualità si contano ancora su mezza mano.
Più in generale, non c’è presa di coscienza collettiva della società adulta nei confronti della società infantile. Nel campo dell’editoria per ragazzi il criterio commerciale prevale tuttora sul criterio pedagogico: non esiste quasi un collegamento tra le punte avanzate della pedagogia e gli editori, per i quali «educativo» è generalmente sinonimo di «noioso».
Accusato come il solo responsabile d’una situazione complessa, e ancor più complicata dalla crisi degli ideali educativi fino a ieri pacificamente accettati, il bambino reagisce come può: scappando in cortile a giocare, o nascondendo sotto il cuscino il caro albo a fumetti.
“Libri d’oggi per ragazzi d’oggi” Gianni Rodari
Questo atteggiamento generale ha un riscontro ancora oggi, a quarant’anni di distanza dalla composizione di queste righe. Ma non è la prima volta in cui sottolineo la grande attualità del pensiero di Rodari e la modernità delle sue intuizioni.
Oggi il “boom” dei libri per ragazzi almeno in parte è avvenuto, ma non si sottrae alla critica di prevalenza del criterio commerciale mossa dallo scrittore già negli anni Sessanta.
In qualunque libreria per ragazzi, o nella sezione a loro dedicata nelle librerie degli adulti, lo spazio dedicato alle opere di divulgazione storica o scientifica è tuttora molto limitato, e non credo solo per ragioni di spazio o, al contrario, per scarso interesse da parte dei giovani lettori.
L’ironico accenno alla Divina Commedia a dispense mi fa rammentare che in quegli anni io collezionavo con accanimento, pensate un po’, le figurine dei Promessi Sposi. Chi può dire che un tale esercizio, condiviso con chissà quanti altri coetanei, non abbia alimentato l’amore per la lettura?
Sempre negli anni dei quali Rodari parla erano assai diffuse due enciclopedie acquistabili a rate, un volume il mese, e conobbero un gran successo. Si trattava di Conoscere e Capire e si differenziavano per la diversa impostazione: la prima dedicata ai più piccoli, volumi rilegati in un bel colore rosso vivo con caratteri dorati, e venivano trattati, tutti in modo esaustivo, la storia, la geografia e le scienze, rendendoli così adatti all’uso degli alunni di scuola elementare e media; Capire aveva la rilegatura beige, sempre con caratteri dorati, e si rivolgeva a un pubblico di studenti più grandicelli, presentando argomenti che spaziavano dalla letteratura italiana e internazionale al cinema e al teatro, dall’archeologia alle arti (architettura, pittura, scultura), dalla musica alla numismatica, dai musei alle prime nozioni di filosofia e di psicologia, di diritto e di economia.
Le due serie di volumi erano un universo di notizie e una lettura molto gradevole e interessante, perché corredata di bellissimi disegni a colori, tanto che l’appuntamento della consegna mensile era vissuto come un piccolo evento. Oggi per giovani studenti e lettori è difficile provare la medesima emozione, visto che basta loro inserire una domanda, anche la più astrusa, in un buon motore di ricerca e in pochi secondi saranno sommersi da una valanga di risposte e di immagini, o più o meno pertinenti. Ricavare notizie da quelle enciclopedie richiedeva un lavoro di lettura, di riflessione, di rielaborazione; oggi ci si libera dall’impaccio con un bel copia-e-incolla e tutto il gusto della scoperta va a farsi benedire.
Bisogna riconoscere che attualmente i libri di divulgazione per ragazzi sono molto più numerosi e a essi si sono affiancate anche pubblicazioni mensili come Focus Junior (tecnologia e scienza, ecologia e ambiente), Art Attack Magazine (lavori manuali, nato dalla trasmissione televisiva), Touring Junior (viaggi e turismo), Andersen (attività e iniziative rivolte alla scuola con un’ampia sezione di segnalazioni bibliografiche e comunicazione per l’infanzia), Il Pepe Verde (letteratura e libri per ragazzi), Dada (arte, archeologia e antiquariato).
Per fortuna oggi gli adulti dedicano più interesse ai bisogni della società infantile e se c’è ancora qualche bambino che, come diceva Rodari, scappa in cortile, speriamo lo faccia anche perché ha trovato un angolino tranquillo nel quale sedersi a leggere un bel libro, magari scelto con la complicità di un adulto che è rimasto un po’ bambino dentro.
Feb 16, 2007 @ 18:15:00
questi post su rodari sono da incorniciare, annarita. bbbelli!
e finalmente che ne hai messo un altro. buona serata annarita 🙂
Feb 16, 2007 @ 18:15:00
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e finalmente che ne hai messo un altro. buona serata annarita 🙂
Feb 16, 2007 @ 18:15:00
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Feb 21, 2007 @ 23:47:00
“qualche adulto che è rimasto bambino…” beh per fortuna ce ne sono anche se hanno poca risonanza. molto bello il passo di Rodari che hai citato e attualissimo.
resto sconvolta al pensiero che esistano laureati senza “biblioteche”. so che è vero, ma è fuori dalla mia comprensione.
Feb 21, 2007 @ 23:47:00
“qualche adulto che è rimasto bambino…” beh per fortuna ce ne sono anche se hanno poca risonanza. molto bello il passo di Rodari che hai citato e attualissimo.
resto sconvolta al pensiero che esistano laureati senza “biblioteche”. so che è vero, ma è fuori dalla mia comprensione.
Feb 21, 2007 @ 23:47:00
“qualche adulto che è rimasto bambino…” beh per fortuna ce ne sono anche se hanno poca risonanza. molto bello il passo di Rodari che hai citato e attualissimo.
resto sconvolta al pensiero che esistano laureati senza “biblioteche”. so che è vero, ma è fuori dalla mia comprensione.