Raramente una frase, un concetto, un periodo restano come sono stati scritti la prima volta.
La revisione è un altro passaggio importante nello sviluppo della storia.
Mentre scrivete la prima stesura, è bene soprattutto mantenere il ritmo. Non importa se quella parola o quella frase non esprimono nel modo più adatto ciò che pensate, ci sarà tempo per aggiustarle durante la revisione.
Impuntarsi a cercare la forma o l’espressione migliore significa quasi sempre perdere tempo prezioso e perdere soprattutto il filo del discorso.
Quando la storia sarà conclusa, avrete tutto il tempo e la tranquillità necessari per rileggere e sentire le “stonature” all’interno del testo.
Anche qui ho usato un termine che in apparenza non c’entra niente con la narrativa, le stonature si sentono in un brano musicale, in un canto.
Ma se ci pensate bene, anche un brano scritto ha una sua “musica”, una melodia nascosta dentro le parole che lo fa suonare piacevolmente al nostro orecchio di lettori.

Fate rileggere a qualcun altro una copia del vostro testo; sarà più facile che un lettore diverso dall’autore si accorga di incongruenze nel racconto o di errori sfuggiti anche alla funzione “controllo ortografia e grammatica” del vostro programma di scrittura. Comunque tenete presente che la funzione ha i propri limiti e conviene sempre sciogliere ogni dubbio consultando un buon dizionario. Potrete annotare a margine le correzioni e le modifiche che intendete apportare e così sarete pronti per la stampa definitiva del vostro testo.
Dic 20, 2006 @ 13:53:00
Annarita sui correttori sei fiduciosa molto? ortografici sì: quelli grammaticali sono migliorati?
Non li uso (grammaticali) ma tu ne saprai di più.
ciao
Dic 20, 2006 @ 20:29:00
Mi fai sentire piccina picciò e un po’ in colpa.
Io rileggo con poca attenzione e ai refusi di battitura do poca importanza. Sono maleducata lo so
Ma confido di essere compresa:)
Dic 21, 2006 @ 06:38:00
@ sgnapisvirgola
I refusi secondo me sono inconsci segnali dell’autore, piccole cifre della sua personalità. Perciò non nutrire sensi di colpa, anzi…lasciali proprio morire di fame, anche in altre circostanze!
😉