A questo punto siete quasi pronti per tentare il passo che è lo scopo di ogni autore: far pubblicare il proprio lavoro.
Innanzitutto curatene scrupolosamente l’aspetto.
Stampate la versione definitiva del vostro lavoro e dotatela di una bella copertina di cartoncino sulla quale scrivere il titolo e l’autore.
Predisponete più copie, vi serviranno per presentarlo all’attenzione delle case editrici.
Cercate la casa editrice giusta.
Ogni casa editrice, anche piccola, ha un proprio sito web. Visitatelo e accertatevi quale sia la produzione che la caratterizza. Eviterete così di mandare un romanzo d’amore ad una casa editrice specializzata in horror o un giallo a una che privilegia la narrativa per bambini.
Nella sezione dedicata alle informazioni e ai contatti molte case editrici specificano se accettano in visione opere di esordienti e indicano anche le modalità d’invio; se non trovate nessuna indicazione precisa, chiedete voi informazioni.
Di solito le case editrici hanno un indirizzo e-mail. Questo tipo di comunicazione è diventato d’uso quotidiano e ha il vantaggio di essere molto più veloce di una comune lettera. In brevissimo tempo vi arriverà una risposta nella casella di posta elettronica; se ciò non dovesse accadere, non perdetevi d’animo e tentate con altre case editrici.
Un’altra possibilità: i concorsi.
Se fate una veloce ricerca su Internet, scoprirete che in Italia vengono banditi ogni anno centinaia e centinaia di premi di narrativa e di poesia. Le proposte più interessati sono quelle che offrono ai vincitori la pubblicazione delle loro opere, è il caso di quelli banditi da case editrici molto note ed affermate.
Alcuni editori chiedono il pagamento per la pubblicazione dei libri, ovviamente non è mai il caso di accettare, investendo una somma spesso considerevole per veder pubblicato il vostro testo, pur sapendo che autori poi divenuti famosi, come Tolstoj, Kipling, Proust, Moravia, Pasolini, Svevo e Gadda, agli esordi lo hanno fatto.
Il guadagno per un vero editore viene dal numero di libri venduti, non si basa sul pagamento che effettua l’autore per coprire le spese di stampa!
E a questo punto, buona fortuna!
Gen 09, 2007 @ 00:09:00
Be’ Annarita, questi sono mica solo consigli per ragazzi: sono consigli che valgono anche per stagionati e stagionate, credi.
Come la messa in guardia sull’autopubblicazione con cui gli autopubblicanti citano sempre quei nomi che hai fatto. Ma erano altri tempi.
Il mondo culturale conosce gli editori che pubblicano a pagamento.
E quando un libro arriva da costoro, lo sbattono nella spazzatura inesorabilmente.
Parlo dei critici o dei giornalisti o delle persone serie che dovrebbero occuparsene.
ciao
Gen 09, 2007 @ 00:09:00
Be’ Annarita, questi sono mica solo consigli per ragazzi: sono consigli che valgono anche per stagionati e stagionate, credi.
Come la messa in guardia sull’autopubblicazione con cui gli autopubblicanti citano sempre quei nomi che hai fatto. Ma erano altri tempi.
Il mondo culturale conosce gli editori che pubblicano a pagamento.
E quando un libro arriva da costoro, lo sbattono nella spazzatura inesorabilmente.
Parlo dei critici o dei giornalisti o delle persone serie che dovrebbero occuparsene.
ciao
Gen 09, 2007 @ 00:09:00
Be’ Annarita, questi sono mica solo consigli per ragazzi: sono consigli che valgono anche per stagionati e stagionate, credi.
Come la messa in guardia sull’autopubblicazione con cui gli autopubblicanti citano sempre quei nomi che hai fatto. Ma erano altri tempi.
Il mondo culturale conosce gli editori che pubblicano a pagamento.
E quando un libro arriva da costoro, lo sbattono nella spazzatura inesorabilmente.
Parlo dei critici o dei giornalisti o delle persone serie che dovrebbero occuparsene.
ciao
Gen 09, 2007 @ 00:09:00
Be’ Annarita, questi sono mica solo consigli per ragazzi: sono consigli che valgono anche per stagionati e stagionate, credi.
Come la messa in guardia sull’autopubblicazione con cui gli autopubblicanti citano sempre quei nomi che hai fatto. Ma erano altri tempi.
Il mondo culturale conosce gli editori che pubblicano a pagamento.
E quando un libro arriva da costoro, lo sbattono nella spazzatura inesorabilmente.
Parlo dei critici o dei giornalisti o delle persone serie che dovrebbero occuparsene.
ciao
Gen 09, 2007 @ 18:55:00
Non vorrei essere fraintesa: sono certa che la pensi esattamente così. Ma il problema l’hai individuato anche tu: chi ha l’umiltà di misurarsi con un rifiuto? Nessuno. Tutti pensano di essere incompresi nelle loro potenzialità, tutti dicono ciò che ha scritto MariaStrofa: E quando un libro arriva da costoro, lo sbattono nella spazzatura inesorabilmente. Come se l’obiettivo di un editore non fosse il pubblicare libri, e quello di una redazione il degnarsi di trasformare un manoscritto in volume stampato. Ribadisco solo che la situazione è complessa, e non bisogna farsi abbagliare dalle vetrine luccicanti approntate con specifiche strategie: quelle che trasformano un qualsiasi mediocre prodotto in un successo planetario. Sappiamo benissimo (tu, io e molta altra gente con cognizione di causa e vero amore per i libri) che la scrittura che vale si costruisce con fatica e umiltà. Prima di tutto leggendo, come tu stessa indichi.
Un caro saluto. 🙂
Gen 09, 2007 @ 18:55:00
Non vorrei essere fraintesa: sono certa che la pensi esattamente così. Ma il problema l’hai individuato anche tu: chi ha l’umiltà di misurarsi con un rifiuto? Nessuno. Tutti pensano di essere incompresi nelle loro potenzialità, tutti dicono ciò che ha scritto MariaStrofa: E quando un libro arriva da costoro, lo sbattono nella spazzatura inesorabilmente. Come se l’obiettivo di un editore non fosse il pubblicare libri, e quello di una redazione il degnarsi di trasformare un manoscritto in volume stampato. Ribadisco solo che la situazione è complessa, e non bisogna farsi abbagliare dalle vetrine luccicanti approntate con specifiche strategie: quelle che trasformano un qualsiasi mediocre prodotto in un successo planetario. Sappiamo benissimo (tu, io e molta altra gente con cognizione di causa e vero amore per i libri) che la scrittura che vale si costruisce con fatica e umiltà. Prima di tutto leggendo, come tu stessa indichi.
Un caro saluto. 🙂
Gen 09, 2007 @ 18:55:00
Non vorrei essere fraintesa: sono certa che la pensi esattamente così. Ma il problema l’hai individuato anche tu: chi ha l’umiltà di misurarsi con un rifiuto? Nessuno. Tutti pensano di essere incompresi nelle loro potenzialità, tutti dicono ciò che ha scritto MariaStrofa: E quando un libro arriva da costoro, lo sbattono nella spazzatura inesorabilmente. Come se l’obiettivo di un editore non fosse il pubblicare libri, e quello di una redazione il degnarsi di trasformare un manoscritto in volume stampato. Ribadisco solo che la situazione è complessa, e non bisogna farsi abbagliare dalle vetrine luccicanti approntate con specifiche strategie: quelle che trasformano un qualsiasi mediocre prodotto in un successo planetario. Sappiamo benissimo (tu, io e molta altra gente con cognizione di causa e vero amore per i libri) che la scrittura che vale si costruisce con fatica e umiltà. Prima di tutto leggendo, come tu stessa indichi.
Un caro saluto. 🙂
Gen 09, 2007 @ 18:55:00
Non vorrei essere fraintesa: sono certa che la pensi esattamente così. Ma il problema l’hai individuato anche tu: chi ha l’umiltà di misurarsi con un rifiuto? Nessuno. Tutti pensano di essere incompresi nelle loro potenzialità, tutti dicono ciò che ha scritto MariaStrofa: E quando un libro arriva da costoro, lo sbattono nella spazzatura inesorabilmente. Come se l’obiettivo di un editore non fosse il pubblicare libri, e quello di una redazione il degnarsi di trasformare un manoscritto in volume stampato. Ribadisco solo che la situazione è complessa, e non bisogna farsi abbagliare dalle vetrine luccicanti approntate con specifiche strategie: quelle che trasformano un qualsiasi mediocre prodotto in un successo planetario. Sappiamo benissimo (tu, io e molta altra gente con cognizione di causa e vero amore per i libri) che la scrittura che vale si costruisce con fatica e umiltà. Prima di tutto leggendo, come tu stessa indichi.
Un caro saluto. 🙂
Gen 10, 2007 @ 10:55:00
L’autopubblicazione in sé non ha nulla di negativo: posso bene andare da una tipografia, stamparmi il libro e cercare di diffonderlo. Altra cosa è autopubblicarsi con quei “derelitti” istituzionali che vivono di questo, che ti chiamano Proust, che non diffondono i libri, che ti fanno pagare 5 volte il costo del libro e che – giustamente – tutti gli operatori del mondo culturale detestano.
Ci possono essere anche eccezioni (ce ne sono sempre al mondo) ma in generale finire nelle reti di questi prostituti non è cosa che aiuti a fare nulla in campo letterario.
ciao
Gen 10, 2007 @ 10:55:00
L’autopubblicazione in sé non ha nulla di negativo: posso bene andare da una tipografia, stamparmi il libro e cercare di diffonderlo. Altra cosa è autopubblicarsi con quei “derelitti” istituzionali che vivono di questo, che ti chiamano Proust, che non diffondono i libri, che ti fanno pagare 5 volte il costo del libro e che – giustamente – tutti gli operatori del mondo culturale detestano.
Ci possono essere anche eccezioni (ce ne sono sempre al mondo) ma in generale finire nelle reti di questi prostituti non è cosa che aiuti a fare nulla in campo letterario.
ciao
Gen 10, 2007 @ 10:55:00
L’autopubblicazione in sé non ha nulla di negativo: posso bene andare da una tipografia, stamparmi il libro e cercare di diffonderlo. Altra cosa è autopubblicarsi con quei “derelitti” istituzionali che vivono di questo, che ti chiamano Proust, che non diffondono i libri, che ti fanno pagare 5 volte il costo del libro e che – giustamente – tutti gli operatori del mondo culturale detestano.
Ci possono essere anche eccezioni (ce ne sono sempre al mondo) ma in generale finire nelle reti di questi prostituti non è cosa che aiuti a fare nulla in campo letterario.
ciao
Gen 10, 2007 @ 10:55:00
L’autopubblicazione in sé non ha nulla di negativo: posso bene andare da una tipografia, stamparmi il libro e cercare di diffonderlo. Altra cosa è autopubblicarsi con quei “derelitti” istituzionali che vivono di questo, che ti chiamano Proust, che non diffondono i libri, che ti fanno pagare 5 volte il costo del libro e che – giustamente – tutti gli operatori del mondo culturale detestano.
Ci possono essere anche eccezioni (ce ne sono sempre al mondo) ma in generale finire nelle reti di questi prostituti non è cosa che aiuti a fare nulla in campo letterario.
ciao
Gen 11, 2007 @ 16:12:00
Ciao a tutti. Vi prego di permettermi qualche puntualizzazione. Ho una piccola casa editrice. Forse non immaginate nemmeno lontanamente i costi, il tempo e la burocrazia che ci sono dietro alla pubblicazione di un libro. Comunque, in linea di massima, funziona così, almeno per quanto ci riguarda:
Noi personalmente stampiamo anche solo 50 copie, non necessariamente centinaia, a costi ovviamente ridotti.
è vero che viene chiesto un contributo all’autore, però la distribuzione nelle librerie della zona e nelle librerie on line è a carico nostro.
Noi riconosciamo all’autore una piccola percentuale sul venduto a partire dalla PRIMA copia venduta, e non oltre le mille.
All’autore vengono consegnate un certo numero di copie che può utilizzare come meglio crede (regalarle, venderle o anche buttarle nella spazzatura).
Viene fatta una buona pubblicità sulla stampa e viene garantita una presentazione del libro in un posto di spicco in città.
Seconda puntualizzazione: tanti scrittori scelgono la tipografia. Però ricordatevi che senza il codice ISBN l’autore non è tutelato, nel senso che chiunque può riprendere quel libro, stamparlo a proprio nome e farlo suo .
Ultima cosa, purtroppo non tutti siamo Dan Brown, e se tutte le case editrici pubblicassero gratuitamente dei libri di perfetti sconosciuti, non avendo il ritorno economico neppure sulla vendita, potrebbero chiudere.
Vi prego di perdonarmi, ma volevo sfatare alcuni luoghi comuni, veri per alcuni, ma non per tutti.
Venite a trovarci
http://www.cinquemarzo.com
Gen 11, 2007 @ 16:12:00
Ciao a tutti. Vi prego di permettermi qualche puntualizzazione. Ho una piccola casa editrice. Forse non immaginate nemmeno lontanamente i costi, il tempo e la burocrazia che ci sono dietro alla pubblicazione di un libro. Comunque, in linea di massima, funziona così, almeno per quanto ci riguarda:
Noi personalmente stampiamo anche solo 50 copie, non necessariamente centinaia, a costi ovviamente ridotti.
è vero che viene chiesto un contributo all’autore, però la distribuzione nelle librerie della zona e nelle librerie on line è a carico nostro.
Noi riconosciamo all’autore una piccola percentuale sul venduto a partire dalla PRIMA copia venduta, e non oltre le mille.
All’autore vengono consegnate un certo numero di copie che può utilizzare come meglio crede (regalarle, venderle o anche buttarle nella spazzatura).
Viene fatta una buona pubblicità sulla stampa e viene garantita una presentazione del libro in un posto di spicco in città.
Seconda puntualizzazione: tanti scrittori scelgono la tipografia. Però ricordatevi che senza il codice ISBN l’autore non è tutelato, nel senso che chiunque può riprendere quel libro, stamparlo a proprio nome e farlo suo .
Ultima cosa, purtroppo non tutti siamo Dan Brown, e se tutte le case editrici pubblicassero gratuitamente dei libri di perfetti sconosciuti, non avendo il ritorno economico neppure sulla vendita, potrebbero chiudere.
Vi prego di perdonarmi, ma volevo sfatare alcuni luoghi comuni, veri per alcuni, ma non per tutti.
Venite a trovarci
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Gen 11, 2007 @ 16:12:00
Ciao a tutti. Vi prego di permettermi qualche puntualizzazione. Ho una piccola casa editrice. Forse non immaginate nemmeno lontanamente i costi, il tempo e la burocrazia che ci sono dietro alla pubblicazione di un libro. Comunque, in linea di massima, funziona così, almeno per quanto ci riguarda:
Noi personalmente stampiamo anche solo 50 copie, non necessariamente centinaia, a costi ovviamente ridotti.
è vero che viene chiesto un contributo all’autore, però la distribuzione nelle librerie della zona e nelle librerie on line è a carico nostro.
Noi riconosciamo all’autore una piccola percentuale sul venduto a partire dalla PRIMA copia venduta, e non oltre le mille.
All’autore vengono consegnate un certo numero di copie che può utilizzare come meglio crede (regalarle, venderle o anche buttarle nella spazzatura).
Viene fatta una buona pubblicità sulla stampa e viene garantita una presentazione del libro in un posto di spicco in città.
Seconda puntualizzazione: tanti scrittori scelgono la tipografia. Però ricordatevi che senza il codice ISBN l’autore non è tutelato, nel senso che chiunque può riprendere quel libro, stamparlo a proprio nome e farlo suo .
Ultima cosa, purtroppo non tutti siamo Dan Brown, e se tutte le case editrici pubblicassero gratuitamente dei libri di perfetti sconosciuti, non avendo il ritorno economico neppure sulla vendita, potrebbero chiudere.
Vi prego di perdonarmi, ma volevo sfatare alcuni luoghi comuni, veri per alcuni, ma non per tutti.
Venite a trovarci
http://www.cinquemarzo.com
Gen 11, 2007 @ 16:12:00
Ciao a tutti. Vi prego di permettermi qualche puntualizzazione. Ho una piccola casa editrice. Forse non immaginate nemmeno lontanamente i costi, il tempo e la burocrazia che ci sono dietro alla pubblicazione di un libro. Comunque, in linea di massima, funziona così, almeno per quanto ci riguarda:
Noi personalmente stampiamo anche solo 50 copie, non necessariamente centinaia, a costi ovviamente ridotti.
è vero che viene chiesto un contributo all’autore, però la distribuzione nelle librerie della zona e nelle librerie on line è a carico nostro.
Noi riconosciamo all’autore una piccola percentuale sul venduto a partire dalla PRIMA copia venduta, e non oltre le mille.
All’autore vengono consegnate un certo numero di copie che può utilizzare come meglio crede (regalarle, venderle o anche buttarle nella spazzatura).
Viene fatta una buona pubblicità sulla stampa e viene garantita una presentazione del libro in un posto di spicco in città.
Seconda puntualizzazione: tanti scrittori scelgono la tipografia. Però ricordatevi che senza il codice ISBN l’autore non è tutelato, nel senso che chiunque può riprendere quel libro, stamparlo a proprio nome e farlo suo .
Ultima cosa, purtroppo non tutti siamo Dan Brown, e se tutte le case editrici pubblicassero gratuitamente dei libri di perfetti sconosciuti, non avendo il ritorno economico neppure sulla vendita, potrebbero chiudere.
Vi prego di perdonarmi, ma volevo sfatare alcuni luoghi comuni, veri per alcuni, ma non per tutti.
Venite a trovarci
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Gen 11, 2007 @ 16:39:00
@ utente anonimo
Benvenuto e grazie per le precisazioni. Come ho già scritto, non biasimo chi decide di intraprendere la strada della pubblicazione a pagamento, ma a volte si rivela una vera e propria truffa, ho avuto modo di constatarlo dalle “disavventure” di alcuni conoscenti. Non metto in dubbio che esistano attività oneste di piccole case editrici. Ribadisco però il concetto dell’approccio all’editoria anche come banco di prova delle proprie capacità. Se pubblico a mie spese, sfondo una porta aperta e non ne ricavo molta soddsfazione; se mi vedo rifiutare il testo da più case editrici, sono motivata a cercare di scoprire i miei limiti e le cose che potrei migliorare, a mettere in discussione la mia capacità di scrittura. Accettare gli insuccessi è importante, mi aiuterà a non credermi un rancoroso genio incompreso. E in ultimo considera che mi rivolgo a giovani lettori; soprattutto per loro trovo sia importante la motivazione della sfida con sé stessi e con gli altri, per giungere a traguardi di consapevolezza, se non proprio di successo. Visiterò molto volentieri il tuo sito. Buona giornata.
Gen 11, 2007 @ 16:39:00
@ utente anonimo
Benvenuto e grazie per le precisazioni. Come ho già scritto, non biasimo chi decide di intraprendere la strada della pubblicazione a pagamento, ma a volte si rivela una vera e propria truffa, ho avuto modo di constatarlo dalle “disavventure” di alcuni conoscenti. Non metto in dubbio che esistano attività oneste di piccole case editrici. Ribadisco però il concetto dell’approccio all’editoria anche come banco di prova delle proprie capacità. Se pubblico a mie spese, sfondo una porta aperta e non ne ricavo molta soddsfazione; se mi vedo rifiutare il testo da più case editrici, sono motivata a cercare di scoprire i miei limiti e le cose che potrei migliorare, a mettere in discussione la mia capacità di scrittura. Accettare gli insuccessi è importante, mi aiuterà a non credermi un rancoroso genio incompreso. E in ultimo considera che mi rivolgo a giovani lettori; soprattutto per loro trovo sia importante la motivazione della sfida con sé stessi e con gli altri, per giungere a traguardi di consapevolezza, se non proprio di successo. Visiterò molto volentieri il tuo sito. Buona giornata.
Gen 11, 2007 @ 16:39:00
@ utente anonimo
Benvenuto e grazie per le precisazioni. Come ho già scritto, non biasimo chi decide di intraprendere la strada della pubblicazione a pagamento, ma a volte si rivela una vera e propria truffa, ho avuto modo di constatarlo dalle “disavventure” di alcuni conoscenti. Non metto in dubbio che esistano attività oneste di piccole case editrici. Ribadisco però il concetto dell’approccio all’editoria anche come banco di prova delle proprie capacità. Se pubblico a mie spese, sfondo una porta aperta e non ne ricavo molta soddsfazione; se mi vedo rifiutare il testo da più case editrici, sono motivata a cercare di scoprire i miei limiti e le cose che potrei migliorare, a mettere in discussione la mia capacità di scrittura. Accettare gli insuccessi è importante, mi aiuterà a non credermi un rancoroso genio incompreso. E in ultimo considera che mi rivolgo a giovani lettori; soprattutto per loro trovo sia importante la motivazione della sfida con sé stessi e con gli altri, per giungere a traguardi di consapevolezza, se non proprio di successo. Visiterò molto volentieri il tuo sito. Buona giornata.
Gen 11, 2007 @ 16:39:00
@ utente anonimo
Benvenuto e grazie per le precisazioni. Come ho già scritto, non biasimo chi decide di intraprendere la strada della pubblicazione a pagamento, ma a volte si rivela una vera e propria truffa, ho avuto modo di constatarlo dalle “disavventure” di alcuni conoscenti. Non metto in dubbio che esistano attività oneste di piccole case editrici. Ribadisco però il concetto dell’approccio all’editoria anche come banco di prova delle proprie capacità. Se pubblico a mie spese, sfondo una porta aperta e non ne ricavo molta soddsfazione; se mi vedo rifiutare il testo da più case editrici, sono motivata a cercare di scoprire i miei limiti e le cose che potrei migliorare, a mettere in discussione la mia capacità di scrittura. Accettare gli insuccessi è importante, mi aiuterà a non credermi un rancoroso genio incompreso. E in ultimo considera che mi rivolgo a giovani lettori; soprattutto per loro trovo sia importante la motivazione della sfida con sé stessi e con gli altri, per giungere a traguardi di consapevolezza, se non proprio di successo. Visiterò molto volentieri il tuo sito. Buona giornata.